La società energetica lombarda A2A ha firmato sabato un accordo con Enel per acquistare una parte delle infrastrutture di distribuzione dell’elettricità nelle province di Milano e di Brescia. Nonostante l’accordo – stando al comunicato di A2A, dovrebbe permettere al gruppo “di valorizzare le sinergie territoriali e di accelerare gli investimenti necessari alla transizione energetica” – oggi il titolo ha perso il 3 per cento in borsa; quello di Enel, invece, ha guadagnato l’1,3 per cento.
COSA PREVEDE L’ACCORDO A2A-ENEL, NELLO SPECIFICO
Più nello specifico, l’operazione di compravendita – dal valore di circa 1,2 miliardi di euro – riguarda A2A ed e-distribuzione, la controllata di Enel specializzata nella distribuzione di energia elettrica.
A2A acquisirà il 90 per cento di una nuova società, da costituire, nella quale confluiranno gli asset di e-distribuzione nelle provincie di Milano e Brescia, le più importanti per A2A, che infatti è partecipata dai comuni di Milano e Brescia con una quota del 25 per cento ciascuno. Il restante 10 per cento della società di nuova costituzione sarà detenuto da e-distribuzione.
L’operazione dovrebbe essere perfezionata entro il 31 dicembre prossimo, una volta ottenuta le autorizzazioni dell’autorità antitrust e delle procedure sul golden power.
Al di là della compravendita delle infrastrutture, l’affare tra A2A ed e-distribuzione prevede anche anche un patto parasociale contenente, tra le altre cose, “un meccanismo di clausole incrociate di opzione di acquisto e di vendita aventi ad oggetto la partecipazione del 10%, esercitabili a partire dal primo anniversario del closing“.
LE INFRASTRUTTURE
A2A, dunque, acquisirà il controllo di circa ottocentomila punti di fornitura (POD, in gergo: da point of delivery) nel milanese e nel bresciano, più cinquemila chilometri di cavi elettrici in media tensione, oltre dodicimila cavi in bassa tensione, sessanta cabine primarie (gli impianti per la trasformazione dell’energia elettrica da alta a media tensione) e 9500 cabine secondarie (da media a bassa tensione).
COSA CAMBIA PER A2A
Grazie all’operazione, A2A aumenterà di circa il 70 per cento il numero dei POD elettrici installati nel 2023, passando da 1,3 milioni a 2,1 milioni; e lo farà in una zona della Lombardia dove è già presente nel mercato della distribuzione elettrica. Nel comunicato si legge inoltre che l’accordo permetterà alla società “di realizzare e remunerare maggiori investimenti per circa 1,4 miliardi di euro entro il 2035 sulla rete di distribuzione elettrica, a supporto della transizione energetica”, che prevede proprio un’espansione dei consumi di elettricità in sostituzione dei combustibili fossili.
COSA CAMBIA PER ENEL
Enel fa sapere che la cessione pressoché totale degli asset ad A2A avrà un effetto positivo sull’indebitamento finanziario netto consolidato per 1,2 miliardi di euro nel 2024, oltre a un impatto positivo sull’utile netto reported del gruppo per 1 miliardo circa.
L’operazione, dunque, si inserisce nel piano per la riduzione del debito di Enel (debito che a fine 2022 era arrivato a 60 miliardi di euro), portato avanti con una certa diligenza dall’amministrazione di Flavio Cattaneo. Di recente, infatti, Enel ha ceduto il 49 per cento della sua divisione dedicata alle batterie a Sosteneo, società di gestione degli investimenti controllata da Generali.
PERCHÉ A2A PERDE IN BORSA?
Nonostante l’accordo con e-distribuzione sia coerente con il business di A2A, la società ha perso circa il 3 per cento in borsa, dopo un andamento positivo nelle precedenti settimane di marzo.
Secondo gli analisti di Mediobanca, l’operazione causerà una triplicazione del rapporto debito netto/EBITDA di A2A. Anche Equita – pur riconoscendo che l’affare “ha senso industrialmente per A2A perché si tratta di una rete molto pregiata, con una buona performance operativa (poche interruzioni) ed una vita degli asset molto elevata” – stima un possibile aumento del rapporto debito netto/EBITDA di circa “3,4-3,5 volte nel 2025-26”.
MF-Milano Finanza ha scritto che Enel è riuscita a vendere gli asset lombardi ad A2A a un “prezzo molto elevato”.