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Terna

Terna, la danza dei manager e il balletto della comunicazione

Sul caso Terna frizzante lettera dell'analista Francis Walsingham

 

IL CASO TERNA VISTO DALL’ANALISTA WALSINGHAM

Caro direttore,

in questi giorni ho più tempo da dedicare alla lettura, di solito mi affido solo a un paio di rassegne stampa che mi girano amici in istituzioni e aziende.

Mi ha attirato molto in settimana la pluralità di impostazioni dei quotidiani sulle novità in Terna con l’arrivo di Giuseppina Di Foggia da Nokia Italia.

Ho apprezzato molto l’aplomb anglosassone – direbbero quelli che non leggono i giornali britannici – del Sole 24 Ore, d’altronde il quotidiano di Confindustria è notoriamente refrattario a indiscrezioni, rumors e approfondimenti urticanti. Meglio pezzi asciutti e densi di dati di bilancio e di informazioni tratte da comunicati stampa e relazioni finanziarie. Gli articoli di Gianni Dragoni erano un’eccezione. Ma le eccezioni confermano le regole, appunto.

Lode dunque al quotidiano diretto da Fabio Tamburini, che le notizie le maneggia da par suo da decenni: se è giunto alla direzione del Sole 24 ore ci sarà pure un motivo, perbacco. Il quotidiano confindustriale si è tenuto alla larga da una massa informe composta da spifferi, rumors e assenza di comunicati stampa.

Tutto nasce da un articolo maliziosetto e acidulo del quotidiano Repubblica: “La ad Giuseppina Di Foggia, nominata appena tre mesi fa grazie all’imprimatur di Giorgia Meloni, martedì scorso ha rimosso dalle loro posizioni il cfo Agostino Scornajenchi e il direttore corporate affairs Giuseppe Del Villano. Senza avere pronti i nomi dei loro sostituti e senza comunicare nulla al mercato”.

Orbene, dal comunicato stampa della società del giorno dopo si apprende però Del Villano è stato sostituito da un altro manager interno: “Emilia Rio, in linea con i piani di successione in essere”.

E Scornajenchi? “Terna rende noto che la Società e il dott. Scornajenchi hanno raggiunto oggi un accordo consensuale di risoluzione del rapporto di lavoro che prevede altresì la sua permanenza nel ruolo, sino al 31 agosto 2023, e in azienda fino al 31 dicembre dello stesso anno”, si legge nella nota per la stampa. Insomma fino alla fine del mese il manager resta al suo posto svolgendo le mansioni che faceva prima e dunque solo a fine sarà nominato un sostituto.

Dov’è lo scandalo? Che si sostituiscono due manager in una società partecipata dal ministero dell’Economia (tramite la Cassa depositi e prestiti, nel caso di Terna) subito dopo il cambio del vertice? Ohibò, che novità vero? Un fatto inedito, nevvero? Quasi quasi una sconcezza.

O lo scandalo – presunto o sedicente – è non aver comunicato prontamente le decisioni dell’amministratore delegato specie per il delicato ruolo di cfo in una società quotata in Borsa?

Ah, già, la comunicazione.

Sarà una pura coincidenza oppure no, sta di fatto che il giorno dopo l’articolo (lo scoop, dite voi giornalisti) di Repubblica, il Corriere della sera ha aggiunto il nome di un terzo manager sostituito dal nuovo capo azienda di Terna: il direttore delle relazioni esterne e affari istituzionali, Massimiliano Paolucci: “Paolucci – leggo su Start Magazine – è un comunicatore di lungo corso con un passato anche in Telecom, Pirelli, Aeroporti di Roma e Acea, imparentato alla lontana con alte sfere della Repubblica”. Chissà se anche le alte sfere della Repubblica sanno della lontana parentela e cosa ne pensino.

C’è un altro aspetto relativo alla comunicazione, pardon alla informazione: su molti giornali, Scornajenchi e Del Villano sono stati fatti passare come manager fedelissimi a Stefano Donnarumma, il predecessore di Giuseppina Di Foggia.

Poi sempre sull’informatissimo Sole leggo che Scornajenchi è entrato in Terna durante il mandato di Luigi Ferraris, ora amministratore delegato di Ferrovie, quindi precedentemente all’arrivo in Terna di Donnarumma.

E su Start Magazine ho appreso che Donnarumma è un top manager molto apprezzato da Giorgia Meloni tanto da aver partecipato insieme ad altri capi azienda, imprenditori e intellettuali all’elaborazione di una sorta di manifesto programmatico di Fratelli d’Italia prima delle elezioni.

Dunque i tre manager di Terna sarebbero stati silurati in quanto troppo filo Donnarumma, che è apprezzato da Giorgia Meloni tanto quanto Giuseppe Di Foggia o forse anche di più visto che Di Foggia è stata (sarebbe stata?) consigliata a Giorgia Meloni dalla sorella Arianna.

A me, caro direttore, tutto questo mi induce a una gustosa ilarità da un lato e dall’altro lato a malinconiche considerazioni su come si opera nelle istituzioni e nelle grandi aziende.

Magari di questo ne riparliamo.

Cordiali saluti

Francis Walsingham

PS: Comunque ti ricordi che appena nominata Di Foggia in Terna ti avevo mandato un messaggino sottolineando in poche parole che Nokia Italia era poco più di un ufficio commerciale in quanto nelle filiali nazionali dei colossi internazionali come Nokia non si prendono decisioni economiche e finanziarie rilevanti e non ci sono complesse procedure di governance? Peccato che quella considerazione non la ritrovai accennata, come forse sarebbe stato opportuno, nel pezzo di Start Magazine sulla nomina di Di Foggia in Terna.

PPS: Cassa pure il PS se lo ritieni.

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