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Canale di Suez, tutti gli effetti del blocco

Che cosa è successo nel canale di Suez e gli effetti sui prezzi del petrolio

 

Ormai da più di ventiquattro ore il canale di Suez è bloccato da un enorme cargo di 400 metri. La nave, battente bandiera di Panama, è la Ever Given della società taiwanese Evergreen.

Le cause dell’incidente sono da accertare. Al momento sembra che un’avaria di bordo più il forte vento che soffiava in quell’area hanno fatto mettere la nave di traverso rispetto al canale, incagliandola ed impedendo così il transito al traffico marittimo.

I rimorchiatori sono al lavoro incessantemente ma sembra che la nave si sia profondamente arenata nella sabbia e che ci vorranno giorni a disincagliarla.

Nonostante l’espansione del canale nel 2015 costata ben 8 miliardi, con conseguente riduzione dei tempi d’attraversamento (da 18 a 11 ore) e aumento del numero di navi transitabili, il traffico è quasi totalmente fermo. Viene utilizzato al momento il ramo storico del canale, e si profilano importanti danni economici per chi doveva ricevere le merci delle navi al momento in attesa di transitare il canale. A Suez non ci sono alternative se non la circumnavigazione dell’Africa, con enorme aumento di tempi e costi.ù

LA STORIA DEL CANALE DI SUEZ

Un vero problema. Il canale di Suez, in funzione dal 1869, è un cosiddetto “chokepoint” ovvero un collo di bottiglia, quegli stretti di mare fondamentali per le rotte via mare. Per importanza il quarto chokepoint al mondo dopo il Canale di Panama, lo Stretto di Malacca e lo Stretto di Hormuz. Chi li controlla ha le chiavi del traffico marittimo.

L’IMPORTANZA DI SUEZ

Suez è uno stretto importante per varie ragioni: in primis per l’Egitto che grazie allo stretto ricava all’anno poco meno di 6 miliardi di dollari, per il traffico di mondiale di merci che passa per il 12% circa del totale dal canale, per il traffico di greggio e di lng per cui transitano circa un milione di barili al giorno e circa il 9% del gas naturale liquefatto mondiale lungo questa via d’acqua e, infine, per il suo connaturato valore strategico e geopolitico. (sul valore geopolitico basti pensare che Suez ha attratto notevoli investimenti cinesi nella strategia della BRI, ovvero le Nuove Vie della Seta).

EFFETTO SUEZ SUL PREZZO DEL PETROLIO

Come prima conseguenza del blocco del canale c’è stato un repentino aumento del prezzo del greggio. Il brent nella giornata di ieri, 24 marzo, ha guadagnato il 5,86% arrivando a 63,92 dollari mentre il Wti ha fatto un +5,84% attestandosi a 60,72 dollari.

I MOTIVI DELLA CRESCITA DEL GREGGIO

Il motivo della crescita repentina del prezzo è stata proprio la prospettiva di un breve taglio alla fornitura di greggio tramite Suez. Bisogna ricordare però che durante la pandemia: la grande offerta di greggio e le dubbie prospettive di crescita economia, i rallentamenti alla produzione e l’indebolimento della domanda, avevano fiaccato il valore del barile. Tanto che nella seduta precedente il giorno dell’incidente di Suez il Wti aveva fatto registrare calo del 6,2% a 57,76 dollari. Praticamente l’incagliamento della Ever Given ha compensato le perdite del giorno precedente.

GLI INTERESSI DELL’ITALIA

Infine una nota geopolitica per l’Italia in quanto il blocco di Suez ci riguarda da vicino. Infatti circa il 40% del nostro commercio marittimo passa per il canale egiziano, questo incidente rivela quindi una nostra potenziale fragilità a shock esogeni e imprevedibili e quindi ci indica anche la necessità di investire nell’efficienza della nostra portualità e nella logistica. Su stretti colli di bottiglia si giocano partite globali.

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