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Sony Zee

Sony fa l’indiana?

Dopo due anni di "fidanzamento" rischia di finire in causa il matrimonio sfumato tra il colosso nipponico Sony e quello televisivo indiano Zee

Forse non è stato proprio un fulmine a ciel sereno, ma fa comunque rumore la decisione di Sony di non portare a termine l’acquisizione da 10 miliardi di dollari della compagnia indiana Zee Entertainment Enterprises Ltd, volta alla creazione di un colosso mondiale, con baricentro tutto asiatico, nel comparto dei media e dell’intrattenimento.

Sony ha pubblicato un comunicato in cui ha fatto sapere di voler concludere le operazioni legate all’acquisizione, addossando le responsabilità alla compagnia indiana che non sarebbe riuscita a raggiungere le condizioni richieste. Il Gruppo, famoso in tutto il mondo per i suoi elettrodomestici e le sue console, lo scorso mese aveva concesso a Zee una ulteriore estensione di 30 giorni rispetto alla deadline iniziale per adempiere. Termina così un tango tra le due realtà durato ben due anni.

LE RICHIESTE AVANZATE DA SONY A ZEE

Tutto risale infatti alla fine del 2021 quando la divisione indiana del colosso nipponico aveva annunciato al mondo l’intenzione di creare un conglomerato con Zee per dare vita a un player dello streaming in grado di competere con colossi del calibro di Netflix, Amazon e Disney, valutato intorno ai 10 miliardi di dollari. Dati gli investimenti indiani in Bollywood e l’intramontabile passione del subcontinente per film e serie tv, Sony sembrava aver scelto il partner ideale.

Secondo i termini dell’accordo iniziale, Sony avrebbe rilevato la maggioranza del capitale del nuovo gruppo (50,86%), destinato alla quotazione alla borsa indiana, mentre la famiglia fondatrice di Zee ne avrebbe detenuto circa il 4%. In totale i due player avrebbero avuto a disposizione un portafogli di 90 canali. Zee è attualmente alle prese con un calo dei ricavi pubblicitari e delle riserve di liquidità, scese a 2,48 miliardi di rupie nei sei mesi conclusi il 30 settembre, rispetto ai 5,88 miliardi di rupie dell’anno precedente.

Sony per procedere aveva però posto come condizione principe alla società che intendeva acquisire un cambio al vertice della compagnia indiana, ovvero un passo indietro di Punit Goenka, attuale Ceo di Zee nonché figlio del fondatore del Gruppo, Subhash Chandra anche noto nel Paese come “il padre della televisione indiana”.

Il manager, solitamente molto attivo su X, si è limitato a commentare la notizia dicendo che il mancato accordo sarebbe “un segno divino”. Del resto andavano affastellandosi gli ostacoli sulla via del matrimonio. Inizialmente la possibilità che fosse Punit Goenka a guidare il gruppo era stata bloccata da un tribunale indiano per questioni legate all’antitrust.

Superato quello scoglio, però, a irrigidire i giapponesi era stato un altro possibile giudicato: Goenka era finito infatti al centro di un’indagine da parte dell’autorità finanziaria indiana con l’accusa di uso improprio dei beni aziendali e dirottamento dei fondi di Zee verso altre entità quotate del gruppo. Il Securities and Exchange Board of India aveva anche vietato a Goenka di ricoprire incarichi di amministratore in qualsiasi società quotata in borsa.

Un tribunale indiano lo scorso ottobre aveva revocato il divieto nei suoi confronti, imponendogli però di collaborare con le indagini dell’autorità di regolamentazione. Nel frattempo i giapponesi hanno comunque mantenuto la richiesta di fare un passo indietro. Secondo l’accordo di due anni fa, invece, Goenka avrebbe invece dovuto assumere la guida del Gruppo.

DIVORZIO DOLOROSO SENZA MATRIMONIO?

Zee da parte sua respinge tutte le richieste avanzate dalla controparte e assicura gli azionisti  di voler intraprendere le opportune azioni legali. Gli indiani fanno inoltre sapere che Goenka fosse “d’accordo a dimettersi nell’interesse della fusione”.

Zee ha dichiarato che Sony ha chiesto 90 milioni di dollari di spese di risoluzione per presunte violazioni dell’accordo di fusione e un provvedimento provvisorio di emergenza “invocando l’arbitrato”.

Sony ha dichiarato in un comunicato di essere rimasta “profondamente delusa” del fatto che alcune “condizioni di chiusura” della fusione non siano state soddisfatte nonostante le “discussioni in buona fede” con Zee, facendo sapere che le società non sono più riuscite a concordare una proroga entro la scadenza di fine gennaio. “Dopo oltre due anni di trattative, siamo estremamente delusi…Rimaniamo impegnati a far crescere la nostra presenza in questo mercato vibrante e in rapida crescita”, la versione nipponica.

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