Nuovi scossoni al vertice della Banca Popolare di Bari, su cui pendono sempre le vicende giudiziarie legate alla gestione della famiglia Jacobini.
Dopo le dimissioni del capo azienda Giampiero Bergami, da Roma filtrano indiscrezioni secondo cui in casa del Mediocredito centrale (gruppo Invitalia) secondo cui anche il presidente dell’istituto pugliese, Gianni De Gennaro, sia in bilico.
Ma facciamo il punto della situazione.
Due giorni ci sono state le dimissioni dell’amministratore delegato della Banca Popolare di Bari, Giampiero Bergami.
Non sono state un fulmine a ciel sereno, visto che nei corridoi della banca pugliese da tempo se ne parlava sulla scia di umori e perplessità che albergavano da tempo ai vertici del socio, ossia il Mediocredito centrale guidato da Bernardo Mattarella, tra l’altro ritenuto in corsa per sostituire Domenico Arcuri come capo azienda di Invitalia, la holding controllata dal ministero dell’Economia che detiene anche il pacchetto di controllo del Mediocredito.
Alcune avvisaglie di subbugli interni alla banca c’erano già state: come le dimissioni lo scorso settembre del collegio sindacale e l’uscita dall’istituto (ufficialmente per motivi personali ma nella banca si vocifera di dissidi al vertice) di Alberto Beretta, chief lending officer.
“La scelta del nuovo ad potrebbe essere esterna o interna – ha scritto il Sole 24 Ore – Se sarà interna a Popolare Bari, tra i papabili figura un banchiere di lungo corso come Cristiano Carrus, già a Bari nel ruolo, da novembre dell’anno scorso, di chief business officer e in passato chiamato già altre volte a occuparsi di gestioni particolarmente critiche. L’unica cosa certa è che Mcc procederà rapidamente alla sostituzione di Bergami, al più tardi entro Natale”.
La Popolare – ha aggiunto il quotidiano economico-finanziario – non può permettersi “vacatio” anche solo di pochi giorni per recuperare, il più possibile, sui risultati di una gestione che, a 14 mesi dall’acquisizione del gruppo gestito per oltre 60 anni dalla famiglia Jacobini, “non ha generato quei segnali forti di discontinuità e ripresa che si attendevano”.
E che non sono a portata di mano, se solo un mese fa, agli inizi di novembre, Bergami dichiarava alla commissione parlamentare che «la banca Popolare era lontana dai mercati da 10 anni, con un rapporto costo/ricavi al 155,5%, un debito monstre della gestione Jacobini di 1,5 miliardi di euro» e perdite ancora molto forti. Come quelle, per 101 milioni di euro, registrate ancora nel primo semestre.
L’ad di Mcc, Bernardo Mattarella, nel corso del consiglio Fabi di due giorni fa, ha commentato le notizie di ieri come la chiusura di «una fase complicata di ristrutturazione» e l’avvio di «una nuova orientata a restituire al territorio una realtà sana e trasparente, in grado di generare valore per gli stakeholder e sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno».
Ma le novità – con l’uscita di Bergami – potrebbero non finire alla Popolare di Bari. Anche il presidente De Gennaro è considerato a Bari in bilico, tanto che rumors romani lo accreditano – anche per bilanciare un eventuale siluramento – come in corsa per un posto da consigliere indipendente nella Lega di Seria A di calcio: d’altronde l’ex capo della Polizia e poi dei Servizi è ritenuto una personaggio eclettico.