Operazione ad ampio spettro di Bankitalia sulla Popolare di Bari.
La banca centrale ha dato sì il via libera al governo – che aveva ricevuto nel frattempo l’ok di Bruxelles – alla norma inserita nel decreto crescita che propone di trasformare le Dta (Deferred tax asset) in credito d’imposta fino a 500 milioni per le banche del sud disposte a sposarsi (una norma da tempo auspicata dalla Popolare di Bari e non solo), ma l’Istituto governato da Ignazio Visco ha in atto altre azioni sulla banca pugliese: ha avviato una nuova ispezione sulla Popolare di Bari, incalza la banca su ristrutturazione e patrimonializzazione, infine con la moral suasion sussurra al presidente Marco Jacobini un passo indietro favorendo di fatto – secondo rumors politici – un avvicendamento tra Jacobini e lo storico dell’economia Giulio Sapelli, che peraltro per poco tempo è stato vicepresidente della stessa banca salvo a sorpresa dimettersi.
IPOTESI SAPELLI PER LA POPOLARE DI BARI AL POSTO DI JACOBINI
Una prospettiva ben vista da Lando Maria Sileoni, leader della Fabi (il maggior sindacato dei bancari): “Se l’economista Giulio Sapelli fosse proposto come presidente della nuova grande banca popolare del Sud, avrebbe tutto il nostro sostegno”, ha detto Sileoni, intervistato a Class Cnbc, a proposito della nascita, favorita da un incentivo fiscale, di una holding bancaria per aggregare una decina di istituti di credito del Mezzogiorno.
COME VANNO I CONTI DELLA POPOLARE DI BARI
D’altronde l’attenzione della Banca d’Italia è fisiologica vista la “situazione contabile non facile” della Popolare di Bari, come ha scritto oggi il Sole 24 Ore: una situazione “fotografata dal cda nel bilancio 2018 approvato il 10 maggio scorso: rettifiche nette di valore su attività finanziarie per 202,5 milioni, svalutazione integrale degli avviamenti residui (105,9 milioni), perdita netta di 372 milioni e un Cet 1 ratio a fine 2018 pari al 7,86% contro una richiesta minima (Overall Capital Requirement) pari all’8,828%”.
LE URGENZE PER LA POPOLARE DI BARI
Serve insomma nuovo capitale, che la banca punta a recuperare da più fronti: cessioni, a cominciare da Cassa Orvieto per cui c’è l’offerta di Sri Global, razionalizzazione delle strutture e soprattutto un aumento di capitale, che dovrebbe essere recuperato sul mercato dopo lo sdoppiamento tra banca retail, destinata a rimanere cooperativa, e banca corporate, in versione Spa: questa la sintesi del Sole 24 Ore, mentre negli scorsi giorni il Corriere della Sera ha sollevato dubbi sulla solidità di Sri.
I PROSSIMI PASSI DELLA POPOLARE DI BARI
I tempi comunque stringono. Il 13 e 14 luglio, dopo l’ultimo slittamento dal 29 giugno inizialmente previsto, verrà rinnovato il cda che comporterà l’uscita di scena di Marco Jacobini – secondo quanto svelato nei giorni scorsi dal Sole – e di parte dell’attuale cda. A giorni è attesa la presentazione della lista.
IL CDA IN SCADENZA
L’istituto di credito inoltre dovrà, nell’assemblea del 14 luglio, rinnovare quattro consiglieri in scadenza: Modestino di Taranto, Francesco Viti, Luca Montrone, Francesco Pignataro).