skip to Main Content

Piano Di Sviluppo Di Terna

Cdp, il Tesoro mette in sosta Donnarumma da Terna

Repubblica rilancia le notizie di Start Magazine (senza citare Start Magazine) con i dubbi del Tesoro sul passaggio di Donnarumma da Terna a Cdp Venture Capital

 

Quando arriva Stefano Donnarumma nel gruppo Cdp?

E’ la domanda che tiene banco da giorni tra gli addetti ai lavori dopo la tornata di nomine nelle società partecipate e controllate dallo Stato dopo le scelte del governo.

Infatti Donnarumma – molto stimato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni – era destinato secondo tutti gli articoli pre nomine ai vertici dell’Enel dopo l’esperienza alla guida di Terna.

Ma a sorpresa – su input in particolare di Lega e Forza Italia – ai vertici dell’Enel sono stati nominati Paolo Scaroni (alla presidenza) e Flavio Cattaneo (come amministratore delegato).

Subito dopo le nomine, dal governo – per bocca del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanbattista Fazzolari, molto vicino a Meloni – è giunta la notizia che Donnarumma sarebbe stato nominato alla guida di Cdp Venture Capital, sgr controllata da Cassa depositi e prestiti e partecipata da Invitalia (ministero dell’Economia).

Il 20 aprile Start Magazine ha scritto che la nomina è stata di fatto congelata:

“Due le ipotesi che filtrano da fonti del dicastero dell’Economia: non c’è ancora accordo sugli emolumenti per Donnarumma e si sta vagliando il passaggio di Donnarumma fra una società (Terna) partecipata al 29,85% da Cdp Reti, a una società (Cdp Venture Capital) controllata al 70% da Cdp. Un passaggio di fatto infragruppo – secondo alcune tesi che circolano fra i tecnici del Tesoro – e che deve essere ben vagliato e approvato anche per evitare potenziali rilievi della Corte dei Conti. Chi sta per incassare una liquidazione da Terna può andare un attimo dopo al vertice di un’altra società del gruppo Cassa depositi e prestiti come Cdp Venture Capital?, ci si chiede nei corridoi del Mef. C’è infine una terza ipotesi, che ambienti del governo ritengono più probabile: la questione è stata prorogata dagli organismi della Cassa perché tuttora i vertici di Cdp sono impegnati sull’intricato dossier Tim”.

Oggi, 23 aprile, Repubblica scrive:

“Donnarumma è così stato dirottato a una controllata di Cassa Depositi Prestiti. In particolare, dovrebbe diventare ad di Cdp venture capital, l’ex Fondo strategico di investimento, ora diventato il veicolo che accompagna nella loro crescita le start up innovative. Ma la nomina è al momento bloccata: passando da una controllata di Cdp (Terna) a un’altra, Donnarumma dovrebbe rinunciare alla buonuscita (qualche milione di euro). Inoltre, non è ancora stato raggiunto l’accordo sulla retribuzione annuale, che non può essere superiore a quella dell’ad di Cdp. Il Ministero del Tesoro si è preso qualche giorno per verificare la norma sulla buonuscita e le richieste di Donnarumma”.

Repubblica non ci menziona. Ma francamente qui a Start Magazine solennemente ce ne freghiamo.

+++

ESTRATTO DELL’ARTICOLO DI START MAGAZINE DEL 20 APRILE:

Oggi Cdp darà il via libera alla nomina di Stefano Donnarumma alla guida di Cdp Venture Capital, sgr controllata da Cassa depositi e prestiti e partecipata da Invitalia (ministero dell’Economia). Così il 18 aprile hanno scritto i giornali.

Donnarumma è l’ad uscente di Terna, un manager molto stimato dall’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e che era anche tra i candidati preferiti da Palazzo Chigi per la guida di Enel. Ma poi il ministero dell’Economia (col plauso in particolare di Lega e Forza Italia) ha indicato Paolo Scaroni alla presidenza e Flavio Cattaneo nel ruolo di amministratore delegato; scelte peraltro criticate dai fondi britannici azionisti del gruppo energetico finora guidato da Francesco Starace.

La nomina di Donnarumma alla guida di Cdp Venture Capital al posto dell’amministratore e direttore generale, Antonio Resmini, era già stata preannunciata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Giovanbattista Fazzolari, in una intervista al Corriere della sera: “Guiderà Cdp Capital Venture. Incarico di grande prestigio e responsabilità”, aveva detto il sottosegretario vicinissimo a Meloni, parlando il giorno dopo le nomine, a proposito del futuro dell’ex amministratore delegato di Terna.

Eppure il comitato nomine di Cdp e il successivo cda della Cassa per la sostituzione di Resmini con Donnarumma nel consiglio di Cdp Venture Capital, non si sono più tenuti.

Che cosa è successo?

Due le ipotesi che filtrano da fonti del dicastero dell’Economia: non c’è ancora accordo sugli emolumenti per Donnarumma e si sta vagliando il passaggio di Donnarumma fra una società (Terna) partecipata al 29,85% da Cdp Reti, a una società (Cdp Venture Capital) controllata al 70% da Cdp. Un passaggio di fatto infragruppo – secondo alcune tesi che circolano fra i tecnici del Tesoro – e che deve essere ben vagliato e approvato anche per evitare potenziali rilievi della Corte dei Conti.

Chi sta per incassare una liquidazione da Terna può andare un attimo dopo al vertice di un’altra società del gruppo Cassa depositi e prestiti come Cdp Venture Capital?, ci si chiede nei corridoi del Mef.

C’è infine una terza ipotesi, che ambienti del governo ritengono più probabile: la questione è stata prorogata dagli organismi della Cassa perché tuttora i vertici di Cdp sono impegnati sull’intricato dossier Tim.

Back To Top