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Eni Transizione Energetica

A che punto è Eni nella transizione energetica

Tutti i dettagli di Eni for 2022 – A just transition, il report volontario redatto dal Cane a sei zampe per raccontare i principali risultati e obiettivi nel percorso di transizione energetica intrapreso.

Nel 2022 Eni ha mantenuto gli impegni verso le zero emissioni nette al 2050 e confermato tutti gli obiettivi di decarbonizzazione.

È quanto emerge da “Eni for 2022 – A just transition”, il report volontario di sostenibilità redatto da Eni in cui racconta i risultati raggiunti e gli obiettivi per una transizione che garantisca l’accesso a un’energia efficiente e sostenibile, condividendo i benefici sociali ed economici del percorso verso le zero emissioni nette al 2050 con i lavoratori, i fornitori, le comunità e i clienti in maniera inclusiva e trasparente.

Sul fronte della neutralità carbonica, Eni ha mantenuto fermi i propri impegni verso le zero emissioni nette al 2050 e confermato tutti gli obiettivi di decarbonizzazione, ancorati a investimenti solidi. L’azienda ha conseguito una riduzione del 17% rispetto al 2018 delle emissioni Scope 1, 2 e 3. Ha proseguito nell’attuazione delle misure necessarie per raggiungere le zero emissioni nette (scope 1 e 2) nell’Upstream entro il 2030, investendo in tecnologie innovative e progetti a bassa impronta carbonica.

In quest’ottica, nel 2023 ha varato la FPSO che sarà utilizzata per avviare la produzione del progetto Baleine, la più importante scoperta mai fatta in Costa d’Avorio e il primo sviluppo net-zero Scope 1 e 2 in Africa.

Tutti i dettagli.

LA STRATEGIA DI ENI PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA

Nella strategia di Eni, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite costituiscono un riferimento fondamentale per condurre le attività nei Paesi di operazione. I progetti di agri-business, per esempio, incarnano l’approccio dell’azienda verso una just transition, ovvero una transizione energetica con una forte componente innovativa associata a una forte attenzione per la dimensione sociale.

Nel 2022 è stata consegnata alla bioraffineria Eni di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto in Kenya, a partire da scarti e materie prime prodotte in terreni degradati, non in competizione con la catena alimentare, con importanti positive ricadute sull’occupazione e sullo sviluppo locale. Il modello sarà replicato in altri Paesi.

FAVORIRE L’ACCESSO ALL’ENERGIA NEI PAESI IN CUI OPERA

Inoltre, al fine di realizzare una transizione equa, Eni ha puntato a iniziative per favorire l’accesso all’energia e all’educazione nei Paesi di operazione.

Tra queste, i progetti in Costa d’Avorio, Mozambico e Ghana per facilitare l’accesso a metodi e strumenti di cottura efficienti. In particolare, in Costa d’Avorio sono stati distribuiti oltre 20.000 fornelli migliorati in 6 mesi, raggiungendo più di 100.000 persone. La società ha anche promosso il diritto all’educazione in Congo, Ghana, Iraq, Messico, Mozambico ed Egitto, dove ha inaugurato anche la Zohr Applied Technology School, per incrementare il numero di giovani con competenze tecniche e professionali all’avanguardia in campo energetico e tecnologico.

LE PAROLE DELL’AD DESCALZI

“Nell’affrontare le sfide del settore energetico che Eni ha di fronte manteniamo salde le nostre priorità con un impegno continuo per favorire l’accesso all’energia, lo sviluppo locale e la tutela dell’ambiente. Il successo della nostra strategia non può prescindere dalla collaborazione con i nostri stakeholder, dai privati, al pubblico, alle organizzazioni internazionali e della società civile, agli istituti di ricerca. Oggi più che mai è necessario mettere a fattore comune risorse e capitale umano, attraverso una visione ampia, che permetta di allinearsi sugli obiettivi comuni per ridurre i gap esistenti a livello geografico e promuovere il progresso umano globale”, ha commentato Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni.

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