È sempre più lastricata di ostacoli la strada che collega Palazzo Altieri, a Roma, e Ca’ de Sass, a Milano. Ieri un botta e risposta fra il numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli, e la prima banca del Paese, Intesa Sanpaolo, ha rinfocolato le polemiche dietro il recente ritiro della delega alla rappresentanza sindacale proprio da parte del gruppo guidato da Carlo Messina.
Il gruppo capeggiato da Messina ha di fatto sfiduciato l’Abi sul dossier contrattuale e sindacale.
Ecco quello che è successo.
COS’HA DETTO PATUELLI SU INTESA SANPAOLO
Ieri, al termine dell’esecutivo dell’associazione, ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la revoca della delega, Patuelli ha tenuto a precisare: “Non è con noi la frizione, non c’è un malinteso in famiglia, non è in Abi, non c’è nessun malinteso: è stato un malinteso con i sindacati non con Abi”. Sempre secondo quanto riferito dall’Ansa, su un possibile rientro a pieno titolo di Intesa Sanpaolo in Abi, Patuelli ha risposto: “Questo lo dovete chiedere a Intesa Sanpaolo non a me, ma comunque vi è una partecipazione non silente ma attiva e costruttiva come invitati permanenti. Quindi c’è costruttività e io confido che la costruttività nel prosieguo sia generale e produca il chiarimento anche di quella giornata”.
LA PRECISAZIONE DI INTESA SANPAOLO
Neppure tre ore dopo, le agenzie hanno riportato le dichiarazioni di un portavoce di Ca’ de Sass secondo cui “la banca ha comunicato all’Abi la revoca del mandato di rappresentanza per il venir meno di un rapporto di fiducia nei confronti del Casl e dell’Abi nella trattativa con i sindacati riguardo il nuovo contratto”. Dopo la stoccata, la mano tesa (almeno formalmente): “Intesa Sanpaolo – ha detto ancora il portavoce – come già reso noto proseguirà nel dialogo – con atteggiamento aperto e spirito di collaborazione – con le organizzazioni sindacali nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come sempre avvenuto, continuando a ritenere le relazioni industriali elemento essenziale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo, nell’interesse di tutti i lavoratori del settore, delle nostre persone e della banca stessa”.
IL CASO CASL
Per comprendere meglio l’accaduto occorre fare un passo indietro, precisamente al 14 dicembre scorso quando il Comitato esecutivo dell’Abi ha preso atto delle dimissioni di Salvatore Poloni da presidente del Comitato per gli Affari Sindacali e del Lavoro (Casl) per la prevista conclusione del suo incarico come condirettore generale di Banco Bpm. In quella stessa occasione Palazzo Altieri ha nominato presidente del Casl Ilaria Maria Dalla Riva, Head of People & Culture Italy di Unicredit, prima donna a ricoprire questo ruolo.
I FATTI DEL 21 FEBBRAIO
Fonti interne a Intesa Sanpaolo, secondo quanto riportato da Milano Finanza, pongono l’attenzione su una data: 21 febbraio. Proprio quel giorno si sarebbe incrinato il rapporto fra Abi e il gruppo perché – durante una riunione con i sindacati per discutere del rinnovo del contratto dei bancari, scaduto a fine 2022 e prorogato al 30 aprile – nessuno dell’Associazione avrebbe mosso un dito per difendere un manager di Intesa Sanpaolo dalle dure accuse di Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi.
LE ACCUSE DI SILEONI (FABI) AL MANAGER DI INTESA SANPAOLO
Durante la riunione Sileoni ha attaccato il responsabile delle relazioni sindacali di Intesa Sanpaolo, Alfio Filosomi, reo di non voler affrontare dentro le sedi istituzionali il tema del contratto nazionale preferendo invece farlo altrove.
Sileoni ha pure definito Filosomi “un grillo parlante che in ogni ambito tenta di fare il presidente del Casl ombra”, uno che “ad ogni occasione fa il professorino, censura, fa il primo della classe”. Il numero uno della Fabi – precisando peraltro che la sua è una “critica sindacale” – ha aggiunto che i provvedimenti disciplinari del manager “sono politicamente e sindacalmente una ghigliottina per i lavoratori di Intesa” denunciando poi un “clima interno particolarmente difficile per le pressioni commerciali, per i provvedimenti disciplinari assurdi, per il fatto che tra settori non si parlano”. In sostanza, ha puntualizzato Sileoni, “Intesa Sanpaolo vive, e vive bene, per le iniziative da fuoriclasse del suo amministratore delegato, Carlo Messina”.
Il segretario generale del primo sindacato dei bancari ha fatto notare di aver risposto, in Abi, “a due interventi del responsabile delle relazioni sindacali del gruppo Intesa Sanpaolo che, in occasione di due congressi sindacali, ha dettato le linee politiche e contrattuali sul nuovo contratto nazionale di lavoro. Intesa Sanpaolo, per bocca del suo rappresentante, giustifica le deroghe all’attuale contratto nazionale col fatto di essere il più importante gruppo, anche per dimensione, del settore. E quelle considerazioni sono state diffuse attraverso due video pubblici”.
LA RICOSTRUZIONE DI HUFFINGTON POST ITALIA
Ha scritto Carlotta Scozzari di Huffington Post Italia: “Secondo alcune ricostruzioni, a rappresentare per la banca la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata la totale mancanza di reazione da parte sia di Dalla Riva sia di qualsiasi altro rappresentante dell’Abi (all’incontro era presente Sabatini) proprio alle parole di Sileoni. Eppure, il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, intervenuto subito dopo Sileoni, aveva lasciato ai diretti interessati la possibilità di replicare. Intesa, in altri termini, potrebbe non essersi sentita sufficientemente difesa in quel frangente dall’Associazione bancaria rispetto all’attacco ricevuto dalla Fabi. C’è anche chi fa notare che il rappresentante del gruppo milanese presente all’incontro, e collegato in videoconferenza, avrebbe potuto spendere una parola per Filosomi, cosa che non è avvenuta”.
IL RINNOVO DEL CCNL DEI BANCARI E IL RITIRO DELLA DELEGA
Per quanto riguarda la revoca del mandato di rappresentanza sindacale all’Abi, Intesa Sanpaolo aveva espresso la volontà di proseguire nel dialogo con i sindacati “nel rispetto pieno dei reciproci ruoli, come sempre avvenuto, continuando a ritenere le relazioni industriali elemento essenziale nel raggiungimento degli obiettivi del gruppo, nell’interesse delle nostre persone e della banca”. Inoltre aveva confermato l’adesione del gruppo all’Associazione bancaria.
LA MOSSA RIVOLUZIONARIA SUL CONTRATTO DEI BANCARI
Come raccontato da Start Magazine in diversi articoli, ci sono tensioni sindacali in Intesa Sanpaolo sulla settimana di lavoro da 4 giorni tra i vertici della banca guidata dall’ad, Carlo Messina, e le organizzazioni sindacali. (qui le posizioni dei sindacati, qui quella della banca e qui l’approfondimento di Startmag). In sostanza Intesa Sanpaolo ha lanciato ieri una serie di iniziative per i suoi dipendenti, tra cui la cosiddetta “settimana corta” di 4 giorni, la flessibilità dell’orario di lavoro e lo smart working. Argomenti affrontati per alcuni mesi al tavolo sindacale, tuttavia senza raggiungere un punto di equilibrio. Infatti Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin non hanno firmato l’accordo.