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Tutte le ultime novità su Leonardo

L'accordo di Leonardo con Knds, gli scenari sulle prossime mosse di Cingolani secondo il Sole 24 ore, l'andamento del titolo in Borsa, il commento di Intermonte e l'uscita del top manager Paolo Messa dal gruppo ex Finmeccanica. Fatti, numeri, indiscrezioni e approfondimenti

Buona performance di Leonardo stamattina a Piazza Affari che, dopo aver segnato un progresso dell’1,08%, ha chiuso +0,71%, attestandosi in cima al listino principale milanese. Il movimento del titolo è in scia – secondo l’agenzia Radiocor – alle indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore secondo cui la società guidata dall’amministratore delegato Roberto Cingolani starebbe guardando al modello Mbda per la nuova alleanza strategica siglata il 13 dicembre con Knds e finalizzata alla creazione di un polo europeo per gli armamenti terrestri.

LA FIRMA DELL’INTESA CON KNDS

I vertici di Leonardo nei giorni scorsi – come raccontato anche da Start Magazine – hanno firmato un accordo con Knds, holding che controlla la tedesca Kmw e la francese Nexter, che postula la creazione di un gruppo europeo per la difesa terrestre, che produrrà i carri armati Leopard 2 A8 e nuovi blindati.

IL PIANO DI LEONARDO CON KNDS

Nel dettaglio Leonardo punterebbe a creare un jv di cui deterrebbe un terzo, mentre il 63% circa dovrebbe andare a Knds che rappresenta l’industria francese e tedesca. “Per l’assetto societario della joint venture a Cingolani piace «il modello Mbda», la società missilistica di cui Leonardo ha il 25% (Airbus e Bae Systems hanno il 37,5% ciascuna). Leonardo aspira ad avere un terzo della futura joint venture. Un terzo ciascuna lo avrebbero l’industria francese e quella tedesca, pertanto a Knds andrebbe il 67% circa. Secondo fonti industriali nell’assetto finale si dovrà tener conto anche del ruolo della tedesca Rheinmetall, partner importante del Leopard e costruttrice dei blindati Lynx”, ha scritto Gianni Dragoni del quotidiano Il Sole 24 ore.

CAPITOLO HENSOLDT

Cingolani – ricorda il Sole –  ha scritto una lettera al governo tedesco con la quale conferma la collaborazione con Hensoldt, di cui il predecessore, Alessandro Profumo, ha comprato il 25,1%, con una spesa di 606 milioni. Leonardo però scenderà al 22,8% perché non parteciperà alla ricapitalizzazione di Hensoldt, perché spenderebbe 76 milioni pur rimanendo in minoranza. (qui il recente approfondimento di Start Magazine su Leonardo ed Hensoldt)

IN ATTESA DEL PIANO INDUSTRIALE

Inoltre, in vista del piano industriale che sarà presentato al Cda a fine febbraio, la società ha già rivisto gli accordi con Thales sulla Space Alliance e consoliderà Telespazio di cui detiene il 65%.

DOSSIER LANCIATORI E NON SOLO

Nei lanciatori, Leonardo punta ad una aggregazione che valorizzi la partecipazione detenuta in Avio. Non si escludono possibili nuove collaborazioni con Airbus nelle aerostrutture, tenendo conto che oggi la collaborazione è limitata agli A321 e A220.

Infine, ha scritto il quotidiano confindustriale, “una rivoluzione nelle alleanze di Leonardo potrebbe derivare dai colloqui aperti con Airbus, per studiare collaborazioni più ampie nelle aerostrutture (oggi limitata agli A321 e A220) e altre opzioni, dallo spazio agli elicotteri militari. Secondo una fonte industriale, c’è un progetto congiunto di Airbus e Leonardo per avere finanziamenti dal fondo europeo Edf per studiare un nuovo aereo da trasporto militare (Fasett), da mettere sul mercato per la futura sostituzione dei C130 di Lockheed”.

L’ANALISI DI INTERMONTE

Secondo Intermonte «l’articolo è in linea con i commenti e le dichiarazioni recenti del management di Leonardo». Ossia, nulla di veramente nuovo. Ma secondo Radiocor, l’agenzia di stampa del gruppo Sole 24 ore, il pezzo di Gianni Dragoni del quotidiano confindustriale ha contribuito a far aprire in positivo il titolo del gruppo ex Finmeccanica in Borsa. Sarà vero?

PAOLO MESSA ESCE DAL GRUPPO LEONARDO

C’è un’altra domanda che aleggia intorno a Leonardo, stamattina. Quali sono i reali motivi dell’uscita del top manager Paolo Messa, editore tra l’altro delle testate giornalistiche Formiche, Formiche.net (dove di recente Giorgio Rutelli è stato sostituito da Valeria Covato) e Airpress (rivista specializzata proprio su difesa e aeronautica), dal gruppo ex Finmeccanica. Messa – si legge sul sito della Luiss Business School – “dal 2018 è entrato in Leonardo Company come Executive Vice President. Ora è responsabile delle Relazioni Geo-Strategiche con gli Usa”. Fece il giro dei computer del gruppo di piazza Monte Grappa un formidabile video: “Nel suo nuovo ruolo, Messa si occupa di curare le relazioni geostrategiche con gli Stati Uniti d’America”, scrisse sul Riformista la lobbista Mariella Palazzolo, blogger di Formiche, che ha pubblicato su Youtube nell’ambito della rubrica “Lobby non olet” il video dal titolo: “Paolo Messa di Leonardo per Lobby Non Olet. La lobby non solo “non olet”, addirittura profuma”. Messa non dipendeva – all’epoca dell’arrivo in Leonardo negli States – dalla direzione Relazioni Internazionali ma faceva capo alla direzione retta allora dall’ex vicedirettore generale vicario del Dis (servizi segreti), Enrico Savio, in passato Chief Strategy and Market Intelligence Officer di Leonardo. Evidentemente – secondo fonti sindacali di Leonardo – ci sono stati attriti con i vertici alla base dell’uscita di Messa dal gruppo presieduto da Stefano Pontecorvo. Ma la fine dell’esperienza del giornalista ed editore Messa in Leonardo non è arrivata durante la gestione Profumo e Carta – che evidentemente profumavano – ma in quella di Cingolani e Pontecorvo. Messa, comunque, smentisce dissidi con il vertice.

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