L’ho detto diverse volte e lo ripeto: non c’è una vera ragione fisica che spinga il prezzo del gas verso questi livelli.
Quello che sarebbe un rialzo fisiologico vista la stagione è diventato un prezzo esagerato perché si è partiti dai livelli ancora alti del mese di novembre. La chiusura del gasdotto ucraino era già stato prezzato da tempo, la notizia è vecchia di mesi.
Report su impegni dei trader al TTF (27/12): le posizioni degli operatori commerciali sono orientate più su coperture verso il rischio di un ribasso, il che è normale per soggetti che vendono gas e che potrebbero perdere soldi con prezzi in calo.
Considerando anche le posizioni commerciali non destinate a portafoglio (seconda riga in tabella) abbiamo comunque una posizione di sostanziale equilibrio (somma posizioni in terza riga).
Sul mercato però non vi sono solo gli operatori commerciali: vi sono anche banche, trader e broker (Investment firms or Credit Institutions) e ETF, fondi di investimento e hedge fund (Investment funds). Questi hanno posizioni puramente speculative e diverse, come da report:
Considerando i commerciali sostanzialmente in equilibrio, la posizione netta dei fondi di investimento è long, punta cioè ad un rialzo dei prezzi, ed è la controparte rialzista delle posizioni nette short (ribassiste) di banche e trader.
Si vede l’aumento delle posizioni long dei fondi osservando il cambio delle posizioni rispetto alla settimana precedente. L’aumento delle posizioni short di banche, trader e commerciali viene compensato dai fondi, che liquidano gli short (-10,4) e acquistano i long (+13,1).
Dunque, commerciali e banche si cautelano dai ribassi vendendo futures, mentre i fondi forniscono controparte al rialzo. Complessivamente, i fondi hanno il 28,4% delle posizioni long. Si tratta di 380 soggetti, contro i 199 commerciali e le 60 banche e trader.