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Pfizer

Tutti gli affari di Pfizer (secondo la stampa britannica)

Ecco che cosa emerge dalle inchieste del Financial Times e di Channel 4 su profitti, contratti e segreti di Pfizer, leader dei vaccini anti Covid

 

Si alza sempre di più il polverone sui profitti ottenuti dai super contratti stipulati per il vaccino anti Covid della casa farmaceutica statunitense Pfizer. Come Start anticipava un paio di settimane fa, un’inchiesta del Financial Times e ora una anche dell’emittente televisiva britannica, Channel 4, hanno portato alla luce come la biotech abbia ottenuto quasi il monopolio dei vaccini durante la pandemia da Sars-Cov-2.

IL POTERE DI PFIZER

Il FT ha raccontato quanto i leader occidentali abbiano “adulato” il Ceo dell’azienda Albert Bourla – tanto da arrivare a chiamarlo fino a 30 volte, come nel caso dell’ex primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu – pur di ottenere una via preferenziale nelle consegne dei vaccini.

IL “MONOPOLIO”

A ottobre, scrive il quotidiano economico-finanziario britannico, Pfizer aveva l’80% di quota di mercato per i vaccini anti Covid nell’Unione europea e il 74% negli Stati Uniti.

A fare la fortuna della società è stata soprattutto la sua capacità di espandere rapidamente la produzione, rendendola il produttore di vaccini più dominante. Questo ha dato un grande potere a Pfizer che è riuscita a negoziare con capi di Stato e di governo da una posizione di forza, consentendole di stabilire i prezzi e l’ordine della lista dei Paesi che avrebbero ricevuto le dosi.

I PROFITTI

Pfizer, che finora ha consegnato più di 2 miliardi di dosi, prevede che le vendite del vaccino raggiungeranno i 36 miliardi di dollari nel 2021, almeno il doppio di quelle del competitor Moderna.

Mentre AstraZeneca ha accettato di vendere il vaccino al prezzo di costo durante la pandemia, Pfizer ha voluto assicurarsi i suoi profitti e il vaccino, che ora ha il marchio Comirnaty, sarà uno dei farmaci più redditizi della storia farmaceutica.

LE ACCUSE

Tom Frieden, ex direttore dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) sotto Barack Obama, citato dall’inchiesta di Channel 4 Dispatches, ha accusato Pfizer di aver approfittato della pandemia per meri interessi economici: “Se ti stai concentrando solo sulla massimizzazione dei profitti e sei un produttore di vaccini … sei un profittatore di guerra”.

IL VERO COSTO DEL VACCINO

Stando all’inchiesta di Channel 4, un esperto di ingegneria biologica ha sostenuto che il farmaco di Pfizer costa circa 0,90 centesimi per la produzione di ogni dose. I costi di produzione stimati non includono ricerca, distribuzione e altri costi.

LA STORIA DIETRO AL VACCINO

Il FT definisce inoltre la strategia di Pfizer “il più grande colpo di marketing nella storia della farmaceutica americana” perché senza la tedesca BioNTech probabilmente oggi la storia sarebbe andata in modo diverso.

È stato infatti Ugur Sahin, amministratore delegato della società, a iniziare a progettare un vaccino utilizzando la tecnologia mRna e a proporlo a Pfizer perché, non avendo prodotti approvati e quindi nessuna vendita o profitto, ha dovuto cercare un partner con maggiori finanziamenti e influenza.

“Non è nemmeno il loro vaccino”, ha detto al quotidiano un ex funzionario del governo Usa coinvolto nell’approvvigionamento dei vaccini.

L’ACCORDO CON BIONTECH E CON I GOVERNI

Mentre BioNTech, fa sapere il Guardian, ha preso fino a 375 milioni di euro di finanziamenti dal governo tedesco per lo sviluppo del vaccino, Pfizer ha rifiutato i soldi del governo americano per poter mantenere il controllo completo del vaccino, compresa la questione cruciale dei prezzi.

L’accordo tra le due case farmaceutiche prevede, infatti, che l’azienda tedesca riceva la metà dei profitti, ma è il colosso statunitense a controllare la commercializzazione del vaccino in tutti i Paesi tranne i territori di origine dei fondatori, Germania e Turchia, e la Cina, dove BioNTech aveva già firmato un accordo con Fosun Pharma.

A QUANTO È STATO E VIENE VENDUTO

Nei primi negoziati tra Pfizer e il governo degli Stati Uniti, all’inizio dell’estate 2020, l’azienda – scrive il FT – ha chiesto 100 dollari a dose, ma ben presto Bourla si sarebbe reso conto che un simile prezzo avrebbe messo a rischio la reputazione della società.

Moderna, che aveva preso grandi sovvenzioni dal governo americano, aveva accettato un prezzo molto più basso così che anche Pfizer alla fine si è accordata su 19,50 dollari a dose nel contratto iniziale con gli Stati Uniti, e l’equivalente in altri Paesi occidentali.

Ma questo, sottolinea il quotidiano, era comunque quattro volte il prezzo di una singola dose di Johnson & Johnson, e cinque volte più alto di una di AstraZeneca.

Ora, riporta il FT, l’Ue si aspetta da Pfizer un numero di dosi cinque volte maggiore rispetto a Moderna e, sebbene un tale impegno dovrebbe tradursi in un taglio dei prezzi, Pfizer ha aumentato il prezzo di più di un quarto rispetto al livello iniziale concordato, salendo da 15,50 a 19,50 euro, con il benestare della presidente di Commissione Ursula von der Leyen. Aumenti applicati anche negli accordi con i governi britannico e statunitense.

I SEGRETI DI PFIZER

Zain Rizvi, direttore di ricerca presso Public Citizen, un’organizzazione statunitense di difesa dei consumatori che ha esaminato i contratti globali di vaccinazione della Pfizer, ha detto: “C’è un muro di segretezza che circonda questi contratti ed è inaccettabile, soprattutto in una crisi di salute pubblica”.

“Il modo in cui Pfizer esercita il suo potere – e quello che ha intenzione di fare in futuro – è trattato come top secret”, riferisce il FT, “perché il produttore di vaccini copre grandi parti di contratti e vincola anche gli scienziati indipendenti con accordi di non divulgazione”.

Pfizer, scrive il Guardian, ha detto che gli accordi di riservatezza sono una pratica comune e la stima del costo di produzione del vaccino da parte di un esperto di ingegneria biologica era “grossolanamente imprecisa e priva di significato” perché non rifletteva i veri costi per portare il vaccino ai pazienti, compresi gli studi clinici, i maggiori sforzi di produzione e la distribuzione globale.

IL CASO UK

I ministri britannici, si legge nell’articolo, hanno concordato una clausola di segretezza in qualsiasi controversia con Pfizer sulla fornitura del vaccino in Gran Bretagna.

“[Il Regno Unito, ndr] È l’unico Paese ad alto reddito che ha accettato questa disposizione. Permette alle aziende farmaceutiche di aggirare i processi legali nazionali”, ha detto Rizvi. “Il governo britannico ha permesso alle aziende farmaceutiche di comandare. Come siamo finiti in una situazione in cui una manciata di aziende farmaceutiche sono state in grado di esercitare un tale controllo sui governi più potenti del mondo? Indica un sistema rotto”.

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