Mentre i policy maker delle economie di tutto il mondo si sono riuniti settimana scorsa a Washington DC per i meeting annuali del FMI e della Banca Mondiale, i leader dei BRICS si sono riuniti a Kazan, in Russia, per il 16° vertice dei BRICS. Questa tre giorni ha segnato il primo vertice con un numero allargato di membri. Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti (EAU) hanno partecipato al vertice per la prima volta come membri accanto ai membri originari (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Altri Paesi, tra cui Malesia, Thailandia, Nigeria e Turchia, avrebbero espresso interesse ad aderire al gruppo.
In cima all’agenda del vertice di Kazan c’è stata la spinta a creare una piattaforma alternativa per i pagamenti internazionali. BRICS Pay è stato lanciato di recente a Mosca in occasione del BRICS Business Forum. Si tratta di un nuovo sistema di pagamento transfrontaliero in valuta locale basato sulla blockchain che utilizza le infrastrutture di pagamento nazionali esistenti in ogni Paese membro. Anche le valute digitali emesse dai Paesi membri sono integrate in BRICS Pay. La sua natura decentralizzata garantirebbe che nessuna entità possa disconnettere qualcuno dal sistema.
La Russia e la Cina sono i principali sostenitori del nuovo sistema, in quanto cercano di fare meno affidamento sui sistemi basati sul dollaro. Anche il presidente brasiliano Lula si è espresso a favore di un’alternativa. L’India, invece, si è dimostrata meno entusiasta. Il Ministro degli Affari Esteri indiano ha recentemente dichiarato che l’India non sta perseguendo attivamente la de-dollarizzazione e che la sua intenzione di far parte del sistema alternativo è dovuta principalmente al fatto che vuole ancora commerciare con alcuni Paesi che hanno difficoltà a commerciare in dollari. Sospettiamo che altri (potenziali) membri siano più allineati con l’India. Infatti, il dirham degli Emirati Arabi Uniti è ancorato al dollaro mentre l’Egitto e l’Etiopia hanno dovuto ricorrere ai prestiti del Fondo Monetario Internazionale per aver esaurito la loro disponibilità di valuta estera lo scorso anno.
Sebbene la nuova tecnologia sia utile, i principali ostacoli per l’efficacia dei pagamenti e dei regolamenti transfrontalieri sono rappresentati dalle normative locali, come quelle sui cambi e sull’antiriciclaggio. Anche la gestione dei rischi di regolamento dei cambi non è semplice. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), i regolamenti dei cambi garantiti (tramite pagamento contro pagamento) per le valute dei mercati emergenti avvengono per lo più con le valute dei mercati sviluppati (soprattutto il dollaro).
Sarebbe un passo cruciale per i BRICS e per i Mercati Emergenti se il nuovo sistema funzionasse bene e fosse ampiamente adottato dai suoi membri. Tuttavia, al di là della minaccia delle sanzioni, non c’è una ragione chiara per cui questo sistema dovrebbe essere preferito a quelli esistenti o a quelli nuovi. Il Project Nexus della BRI, ad esempio, collega il sistema di pagamento istantaneo (IPS) dell’ASEAN in valuta locale. L’India ha recentemente aderito a questo progetto.
La de-dollarizzazione continuerà il suo lento cammino
Riteniamo che BRICS Pay rappresenti un ulteriore passo avanti nel programma di de-dollarizzazione, ma non una fuga generale dal dollaro per la maggior parte dei mercati emergenti.