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Conti Correnti

Tutte le novità sulla partita del contratto dei bancari di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bper, Bnl e non solo

Entra nel vivo la partita del contratto dei bancari. Il rinnovo interessa Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, Bper, Credit Agricole, Bnl Bnp Paribas e tutte le altre banche aderenti ad Abi. Ecco le ultime mosse dei sindacati

 

La partita per il rinnovo del contratto collettivo dei bancari ieri ha vissuto un momento politico fondamentale. Il Comitato direttivo centrale della Fabi, infatti, ha approvato all’unanimità la piattaforma rivendicativa sindacale. Si tratta del documento – già licenziato dai segretari generali delle cinque sigle del settore lo scorso 7 aprile e oggi al vaglio degli “attivi unitari” di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – che sarà il punto di partenza della trattativa vera e propria volta a rinnovare il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro di 280.000 lavoratori delle banche italiane. Il rinnovo interessa Intesa Sanpaolo, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena (Mps), Bper, Credit Agricole, Bnl Bnp Paribas e tutte le banche aderenti ad Abi.

Il semaforo verde del direttivo della principale organizzazione sindacale dell’industria bancaria segna, dunque, un passaggio fondamentale per il negoziato. L’unanimità espressa dai massimi dirigenti Fabi è un unicum nel panorama sindacale. Non solo. La sigla guidata da Lando Maria Sileoni è la più rappresentativa nel settore oltre a essere considerata il punto di riferimento, tanto per le banche quanto per l’Associazione bancaria italiana (Abi): ne consegue che la rilevanza politica delle rivendicazioni sindacali per il nuovo contratto assume un connotato assai rilevante. La riunione del Cdc Fabi, insomma, era particolarmente attesa fra gli addetti ai lavori e l’esito della votazione di ieri pesa come un macigno per le controparti. Una riunione, quella del direttivo della Federazione autonoma bancari italiani, che, secondo indiscrezioni raccolte fra i partecipanti, ha visto l’intera organizzazione compatta attorno al segretario generale. Una comune visione d’intenti – chiara e politicamente condivisa – che va nel solco di quanto emerso durante tutti i 98 congressi provinciali della Fabi, terminati lo scorso 12 aprile, durante i quali l’attuale gruppo dirigente della Federazione ha ottenuto unanime consenso.

Sileoni, dunque, si appresta a guidare il fronte sindacale per uno dei rinnovi più complessi della storia del settore. Il segretario generale della Fabi ha alle spalle altri cinque contratti nazionali e la sua esperienza, oltre che la sua capacità negoziale e di fare da sintesi politica fra le parti, è considerata, anche tra i principali banchieri, essenziale per il buon esito della partita. Così come sarà rilevante il ruolo dello stesso Sileoni nel ricucire i rapporti tra Intesa Sanpaolo e Abi, dopo la revoca del mandato sindacale all’Associazione bancaria decisa il 27 febbraio dal primo gruppo bancario del Paese.

La rivendicazione economica, con i suoi 435 euro di aumento medio mensile da spalmare per tutta la durata del nuovo contratto, è l’elemento che finora ha fatto più rumore nelle cronache giornalistiche. Tuttavia, la piattaforma è suddivisa in 58 argomenti e contiene 110 rivendicazioni, finalizzate da un lato a migliorare le condizioni professionali e personali dei dipendenti bancari, dall’altro a mantenere il settore unito, assicurando un futuro non solo a chi in banca ci lavora, ma anche alla clientela.

Quanto alle altre sigle del settore, Riccardo Colombani della First Cisl è, tra i segretari generali, l’elemento che contribuisce, numeri alla mano, a irrobustire e rendere concrete le richieste presentate alle banche, con la sua sigla che – secondo gli addetti ai lavori – ha cambiato nettamente passo rispetto alla precedente guida. La Fisac Cgil è da quasi tre mesi guidata da Susy Esposito e chi ha partecipato agli incontri sul contratto ha percepito importanti qualità oltre alla capacità di vedere i problemi oltre la strettissima attualità. La Uilca di Fulvio Furlan, invece, sta cercando di uscire da un periodo di frizioni e veleni interni che stanno creando non pochi problemi al vertice oltre a far perdere iscritti; non sono pochi quelli che rimpiangono Massimo Masi, predecessore di Furlan e probabilmente il segretario generale più rimpianto nella storia della Uilca. Emilio Contrasto di Unisin, infine, sempre in linea con le posizioni di Sileoni, fornisce un fondamentale contributo soprattutto come memoria storica.

Adesso sta alle banche prepararsi alla trattativa, in attesa delle assemblee dei lavoratori, chiamati a esprimersi sulla piattaforma, con le votazioni che dovrebbero chiudersi a fine giugno. La domanda che i più esperti addetti del settore si pongono è: riuscirà l’Abi a contrastare le richieste dei sindacati con argomenti convincenti e altrettanto validi sia sul piano politico sia nel merito dei contenuti?

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