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Licenziamenti Big Tech

TikTok e non solo, perché vanno di moda i licenziamenti nelle Big Tech?

Anche se in modo più contenuto rispetto ad altre Big Tech, pure per TikTok è arrivato il momento di licenziare. Ecco come è iniziato (male) l'anno per i dipendenti delle società tecnologiche

 

I licenziamenti nelle Big Tech continuano a susseguirsi. L’ultima a darne notizia è TikTok. L’app di video, di proprietà della società cinese ByteDance, licenzierà infatti 60 dipendenti tra Los Angeles, New York, Austin e anche fuori dagli Stati Uniti.

I LICENZIAMENTI (CONTENUTI) IN TIKTOK

La motivazione è sempre la stessa: ridurre i costi. E per farlo TikTok ha previsto di licenziare circa 60 dipendenti, per lo più nella divisione vendite e pubblicità. In passato l’azienda aveva già ridotto il personale dell’unità pubblicitaria nordamericana e una parte consistente del suo team in Russia nel 2022, oltre ai tagli messi in atto all’inizio dell’anno scorso ai ruoli legati all’acquisizione di talenti.

Nonostante sia stata mirino dei funzionari di Washington per timori legati alla sicurezza nazionale, visti i suoi legami con la cinese ByteDance, TikTok è cresciuta tantissimo e velocemente negli Stati Uniti, dove conta circa 7.000 degli oltre 150.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo. Stando a quanto riporta Npr, negli Usa ha più di 150 milioni di utenti attivi e, con 225 miliardi di dollari, ByteDance è stimata essere l’azienda privata di maggior valore al mondo.

Tuttavia, i suoi licenziamenti appaiono “relativamente contenuti”, come scrive Quartz, se paragonati a quelli di Amazon, Google e Discord, solo per citarne alcuni.

I NUMERI DEI LICENZIAMENTI TRA LE BIG TECH

Secondo il sito di monitoraggio layoffs.fyi, solo nelle prime tre settimane del 2024 hanno perso il lavoro oltre 13.000 dipendenti in tutto il mondo. Nel 2023, intanto, con 262.595 licenziamenti si era registrata la più alta riduzione di posti di lavoro nel settore tecnologico dalla pandemia e nel 2022 erano stati più di 16.000.

Se il 2023 è stato per il Ceo di Meta, Mark Zuckerberg, “l’anno dell’efficienza”, la maggior parte degli analisti della Silicon Valley, si legge su Npr, “si aspetta che il ridimensionamento sia molto più ridotto e mirato rispetto all’anno scorso”.

Uno dei principali motivi di questa crisi è spiegato dall’avvento dell’intelligenza artificiale, su cui l’intero settore sta spostando le risorse, considerandola la prossima corsa all’oro tecnologica.

Fonte: layoffs.fyi

UN INIZIO DI ANNO NERO

Andando a guardare i numeri riportati da Quartz circa i licenziamenti delle Big Tech da inizio anno, il 2024 non sembra essere partito nel migliore dei modi. In ordine cronologico ecco come il sito riassume gli ultimi 20 giorni:

  • Lazada Group, una delle più grandi aziende di e-commerce del sud-est asiatico, di proprietà del gigante tecnologico Alibaba, ha licenziato 100 dipendenti;
  • Cue, una startup di tecnologia sanitaria focalizzata sui test diagnostici, ha tagliato 94 posti di lavoro;
  • NanoString, un’azienda biotecnologica pubblica, ha ridotto del 10% la sua forza lavoro e ricevuto un avvertimento dal Nasdaq, in cui viene informata che andrà incontro al delisting se le azioni non raggiungeranno il minimo richiesto entro luglio;
  • La startup di design InVision, con sede a New York, un tempo valutata 2 miliardi di dollari e considerata un concorrente di Adobe, chiude i battenti, così come la piattaforma di investimento Here;
  • La società di commercio indiana Flipkart ha tagliato 1.000 posti di lavoro;
  • La startup di San Francisco Unity, specializzata in software per videogiochi, ha licenziato il 25% del suo personale;
  • Humane (una startup di IA sostenuta anche dal Ceo di openAI, Sam Altman), Rent the Runway, Uber Freight, Nevro (produttore di dispositivi medici), Branch (startup assicurativa) e Twitch (piattaforma di streaming di proprietà di Amazon) hanno annunciato licenziamenti;
  • L’app per l’apprendimento delle lingue Duolingo ha ridotto del 10% i suoi lavoratori a contratto;
  • Amazon ha dichiarato che licenzierà centinaia di dipendenti di Prime Video e Amazon MGM Studios, ma anche del team Buy with Prime;
  • Google ha tagliato centinaia di posti di lavoro nella sua unità Voice Assistant, così come nei team di realtà aumentata e di ingegneria centrale e prevede ulteriori licenziamenti;
  • L’app di audiolibri Audible (anch’essa di proprietà di Amazon), l’app di messaggistica Discord e l’azienda tecnologica indiana InMobi, hanno dichiarato che licenzieranno 100 o più dipendenti ciascuna;
  • Pixar, di proprietà della Disney, intende ridurre la propria forza lavoro fino al 20% quest’anno;
  • Veeam, azienda di software con sede a Columbus, Ohio, ha tagliato circa 300 posti di lavoro;
  • Apple ha dichiarato che ha intenzione di chiudere la sede di San Diego e che i lavoratori che non si trasferiranno ad Austin, in Texas, saranno licenziati;
  • YouTube, di proprietà di Google, ha tagliato 100 posti di lavoro;
  • Infine, lo sviluppatore di videogiochi Riot ha licenziato due giorni fa 530 lavoratori, ovvero l’11% del suo personale.

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