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Ecco i perché del flop di Mecelis (Covalis) nell’assemblea Enel

Come e perché nell'assemblea Enel il fondo delle Cayman Covalis di Zach Mecelis ha fatto splash: la sua campagna (piena di contraddizioni) è fallita, infatti Scaroni è stato eletto presidente. Fatti e approfondimenti

 

“Ma chi poteva credere all’estero che un vicepresidente di una banca d’affari americana potesse essere alla mercé di Russia o Cina?”, è quello che dice sotto anonimato un addetto ai lavori che ha giocato nella partita Enel affinché si arrivasse all’esito finale: la vittoria delle liste del Mef e di Assogestioni, dunque al nuovo assetto del gruppo energetico con presidente Paolo Scaroni e come amministratore delegato Flavio Cattaneo.

Scaroni – già numero uno di Eni ed Enel – è anche vicepresidente della banca d’affari americana Rothschild. Così il tutto il castello narrativo del fondo britannico con sede nelle isole Cayman, Covalis, è crollato anche nei grandi fondi internazionali che hanno seguito le indicazioni dei proxy advisor e non le tesi di Zach Mecelis, il finanziere lituano a capo del fondo Covalis.

D’altronde, come sottolineato nei giorni scorsi da Start Magazine, non sono mancate capriole e contraddizioni da parte di Mecelis.

Vediamo.

ECCO L’ESITO DELL’ASSEMBLEA ENEL: FLOP COVALIS

Il risultato del voto per il board ha visto la lista del Mef totalizzare il 49,1% del capitale presente; la lista del comitato dei gestori ha preso il 43,4% e la lista Covalis il 6,9%, troppo poco per conquistare un posto in cda.

Il nuovo cda di Enel sarà composto, oltre che da Scaroni e da Cattaneo, da Fiammetta Salmon, Johanna Arbib, Alessandro Zehentner e Olga Cuccurullo. I tre candidati eletti della lista presentata da Assogestioni sono Dario Frigerio, Alessandra Stabilini e Mario Corsi.

Che cosa è successo? In sostanza molti fondi che hanno votato la lista Assogestioni hanno scelto Scaroni (lista Mef) come presidente.

LA POLEMICA DI COVALIS VERSO IL GOVERNO E SCARONI

Covalis Capital si era posto – almeno inizialmente, salvo poi ammorbidire i toni – in indiretta polemica con il governo di Giorgia Meloni, accusandolo di “opacità” nel processo delle nomine. Il fondatore di Covalis, Zach Mecelis, aveva detto inoltre di volere “un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente, che rifletta la natura internazionale dell’azienda e della sua base di azionisti”.

In una lettera inviata agli azionisti di Enel, Covalis raccomandava di votare per la propria lista anziché quella di Assogestioni – appoggiata però dai proxy advisor -, sostenendo che non sia indipendente.

“Mazzucchelli è l’unico candidato presidente ad avere i requisiti di indipendente”, si legge nel documento. Ovvero Marco Mazzucchelli, banchiere, proposto da Covalis come nuovo presidente di Enel al posto di Scaroni. Mentre il fondo delle Cayman non aveva un candidato amministratore delegato alternativo alla scelta del ministero dell’Economia per Cattaneo.

LA TRACCIA SPAGNOLA

Il Fatto Quotidiano due giorni fa ha individuato un nucleo spagnolo anti ScaronI: “Alcune tracce portano in Spagna, dove i quotidiani finanziari hanno notato legami con Endesa, controllata spagnola di cui Starace è vicepresidente (la lista di Covalis comprende gli spagnoli Daniel Lacalle e Paulina Beato)”.

Eppure proprio da un candidato spagnolo di Covalis al cda di Enel sono arrivate parole non critiche verso Scaroni, nell’ennesima capriola che ha caratterizzato il fondo delle Cayman.

EPPURE LO SPAGNOLO LACALLE SU SCARONI…

L’economista spagnolo Daniel Lacalle, presente nella lista di Covalis per Enel, ha infatti spiegato al quotidiano La Verità che “la nostra proposta di un consiglio di amministrazione indipendente non riguarda gli individui, ma la democrazia degli azionisti e la fiducia degli investitori. Non c’è alcun problema di personalità. Come investitore ho incontrato più volte il signor Scaroni, stimato professionista come dirigente del settore petrolifero e del gas e banchiere […]. Credo che la decisione di nominare i vertici di un’azienda globale con una portata internazionale come Enel debba tenere conto del parere di tutti gli azionisti e degli investitori internazionali in modo trasparente e aperto”.

Ma pure la tesi narrata dal fondo Covalis sul filoputinismo di Scaroni si scontra con una contraddizione dello stesso Mecelis.

CHI È ZACH MECELIS DI COVALIS

Zilvinas Michelis detto “Zach” è un imprenditore lituano di 43 anni formatosi negli Stati Uniti, dove ha iniziato a lavorare nel settore della finanza. È stato analista presso la società di investimento Zimmer Lucas Partners e poi gestore di portafogli a GLG Partners LP, dove – si legge su Yahoo! Finance – ha sviluppato la sua “strategia di gestione degli investimenti”, focalizzandosi sulle società europee che forniscono servizi di pubblica utilità: come Enel, appunto.

Nel 2009 si è spostato a Noble Group, che si occupa di commercio di materie prime. Nel 2011 ha lanciato Arc Asset Management. Nel 2012, infine, ha fondato Covalis Capital, un hedge fund con sede nelle isole britanniche Cayman che investe in infrastrutture, utility, energia rinnovabile e materie prime; ha in gestione asset per circa 1,5 miliardi di dollari.

LA PASSIONE DI MECELIS PER IL BLOG ZEROHEDGE

Su Twitter il nome Zach Mecelis rimanda a un unico account, @ZachZmecelis. È possibile che si tratti del profilo del fondatore di Covalis Capital, trattandosi di un utente lituano che twitta principalmente di questioni legate alla finanza, e rilanciando anni fa tweet di Donald Trump, Joe Biden e Lacalle, l’economista spagnolo presente nella lista di Covalis per il cda di Enel.

Il profilo risulta inattivo da circa un anno, e in generale poco utilizzato: appena 55 follower e una manciata di tweet in dieci anni di iscrizione al social network.

Dando uno sguardo ai tweet emerge in particolare una passione di Mecelis per ZeroHedge, un discusso blog di finanza e geopolitica. ZeroHedge è molto critico nei confronti dell’amministrazione Biden e l’anno scorso, pochi giorni prima dell’inizio della guerra in Ucraina, era stato accusato dall’intelligence americana di amplificare la propaganda del Cremlino.

IL BRITANNICO COVALIS SNOBBATO DAI FONDI AMERICANI

Anche l’aura british per cui solo Covalis e non certo la lista del Mef o di Assogestioni avevano sponde americane e magari della Casa Bianca si è sbriciolata, visto che anche fondi statunitensi non hanno scelto la lista di Mecelis: “Se questi investitori avessero veramente voluto affossare la nomina di Scaroni – ha sottolineato Carlotta Scozzari di Huffington Post Italia – avrebbero votato in massa la lista di Covalis, che però ha ottenuto soltanto il 6,9% delle preferenze non riuscendo a piazzare nemmeno un proprio rappresentante nel nuovo consiglio di amministrazione. I grandi fondi si sono, invece, espressi a favore sia della lista di Assogestioni, l’associazione italiana del risparmio gestito che ha tirato dalla propria parte il 43,49% dei presenti, sia di quella stilata dal Tesoro, che ha ottenuto il 49,1% dei voti”.

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