L’Autorità per l’energia mette in guardia sui contatori intelligenti. Calcolare ogni ora i consumi di gas, per tenere sotto controllo la bolletta energetica, porterà ad un esaurimento precoce delle batterie, con possibili aggravi per gli utenti finali
Sul sistema intelligente per il controllo dei consumi energetici domestici (qui l’approfondimento di Start Magazine), il cosiddetto smart metering, arrivano i paletti dell’Autorità per l’energia, ascoltata in commissione Finanze alla Camera. Dopo i rilievi dell’Agenzia per il digitale è toccato dunque all’Authority dire la sua sul cervellone in via di realizzazione per tenere sotto controllo i consumi degli italiani, il cosiddetto smart-metering, attraverso contatori intelligenti in grado di fornire dati giornalieri se non orari per aumentare la consapevolezza dei propri consumi e risparmiare in bolletta.
I paletti sul gas
I commissari intervenuti in commissione hanno posto subito un primo vincolo, messo
nero su bianco in memoria redatta dagli stessi commissari, tra i quali Alberto Biancardi. Per quanto riguarda i consumi di gas, è sufficiente un conteggio giornaliero e non orario come invece prevede il progetto smart-metering. Per il settore gas “è rilevante il dato giornaliero rilevato dal contatore, non quello orario”. E questo perchè “il vincolo tecnologico più stringente” nella definizione delle funzionalità di raccolta e messa a disposizione a distanza delle misure dei consumi di gas è rappresentato “dalla mancanza di alimentazione elettrica del misuratore gas”, precisa l’Authority. Quindi, “il misuratore deve essere dotato di una batteria la cui durata dipende in misura rilevante dalla frequenza di comunicazione dei dati dall’apparecchio di misura verso l’esterno e viceversa”. In altre parole, è il ragionamento dell’organismo di vigilanza, i contatori intelligenti attualmente privi di alimentazione elettrica, dunque incapaci di garantire una misurazione orario dei consumi.
L’incognita batterie
L’Authority ha sollevato un problema se possibile ancora più concreto. E cioè che rilevazioni orarie sui consumi comportano un esaurimento più veloce della batteria del contatore. Portando a una frequente sostituzione delle stesse, con conseguente aggravio di costi. “Maggiore è la frequenza di comunicazione dei dati, o in generale l’utilizzo del misuratore per le sue funzionalità smart, maggiore è il consumo della batteria e, quindi, maggiore il rischio che si renda necessario un intervento in loco per la sostituzione della batteria”.
Tutti i rischi (in bolletta) per il consumatore

Smart metering, quali le migliori tecnologie?
Stando alle obiezioni poste dall’Autorità per l’energia, viene da chiedersi quale sia la tecnologia migliore. Nei giorni scorsi l’Agcom, il garante per le comunicazioni, ha portato a termine un’indagine conoscitiva (qui il documento finale) sullo smart metering. Sono state approfondite le principali tecnologie utilizzate per il collegamento degli smart meters, classificabili in tecnologie wired e wireless. “Per ciò che attiene alla prima categoria, è emerso che l’unica tecnologia finora utilizzata è quella denominata Power Lines Communication che utilizza il supporto fisico delle reti elettriche, mentre le tecnologie wireless assumono rilievo quelle basate su frequenze ad uso libero e quelle basate su frequenze autorizzate ad uso esclusivo, come il GSM“. Entrando nel dettaglio dello studio, emerge che per quel che riguarda i sistemi wireless le tecnologie appaiono essere allo stato adeguate, “in termini di prestazioni, ai requisiti richiesti per l’acquisizione delle misure degli smart meter“. Per l’Agcom, “questa categoria di sistemi risulta avere a disposizione un ecosistema sufficientemente evoluto in termini sia di dispositivi che di servizi.
Chi scende in campo sullo smart metering
Lo smart metering non poteva ovviamente non attrarre gli appetiti dell’industria tlc. Per
Priorità alla sperimentazione
Tim ha poi fatto lanciato una proposta specifica, per rendere più graduale il processo, aumentando le chances di successo dell’intera operazione contatori. “Prima dell’istallazione dei nuovi meter, occorre effettuare una sperimentazione con le diverse tecnologie disponibili: auspichiamo che le commissioni invitino l’Autorità per l’energia ad adoperarsi affinché la soluzione Nb-IoT (Narrow band internet of things, ndr) possa essere utilizzata per rendere realmente future proof il sistema di smart metering di seconda generazione”. In particolare Tim chiede che sia avviato il procedimento per definire i requisiti del cosiddetto meter 2.1 e sia svolta un ’analisi costi-benefici indipendente, che tenga in considerazione benefici e costi per tutti gli stakeholder coinvolti, in primis i consumatori. E che dunque si rimandi l’approvazione dei piani di sostituzione dei meter dei distributori al termine di delle analisi appena citate. Anche perché, come precisato da Bagnasco, al momento in Italia “non esistono obblighi né di natura regolamentare, né di tipo normativo, che impongano la sostituzione dei contatori di prima generazione funzionanti e installati da 15 anni”.






