Skip to content

meloni

Regolamento imballaggi, chi è nell’Ue che fa storcere il naso a Meloni sull’insalata in busta?

Ecco cosa prevede (e a chi non piace) la proposta di regolamento della Commissione Ue sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio. Fatti, numeri e commenti

 

Non si tratta di una decisione definitiva, per ora. Ma l’Italia promette battaglia sulla proposta di regolamento della Commissione europea sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio.

Ieri infatti la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (Envi) del Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale, che va contro quanto auspicato dal governo Meloni e dalle associazioni di categoria.

COSA PREVEDE LA PROPOSTA UE SUGLI IMBALLAGGI

La proposta, avanzata dalla Commissione Ue il 30 novembre 2022, ha l’obiettivo di ridurre i rifiuti da imballaggio, aumentando il contenuto riciclato dei prodotti e fissando obiettivi di riuso a livello comunitario.

Nella pratica, la proposta si tradurrebbe non solo nel famoso stop alle insalate in busta ma anche a tutte quelle confezioni in plastica monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chili, se non in rari casi. Fine anche delle stoviglie monouso nella ristorazione, obbligo di avere la metà degli imballaggi riutilizzabili entro il 2030 e di raccolta differenziata del 90% entro il 2029 dei materiali contenuti negli imballaggi come legno, alluminio, vetro, carta, ecc. L’unico a salvarsi è il vino.

La plastica dovrebbe poi essere ridotta del 10% entro il 2030, del 15% entro il 2035 e del 20% entro il 2040. Banditi invece Pfas e bisfenolo da imballaggi a contatto con alimenti.

Questi alcuni dei punti contenuti nella proposta che non piace a tutti.

CHI HA VOTATO A FAVORE E CHI CONTRO

Alla fine ieri la commissione Envi del Parlamento europeo ha adottato con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni la sua posizione negoziale sulla discussa proposta, che ora finirà al voto della sessione plenaria a novembre.

Tra i favorevoli si è schierato Renew Europe, la cui relatrice per il Parlamento Ue, Frederique Ries, ha presentato la bozza di relazione votata ieri, sulla quale erano stati depositati 2.473 emendamenti a maggio.

Come previsto da Eunews, Ppe e S&D, i due gruppi con il maggior numero di seggi all’Europarlamento, hanno votato divisi anche perché erano stati presentati vari emendamenti di compromesso dal Ppe ed Ecr (di cui fa parte Fratelli d’Italia), alternativi al testo di Ries.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA

L’Italia, tra i più convinti sostenitori della bocciatura della proposta, confida in un ribaltamento del risultato nel voto di novembre, in calendario a Strasburgo dal 20 al 23.

“Il voto conferma le nostre preoccupazioni: si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l’ambiente e affermando i più avanzati principi dell’economia circolare”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Anche l’europarlamentare di Forza Italia-Ppe Massimiliano Salini, “relatore ombra sul dossier” scrive Economia Circolare, ha fatto sapere che verranno presentati in plenaria una serie di emendamenti sulla base del compromesso alternativo presentato ieri che coniughino competitività e sostenibilità.

Ma pure sul fronte opposto striscia scetticismo. Alessandra Moretti (che ha votato a favore) e Achille Variati (astenuto), europarlamentari del Pd e componenti della commissione Ambiente, hanno affermato in una nota che durante la plenaria di novembre ribadiranno la loro posizione “per un approccio che prenda in considerazione gli investimenti e i risultati del nostro paese nel riciclo”.

Al mondo politico italiano si uniscono poi le associazioni di categoria del mondo ortofrutticolo quali Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani e Confagricoltura.

Così come quelle del settore degli imballaggi con, per esempio, Europen.

UN PO’ DI NUMERI

Stando ai dati riportati dal Parlamento europeo, nel 2018, gli imballaggi hanno generato un fatturato di 355 miliardi di euro nell’Ue ma sono anche una fonte di rifiuti in costante aumento: il totale dell’Ue è passato infatti da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 84 milioni di tonnellate nel 2021.

Inoltre, nel 2021 ogni europeo ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio all’anno, una cifra che si prevede aumenterà a 209 kg nel 2030 senza ulteriori misure.

Torna su