Occhi puntati sull’Enel nel mondo della finanza, dell’industria e della politica.
Alla scadenza del termine del 17 aprile 2023 risultano essere state depositate tre liste di candidati per la modifica del consiglio di amministrazione di Enel, che sarà rinnovato dall’assemblea in programma per il 10 maggio 2023 in unica convocazione.
LE LISTE IN LIZZA PER IL CDA DI ENEL
In particolare, una prima lista è stata presentata da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, titolare del 23,58% circa del capitale di Enel; una seconda lista è stata presentata da parte di un raggruppamento di società di gestione del risparmio e altri investitori istituzionali, titolari complessivamente dell’1,86% circa del capitale di Enel; e una terza lista è stata presentata da Covalis Capital LLP e Covalis (Gibraltar) Ltd. in qualità di gestori di 5 fondi di investimento, titolari complessivamente dello 0,64% circa del capitale di Enel.
ECCO LA LISTA DEL MEF PER ENEL
La lista del ministero dell’Economia è composta (qui l’approfondimento di Start Magazine) da Fiammetta Salmoni (indipendente); Paolo Scaroni; Flavio Cattaneo; Johanna Arbib (indipendente); Alessandro Zehentner (indipendente); Olga Cuccurullo. La seconda lista di SGR e investitori istituzionali è composta da: Dario Frigerio (indipendente); Alessandra Stabilini (indipendente); Mario Corsi (indipendente).
LA LISTA DI COVALIS PER ENEL
La lista presentata da Covalis (qui tutti i dettagli e i curricula) è composta da: Marco Mazzucchelli (indipendente); Leilani C. Latimer (indipendente); Francesco Galietti (indipendente); Monique Sasson (indipendente); Paulina Beato Blanco (indipendente); Daniel Lacalle Fernandez (indipendente).
Inoltre, il MEF ha comunicato di proporre la nomina del candidato Paolo Scaroni alla carica di presidente, mentre Covalis ha manifestato l’intenzione di proporre la nomina del candidato Marco Mazzucchelli alla carica di presidente. Dunque in antitesi con la lista proposta dal Mef, ossia del governo, che vede come detto il nome di Paolo Scaroni indicato per la presidenza del gruppo energetico, anche se Scaroni – a differenza di Mazzucchelli – è più addentro alle questioni energetiche, essendo stato numero uno di Eni ed Enel a differenza di Mazzucchelli che è un banchiere. (Tutto sul fondo Covalis nell’approfondimento di Start Magazine)
IL RUOLO DEL FONDO E L’OCCHIETTO A BLACKROCK
Come detto, è stata presentata ieri da parte dell’hedge fund britannico Covalis, con sede nelle isole Cayman, la terza lista per Enel. Il fondo, che detiene l’1%, ha presentato sei nomi per il board e punta ad attrarre i voti di altri investitori istituzionali (aspira ad avere il sì del fondo BlackRock e gli scettici sulla lista di Assogestioni, ha scritto Mf/Milano Finanza) per contare di più all’interno del futuro board del gruppo, che con oltre 58 miliardi di capitalizzazione è il primo di Piazza Affari.
MIRE E SCENARI PER COVALIS
Per riuscire a far nominare tutta la propria lista, il fondo dovrebbe ottenere l’adesione di almeno il 24% del capitale, visto che Enel è l’unica quotata pubblica nella quale lo Stato è sceso al 23,6%, sotto la soglia minima di Opa (25%): obiettivo teoricamente non impossibile, grazie al sistema di raccolta deleghe come capitato in passato, nel 2020 per la lista di Assogestioni.
Il punto è che i grandi fondi Usa dovrebbero aderire ponendosi in antitesi all’esecutivo, ipotesi improbabile. A quel punto il governo potrebbe ricorrere ai poteri di Golden Power, ancorché non spendibili in questa fase: la presentazione di una lista alternativa, infatti, è consentita dalle norme e dallo statuto, ricorda oggi il Corriere della sera.
LE PAROLE DI FUOCO DI MECELIS
«A causa dell’opacità del processo — ha dichiarato in una nota Zach Mecelis, fondatore di Covalis Capital — non sappiamo cosa rappresenti la lista proposta dal governo o quale sia il suo piano. Crediamo che gli investitori internazionali, i dipendenti e le società in cui Enel opera meritino di meglio e sentiamo la responsabilità di avviare un dibattito. Vogliamo un consiglio di amministrazione diversificato e indipendente, che rifletta la natura internazionale dell’azienda e della sua base di azionisti. Non intendiamo creare nessun processo destabilizzante, vogliamo mettere la società in condizione di realizzare il suo potenziale di leader nella transizione».
I NOMI PROPOSTI DAL FONDO COVALIS
I candidati di Covalis sono sei, due gli italiani: il banchiere Marco Mazzucchelli (bocconiano e in ottimi rapporti con il draghiano Francesco Giavazzi, ha chiosato il quotidiano La Verità) e Francesco Galietti, docente alla Luiss, fondatore della società di consulenza Policy Sonar e già al Mef con Giulio Tremonti nel 2011. Gli altri sono Leilani C. Latimer, Monique Sasson, Paulina Beato e Daniel Lacalle.
Nella lista del fondo britannico non compare una figura di amministratore delegato, hanno notato analisti e osservatori: dunque di fatto un via libera al nome di Flavio Cattaneo proposto dal governo.
Il fondo dunque punta solo alla presidenza, con Mazzucchelli, mentre la lista del Mef propone Scaroni, evidentemente accusato – se si leggono tra le righe le dichiarazioni del fondo – di essere poco pro energie rinnovabili.
LA DOPPIA FACCIA DI MECELIS
Gli osservatori nel frattempo fanno notare che se passasse di mano il controllo, anche non azionario ma solo nella governance di Enel, il governo potrebbe applicare il Golden Power.
“Non credo proprio. Nello statuto c’è scritto che tutti gli investitori che hanno più dello 0,5% del capitale sono liberi di presentare una lista. Noi abbiamo approssimativamente l’1%, non abbiamo patti di sindacato e non abbiamo alcuna intenzione di scalare l’azienda. Siamo qui per dialogare”, ha detto al quotidiano Repubblica Mecelis, l’imprenditore lituano numero uno del fondo con sede nelle isole Cayman.
Un atteggiamento moderato, il suo, che stride con le parole messe per iscritto ieri nel comunicato: come già detto, “a causa dell’opacità del processo, non sappiamo cosa rappresenti la lista proposta dal Governo o quale sia il suo piano per Enel”. Senza però spiegare cosa intenda per “opacità”, visto che il metodo che ha condotto il governo alla lista per Enel rientra nel metodo complessivo usato dall’esecutivo Meloni e da quello dei precedenti governi italiani.
COSA DICE INTESA SANPAOLO DEL VERTICE PROPOSTO DAL GOVERNO
Come sottolinea oggi il Sole 24 ore, ci sono pareri dissonanti rispetto alla posizione di Covalis: secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo «il nuovo capace management di Enel confermerà probabilmente la dividend policy del gruppo e siamo convinti che adotterà un approccio di trasparente e di rispetto del mercato». E secondo l’analista di Jefferies le potenzialità di crescita del titolo Enel sono «elevate soprattutto alla luce di quello che apprendo sempre di più sul nuovo ceo Cattaneo». Jefferies ne apprezza la capacità di creare valore e non si aspetta stravolgimenti nel piano di riduzione del debito, ha sottolineato Mf/Milano Finanza.
Tra l’altro, nei giorni scorsi il quotidiano La Stampa ha notato due prese di posizioni non collimanti di Intesa Sanpaolo sulla lista del Mef; quella degli analisti e quella del capo azienda Carlo Messina.