Si chiude l’epoca della cessione dei crediti fiscali e dello sconto in fattura. Per quelli esistenti, a partire dal Superbonus, non sarà più possibile la cessione a Regioni ed enti locali.
E’ questo il succo del provvedimento approvato dal governo ieri in consiglio dei ministri.
Ma come e perché è nato questo decreto legge che non era previsto dagli addetti ai lavori ieri in consiglio dei ministri?
LE PAROLE DRAGHIANE DI GIORGETTI SUL SUPERBONUS
Il ministro dell’Economia, per difendere la norma che blocca le agevolazioni del superbonus edilizio, legge in conferenza stampa una dichiarazione che l’ex premier Mario Draghi («Una persona di cui ho molta stima») fece in Senato il 22 luglio, al tramonto della sua esperienza politica: «Il problema non è il superbonus. Il problema — aveva detto Draghi — sono i meccanismi di cessione che sono stati disegnati. Chi ha disegnato quei meccanismi senza discrimine e senza discernimento, è lui, o lei o loro, i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti».
I NUMERI SUL SUPERBONUS CHE PREOCCUPANO IL GOVERNO
C’è una cifra, secondo il governo Meloni, che piega le resistenze: 110 miliardi. È l’ammontare dei crediti d’imposta. Giorgetti la mette sul tavolo e ripete: «Rischiamo di far saltare le casse dello Stato». Gli dà manforte Guido Crosetto, il ministro della Difesa, che ricorda le «possibili conseguenze sui mercati finanziari». Tutti durante il consiglio dei ministri, secondo le ricostruzioni giornalistiche, hanno la precisa sensazione di compiere un atto impopolare. E allora l’indicazione della premier è di spiegare bene che «la colpa di questa situazione non è nostra ma di chi ci ha preceduto». Un riferimento ai 5Stelle e a Giuseppe Conte, a quelle «politiche dissennate» di cui Giorgetti parlerà apertamente davanti ai giornalisti.
ECCO LE DECISIONI DEL GOVERNO SUL SUPERBONUS, TUTTI I DETTAGLI SUL DECRETO
Ma che cosa ha deciso il governo? Addio alla cessione dei crediti fiscali e allo sconto in fattura. Per quelli esistenti, a partire dal Superbonus, non sarà più possibile la cessione a Regioni ed enti locali. Vengono però modificate le norme sulla responsabilità in solido del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari, allo scopo di rimettere in moto il circuito degli intermediari finanziari. Infine, sottolinea il quotidiano Il Sole 24 ore, per i bonus che matureranno da ora in poi non ci sarà più la possibilità di ottenere lo sconto in fattura né di cedere i crediti. Resta solo la detrazione nella dichiarazione dei redditi.
LE MIRE DEL GOVERNO CON IL DECRETO SUL SUPERBONUS
L’oggetto non sono i bonus in quanto tali, che restano in vigore, ha sottolineato Giorgetti, ma la cessione del relativo credito. «Dall’entrata in vigore del decreto — si legge nel comunicato — con l’eccezione di specifiche deroghe per le operazioni già in corso, non sarà più possibile per i soggetti che effettuano tali spese optare per il cosiddetto “sconto in fattura” né per la cessione del credito. Inoltre, non sarà più consentita la prima cessione dei crediti relativi a specifiche categorie di spese; resta invece inalterata la possibilità della detrazione».
DOSSIER BANCHE
Giorgetti ha sottolineato che il decreto, risolvendo «l’incertezza normativa» che finora ha di fatto bloccato l’acquisizione dei crediti da parte degli intermediari finanziari, punta a rimettere in moto il mercato. Anzi, ha aggiunto con la limitazione della responsabilità dei cessionari dei crediti «vengono meno gli alibi. Lo dico anche al sistema bancario: dobbiamo agire di concerto per risolvere questo bubbone». Il conto dei crediti legati al Superbonus ha raggiunto la cifra di 110 miliardi, ha detto Giorgetti.