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Serie A

Serie A, che cosa sta succedendo nella Lega Calcio?

I club di Serie A non riescono ad accordarsi su un nome per il prossimo presidente. Buttato nella mischia anche quello del presidente di Confindustria Carlo Bonomi che tuttavia rimane ancora a galla. Ora l’ultimo tiro in porta prima del commissariamento.

 

“Bruciato” con un solo nome mentre era in vacanza alle Maldive. Questa è la sorte che è toccata al Presidente di Confindustria Carlo Bonomi la scorsa settimana durante le votazioni del nuovo presidente della Lega Serie A. Ma cosa c’entra il presidente dell’associazione degli industriali con il massimo organo di rappresentanza delle società di calcio di Serie A?

A seguito delle dimissioni di Paolo Del Pino da presidente dello scorso fine gennaio, è partita la corsa per l’elezione del suo successore.

Le regole dello statuto della Lega Serie A prevedono per ognuna delle venti società un voto e un quorum dei due terzi dei votanti fino alla seconda votazione per poi scendere alla maggioranza assoluta.

La candidatura di Carlo Bonomi ha iniziato a prendere forma pochi giorni prima della seconda votazione, su proposta principalmente del presidente del Milan, Paolo Scaroni. La proposta era di natura unitaria visto l’alto quorum di due terzi (ovvero 14 voti) che permettesse di unire sia le big che le squadre minori della Serie A anche per tenere il fronte unito nelle richieste da portare di fronte al governo (ristori in primis).

Seppur lanciato dalle principali testate nazionali (in prima linea il Corriere della Sera), la candidatura di Bonomi è scemata dopo neanche un giorno. La conta dei voti secondo fonti autorevoli arrivava un massimo di 7, quindi ben lontano dal quorum di 14.

A complicare le cose c’è stata l’opposizione di alcune squadre capitanate da Claudio Lotito e Aurelio De Laurentis, rispettivamente presidenti di Lazio e Napoli, i quali spingevano per il nome di Lorenzo Casini, capo di gabinetto del Ministro della Cultura Dario Franceschini. L’intenzione dei due era quella di nominare un presidente con meno autonomia gestionale e chi quindi si attenesse di più ai dettami delle venti società.

Il 15 febbraio in mattinata i club a sostegno di Bonomi, non avendo i voti sufficienti, decidono di ritirare la sua candidatura. Ironia della sorte, durante le votazioni il nome di Bonomi prende un voto, per le malelingue quello di Aurelio De Laurentis.

Subito dopo lo scrutinio sono arrivate le parole di Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter tra i favorevoli a Bonomi: “Non l’abbiamo bruciato, in realtà non doveva essere nemmeno votato nell’elezione di oggi”, mantenendolo così tra i nomi in lizza.

Ieri il consiglio federale della FIGC presieduto da Gabriele Gravina ha nominato come commissario ad acta Gennaro Terracciano adeguandosi a quanto è stabilito dallo statuto della Lega A; altresì ritardandone l’entrata in funzione al 26 febbraio dando così più tempo alle venti società.

L’appuntamento è quindi ora per il 23 febbraio in cui i club di Serie A dovranno trovare la quadra prima dell’arrivo del commissario ad acta che porterebbe in cattiva luce il massimo livello del calcio italiano.

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