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Alluminio

Gli Usa preparano un maxi-dazio sull’alluminio russo

Gli Stati Uniti stanno valutando un dazio del 200 per cento sull'alluminio russo. Mosca ne è la seconda maggiore produttrice al mondo. Tutti i dettagli.

Gli Stati Uniti potrebbero presto, forse già entro questa settimana, imporre un dazio del 200 per cento sull’alluminio russo come forma di ritorsione economica per l’invasione dell’Ucraina.

LA RUSSIA FA DUMPING CONTRO GLI STATI UNITI?

A dare la notizia è Bloomberg, che specifica però come il presidente Joe Biden non abbia ancora approvato ufficialmente la tariffa, di cui si discute da mesi.

All’interno della sua amministrazione, infatti, ci sarebbero delle preoccupazioni per le eventuali conseguenze indesiderate della misura sull’industria americana, in particolare sui settori automobilistico e dell’aviazione. La Russia è la seconda maggiore produttrice al mondo di alluminio, dopo la Cina.

Le voci favorevoli al dazio sottolineano invece come Mosca stia danneggiando i produttori statunitensi di acciaio attraverso operazioni di dumping: la Russia, cioè, vende la propria lega sul mercato americano a un prezzo più basso di quello praticato sul mercato interno.

ALLUMINIO E NON SOLO: USA E UE VOGLIONO FRENARE IL COMMERCIO RUSSO DI MATERIE PRIME

Come spiega Bloomberg, la stretta sull’alluminio non è una mossa isolata. Al contrario, è da quasi un anno – l’invasione dell’Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022 – che gli Stati Uniti e l’Unione europea cercano di intaccare il ruolo della Russia di esportatrice di materie prime, sia energetiche che industriali, per danneggiarne l’economia e rendere più complicato al Cremlino il finanziamento della guerra.

Bruxelles, per esempio, ha vietato recentemente l’importazione di prodotti petroliferi russi, dopo aver già messo sotto embargo il greggio a dicembre. Non sembra però avere intenzione di imporre un dazio sull’alluminio russo.

QUANTO VALE L’ALLUMINIO RUSSO PER GLI STATI UNITI

Tradizionalmente la Russia è stata un’importante fornitrice di alluminio per gli Stati Uniti, con una quota del 10 per cento sul totale delle importazioni. Oggi però la sua presenza sul mercato americano si è ridotta a poco più del 3 per cento. E se l’amministrazione Biden dovesse imporre un dazio del 200 per cento, gli acquisti di alluminio russo scenderebbero a zero.

UNA RITORSIONE MODERATA?

Secondo Bloomberg, la tariffa sulle importazioni sarebbe una ritorsione moderata rispetto alle altre opzioni vagliate da Washington. Ad esempio, l’amministrazione Biden stava valutando un divieto d’acquisto o delle sanzioni su Rusal, che avrebbero però avuto un impatto profondo sul mercato globale dell’alluminio (Rusal ne è la seconda maggiore azienda produttrice al mondo).

La Aluminum Association, l’associazione dell’industria statunitense dell’alluminio, si è schierata dalla parte dell’amministrazione Biden perché – si legge in un comunicato – il contrasto economico della Russia dopo l’aggressione all’Ucraina è una questione “che va ben al di là degli interessi di ciascuna singola industria”.

Lo scorso ottobre le importazioni di alluminio russo da parte degli Stati Uniti si sono praticamente azzerate per effetto della notizia di un possibile ban da parte del governo. A novembre gli acquisti sono risaliti a 11.600 tonnellate, per poi scendere nuovamente a gennaio (9700 tonnellate).

– Leggi anche: Usa e Ue si preparano a mettere dazi sull’alluminio e l’acciaio cinesi

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