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Siemens

Come picchia la Russia sul bilancio di Siemens

Siemens ha detto che lascerà la Russia dopo 170 anni di attività. Le sanzioni occidentali contro il paese pesano sui risultati della società, al di sotto delle aspettative. Tutti i dettagli.

 

Il conglomerato tedesco Siemens ha fatto sapere che lascerà la Russia dopo circa centosettanta anni di attività. Il suo annuncio si aggiunge a quelli di tante altre società ritiratesi dal paese dopo l’invasione dell’Ucraina, lo scorso 24 febbraio, e l’imposizione di sanzioni da parte dell’Occidente.

COSA HA DETTO SIEMENS

Giovedì Siemens – che possiede tremila dipendenti in Russia – ha annunciato la chiusura di tutte le sue operazioni industriali e commerciali nel paese. La società ha anche parlato di un danno economico di 600 milioni di euro nel secondo trimestre dell’anno, a causa delle sanzioni contro Mosca: il colpo è stato forte soprattutto nella divisione dedicata alla fabbricazione di treni.

La Russia, comunque, vale circa l’1 per cento delle entrate annuali di Siemens.

TUTTI I DATI

Nel secondo trimestre l’utile netto di Siemens è risultato dimezzato, a 1,2 miliardi di euro: gli analisti si aspettavano di più, ovvero 1,7 miliardi.

L’utile industriale è ammontato a 1,7 miliardi, con un calo del 13 per cento rispetto all’anno precedente.

Gli ordini, tuttavia, sono aumentati del 22 per cento su base comparabile, con un incremento del fatturato del 7 per cento.

LE AZIONI

Le azioni della società hanno perso ieri circa il 5 per cento.

L’ANNUNCIO DI MARZO

Già a marzo Siemens aveva dichiarato la sospensione delle attività commerciali in Russia, mentre analizzava “l’implicazione completa di tutte le sanzioni” imposte dai governi occidentali. Precisò tuttavia che avrebbe continuato a portare avanti i suoi servizi locali e di mantenimento del proprio business.

PRESENZA IN RUSSIA DAL XIX SECOLO

Siemens è una delle aziende occidentali presenti in Russia da più tempo: assieme alla banca tedesca Deutsche Bank, infatti, è attiva nel paese dalla fine del Diciannovesimo secolo.

IL COMUNICATO DI BUSCH

In un comunicato l’amministratore delegato di Siemens, Roland Busch, ha specificato che la decisione di lasciare la Russia “non è stata facile” per via dei tanti dipendenti e dei “rapporti di lunga data con i clienti, in un mercato in cui siamo attivi da quasi 170 anni”.

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