Ck Hutchison, conglomerato di Hong Kong proprietario di WindTre, ha assegnato uno sconto di 2,85 miliardi di euro sul debito dell’operatore telefonico lanciato nel 2017 a seguito della fusione di Wind e 3 Italia.
È quanto rivela oggi MF, precisando che il socio cinese ha rinunciato “a 2,85 miliardi, convertiti in risorse per futuri aumenti di capitale”.
Al 31 dicembre 2023 l’operatore attivo in Italia ha registrato ricavi per l’intero anno in calo di circa il 3% anno su anno a 3,84 miliardi di euro, attribuiti a una base clienti inferiore abbinata a una riduzione del margine wholesale e a costi energetici più elevati. Inoltre, WindTre ha chiuso l’esercizio di nuovo in rosso: la perdita si è allargata del 39% a 242 milioni per gli oneri finanziari.
Da tempo le società del comparto tlc sono oggetto di una crisi strutturale causata dalla necessità di ingenti investimenti da una parte, e dalla costante contrazione dei ricavi e riduzione dei margini dall’altra. E WindTre non fa eccezione.
A inizio anno inoltre è naufragata l’operazione annunciata il 12 maggio 2023 per la costituzione di una newco della rete e la vendita di una partecipazione del 60% di tali infrastrutture al fondo svedese Eqt. L’operazione con Eqt aveva un enterprise value da 3,4 miliardi e sarebbe stata la prima operazione di scorporo dell’infrastruttura prima ancora della cessione di Netco di Tim a Kkr.
Tornando al debito di WindTre, come sottolinea MF, dopo lo stralcio concesso da Ck Hutchison, la società deve “ancora 13,6 miliardi alla controllante lussemburghese”.
Tutti i dettagli.
LO SCONTO DA PARTE DEI CINESI CK HUTCHISON A WIND
I cinesi di Ck Hutchison fanno lo sconto a Wind sul debito e lasciano in pancia al gruppo italiano quasi 3 miliardi di risorse.
“Il veicolo lussemburghese Ck Hutchison Group Telecom Italy Investments, che controlla il 100% della capogruppo italiana Wind Tre Italia, ha infatti de ciso di rinunciare a 2,85 mi liardi di euro di prestiti infrut tiferi concessi al gruppo che sarebbero dovuti essere resti tuiti a fine 2023 e che invece sono stati convertiti a riserva in conto futuro aumento di capitale” riporta MF che aggiunge come “Le risorse lasciate in pancia a Wind Tre sembrano quasi andare a sostituire quei circa 2 miliardi che il gruppo avrebbe dovuto incassare al closing della cessione del 60% della rete mobile, valutata 3,4 miliardi, al fondo svedese Eqt Infrastructure”.
A intralciare l’operazione sarebbero stati gli accordi di condivisione della rete esistenti con i rivali di Wind Tre, Iliad e Fastweb. Proprio Iliad e Wind Tre sono socie nella joint venture paritetica creata a gennaio 2023, Zefiro, creando un nuovo grossista 5G focalizzato sulla fornitura di copertura 5G per le zone rurali del Paese.
L’INDEBITAMENTO DELL’OPERATORE TLC
In particolare, “Lo stralcio di quasi 3 miliardi di prestiti emerge dal bilancio consolidato 2023 di Wind Tre, da cui si evince però che l’indebitamento finanziario nei confronti del gruppo cinese – l’unico soggetto che garantisce liquidità al gruppo Wind Tre, visto che non sono in essere finanziamenti con istituti bancari -rimane ancora molto elevato. Al 31 dicembre scorso il gruppo guidato dai co-ceo Gianluca Corti e Benoit Hanssen doveva alla controllante lussemburghese ancora oltre 13,6 miliardi, di cui circa 9 miliardi in scadenza nel triennio dal 2025 al 2027” precisa MF.
I NUMERI 2023
Infine, uno sguardo ai risultati di bilancio 2023 di WindTre.
Come già detto la società ha chiuso l’esercizio in rosso, con perdita in aumento del 39,9% passando da 173 a 242 milioni mentre il risultato operativo è in flessione del 4,5% da 176 a 168 milioni.
L’Ebitda, cioè il margine operativo lordo, risulta in contrazione dell’8% rispetto all’anno precedente, secondo quanto afferma CK Hutchison principalmente a causa della continua riduzione del margine all’ingrosso e dell’aumento del costo dell’energia, in parte compensato dalla riduzione degli opex derivanti dall’implementazione delle misure di controllo dei costi. Anche il risultato operativo a fine 2023 è diminuito del 24% rispetto al 2022, a detta del conglomerato di Hong Kong a causa della riduzione dell’Ebitda, in parte compensato da minori ammortamenti poiché l’intensità degli investimenti 5G si riduce rispetto agli anni precedenti.
Come sottolinea MF “I ricavi totali sono rimasti stabili a 4,3 miliardi, ma i soli ricavi da servizi si sono attestati a 3,64 miliardi, in peggioramento di 139 milioni rispetto al 2022 (-3,7%). Più in difficoltà il ramo mobile, che vede una contrazione dei ricavi totali di 203 milioni da 3,289 a 3,086 miliardi.Pesa la perdita di 800 mila sim, che ha vanificato il leggero miglioramento dei ricavi medi per utente (arpu) da 10 a 10,1 euro al mese. Fa da contraltare, invece, il miglioramento delle prestazioni del ramo dei servizi in fibra e fwa, i cui ricavi hanno superato il miliardo (1.017 milioni) con un incremento di 58 milioni (+6%) grazie a una customer base stabile (2,9 milioni di accessi) e a un leggero miglioramento dell’arpu da 22,6 a 22,7 euro al mese”.