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Roche-Novartis Covid-19 Lagarde Avastin Lucentis

Roche e Novartis, tutte le novità sulla vicenda Avastin-Lucentis

Come è finito il processo penale per la vicenda dei farmaci Avastin-Lucentis e cosa è successo a Roche-Novartis

 

La storia infinita è (quasi) finita. Il processo penale che ha visto imputati i due colossi farmaceutici svizzeri, Roche e Novartis, per aver fatto cartello su un farmaco per la cura della maculopatia, condizionando mercato e cure, si è chiuso con il proscioglimento dei legali rappresentanti.

Restano, in questa storia, i fatti e i numeri di chi non ha potuto curarsi, mentre è ancora da verificare (ultimo atto in attesa della chiusura definitiva della vicenda) la posizione in merito a tutto questo di alcuni dirigenti di Aifa.

Andiamo per gradi.

I MEDICINALI

I medicinali in questione hanno le stesse proprietà, sono prodotti da due case farmaceutiche differenti (che però non si sono fatte concorrenza),ed hanno un costo che si differenzia di diverse centinaia di euro.

Lucentis, prodotto dalla svizzera Novartis, cura la maculopatia oftalmica e costa, per dose, circa 900 euro. A curare la malattia (secondo diversi studi) è anche l’Avastin, prodotto da Roche, la cui dose costa tra i 15 e gli 80 euro. Ma la casa farmaceutica Roche, anch’essa svizzera, non ha mai inserito questa indicazione sulla cura nel bugiardino.

ATTO PRIMO: L’ANTITRUST

Per l’Antitrust le due aziende hanno fatto cartello e portato avanti, per diversi anni, un’intesa restrittiva della concorrenza ai danni dei pazienti e del Servizio sanitario nazionale. A provare l’accordo ci sarebbero anche alcuni scambi di e-mail tra Philippe Barrois, amministratore delegato di Novartis Italia, e Maurizio Di Cicco, ad di Roche Italia, che si accordavano per non far inserire la maculopatia oculare fra le indicazioni terapeutiche di Avastin.

Il 5 maggio 2014, l’Antitrust multò per 90,5 milioni Roche e per 92 milioni di euro Novartis.

ATTO SECONDO: IL CONSIGLIO DI STATO (E LA CORTE UE)

Dopo che il Tar del Lazio ha confermato le multe dell’Authority, la palla è passata al Consiglio di Stato che ha confermato reato e multe per Roche e Novartis. Il Consiglio aveva avuto, su richiesta dello stesso, anche la benedizione della Corte di Giustizia europea, la quale aveva anche bocciato il ricorso di Novartis contro l’Aifa che nel 2014 aveva inserito Avastin nell’elenco dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale per il trattamento della maculopatia.

ATTO TERZO: IL PROCESSO PENALE

Il penultimo atto, in questa vicenda, è il processo penale che si è chiuso mercoledì 8 luglio.

I rappresentanti legali, ovvero Philippe Barrois, amministratore delegato di Novartis Italia, e Maurizio Di Cicco, ad di Roche Italia, imputati, “sono stati assolti prosciolti – ha detto a Start Magazine l’avvocato Riccardo Salomone, parte civile, in difesa di Soi, società oftalmologia italiana – per le stringenti regole del processo penale”.

“I fatti storici, nonostante l’assoluzione, però, restano provati dalla Sentenza del Consiglio di Stato, che ha confermato le multe”, ha aggiunto Salomone.

ATTO QUARTO: LE INDAGINI SU AIFA

Quello che resta da chiarire è, invece, la posizione di Aifa. Alcuni dirigenti dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e i membri pro-tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica della stessa Agenzia, sono accusati di aver favorito l’utilizzo di Lucentis rispetto al più economico Avastin, inserito per il trattamento “Off label” della maculopatia solo nel 2014.

Aifa avrebbe, secondo l’indagine condotta dai finanzieri del gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sotto la direzione della Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti (Procuratore Regionale Andrea Lupi e Vice Procuratore Generale Massimo Perin), imposto  delle “ingiustificate limitazioni” all’utilizzo di Avastin fino al 2017, nonostante studi comparativi avessero dimostrato la sostanziale equivalenza terapeutica dei due prodotti. La condotta di Aifa è responsabile di un danno erariale pari a circa 200 milioni di euro relativo.

LE CONSEGUENZE

Atti e danni economici a parte, quello che resta di tutta questa storia è la mancata cura di alcuni pazienti. Un disastro che, secondo la Società Oftalmologica, presieduta dal dottor Matteo Piovella “si traduce in cure mancate per mezzo milione di pazienti, esposti al rischio di perdere la vista”.

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