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Tunisia

I conti fasulli di Virginia Raggi sulle Olimpiadi

Virginia Raggi ha voluto privare i romani e gli italiani della soddisfazione di ospitare le Olimpiadi, costruendo l’immagine caricaturale di un Paese che non è in grado di fare alcunché, senza ricorrere alla malversazione ed allo scempio del suo territorio. Il commento di Gianfranco Polillo.

Guardare in TV il passaggio del testimone, la bandiera olimpica che da Tokyo passa a Parigi, fa male al cuore. La scena é quella della piazza antistante la Tour Eiffel, mentre in cielo le frecce tricolori lasciano le scie con i colori della Francia. A salutare l’avvenimento migliaia di parigini, non solo consapevoli di un ritorno, dopo cento anni, sul suolo francese di quella manifestazione, ma consapevoli ed orgogliosi per tutto ciò che quella kermesse rappresenterà. Ed in che modo contribuirà a far vedere al mondo la forza e la determinazione di una Nazione, chiamata ad ospitare qualcosa che appartiene alla storia dell’umanità.

Virginia Raggi ha voluto privare i romani e gli italiani di questa soddisfazione. Sminuirli agli occhi del mondo. Costruendo l’immagine caricaturale di un Paese che non é in grado di fare alcunché, senza ricorrere alla malversazione ed allo scempio del suo territorio. Solo corrotti e corruttori: c’era questo nell’immaginario della sindaca di Roma, quando si rifiutò in modo categorico di presentare la domanda per candidare la sua città come sede dei giochi olimpici. Sfida che ovviamente si poteva perdere, ma a viso aperto. Senza lasciare campo aperto a Parigi.

Oggi, forse colpita dal successo dei francesi e dal loro entusiasmo, nonostante il Covid, tenda maldestramente un discarico di responsabilità, rispondendo a Nicola Zingaretti, che aveva osato ricordare le sue antiche malefatte. “L’Italia con 40 medaglie alle Olimpiadi. – aveva scritto in un tweet il Presidente della Regione Lazio – Oggi Roma poteva festeggiare le Olimpiadi del 2024: lavoro, sport, impianti, speranza, futuro. Invece festeggia Parigi per colpa dell’ennesimo drammatico errore commesso dall’attuale Sindaca Raggi”.

Immediata la risposta dell’interessata: “Per come avete ridotto Roma prima che arrivassi io era inimmaginabile candidarsi a Olimpiadi. La città non avrebbe retto. Colpa dell’ennesimo e drammatico errore commesso dal PD. Adesso, invece, dopo aver risanato conti Roma può correre. Infatti puntiamo a Expo 2030”. E perché non, visto che ci siamo, al 2050? L’anno scritto nel nuovo simbolo dei 5 stelle. C’è solo da chiedersi come PD ed il nuovo partito di Conte possano ancora stare insieme: sia alle prossime comunali, in vista del ballottaggio, che nella maggioranza che sorregge il Presidente Zingaretti.

La speranza è che una volta perse le elezioni, la Raggi possa fare un passo indietro. Sembrerebbe essere questa la sottile strategia del nuovo capo dei 5 stelle, stando almeno ai rumors di palazzo. Fosse così l’avvocato del popolo, avrebbe appreso rapidamente il machiavellismo della politica. Far finta di appoggiare la Raggi, ma puntare fin da ora ad un’affermazione di Roberto Gualtieri, per portarlo al ballottaggio contro Michetti. Dovesse farcela, libererebbe il posto di deputato nel collegio uno della Capitale, nel quale lo stesso Conte potrebbe candidarsi, per entrare in Parlamento. Conti senza l’oste. Ma comunque conti.

La caduta di Virginia Raggi sarebbe, comunque, una grande cosa. Che sia anche risolutiva c’é da dubitarne. Siamo infatti di fronte alla sola punta dell’iceberg. Il suo zoccolo, sotto il pelo dell’acqua, é rappresentato da un groviglio di posizioni culturali dominate dal sospetto e dall’arretratezza, seppure nobilitate con qualche verniciatura d’inglese. É il caso de il Fatto, che solo recentemente, per andare controcorrente rispetto ad un sentimento generale, ha titolato con sobrietà: “Olimpiadi, Tokyo chiude con un buco da venti miliardi: basta con questi bagni di sangue!”. Quindi un lungo elenco di misfatti, per dimostrare che, in questi casi, sono in pochi a guadagnarci e molti a rimetterci.

É difficile capire da dove prevengano le cifre indicate dal quotidiano di riferimento dei contiani. A noi sembrano numeri buttati lì, tanto per dimostrare, le vecchie ragioni che hanno portato la Raggi al “gran rifiuto”. Per confondere le acque si cita, in modo ellittico, il saggio di un vecchio economista americano, Andrew Zimbalist, scritto nel 2015, che poco ha a che vedere con la Kermesse giapponese. Senza dire per altro che quello stesso personaggio era uno degli animatori del movimento contro la richiesta di realizzare a Boston le Olimpiadi del 2024. Richiesta poi ritirata. Non certo il massimo dell’obiettività scientifica.

Ed allora perché? Ma la risposta è semplice. Perché dietro il conferimento di una semplice medaglia c’é lo sforzo, il sacrificio, la passione di mesi se non di anni di duro lavoro. É il trionfo di un merito, spesso ottenuto a caro prezzo e di un impegno personale che i sostenitori del salario di cittadinanza, nelle forme che abbiamo conosciuto, non possono capire. Ed allora meglio utilizzare la bilancia del dare e dell’avere. Specie se taroccata. Per dimostrare che, alla fine meglio farne niente, perché tanto “uno vale uno”. E che quindi non é necessario dannarsi più di tanto perché alla fine si potrà sempre vivere sulle spalle di chi, invece, la pensa esattamente all’opposto. E si danna per ottenere dalla vita un qualche cosa in più.

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