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Banca Popolare Di Bari

Popolare Bari chiude i battenti ai finanziamenti garantiti da Sace

Che cosa succede alla Banca Popolare di Bari sui finanziamenti garantiti dallo Stato tramite la società Sace (gruppo Cdp controllato dal Mef)

 

La Banca Popolare di Bari ha chiuso i battenti ai finanziamenti fino a 25mila euro garantiti al 100% del decreto Liquidità con il ruolo di Sace (gruppo Cdp-Mef). Tutti i dettagli.

L’AVVISO DELLA POPOLARE DI BARI

La Banca Popolare di Bari non può “accogliere ulteriori domande” sui prestiti garantiti dallo Stato fino a 25mila euro previsti dal decreto di inizio aprile, perché “le richieste hanno superato il plafond messo a disposizione dalla Banca”.

IL TESTO DELL’AVVISO DELLA POPOLARE DI BARI

E’ quanto si legge su un avviso che appare nel sito dell’istituto di credito nella sezione dedicata alle richieste. “In attesa di valutare una possibile riapertura dei termini – rileva l’avviso – per qualsiasi esigenza potete contattare la Vs. filiale di riferimento o il numero verde 800 005 444. Le istanze pervenute sono già in corso di disamina, al fine di assicurare un riscontro nel minor tempo possibile”.

CHE COSA HA TWITTATO CROSETTO

Lo ha sottolineato anche l’imprenditore e presidente dell’associazione delle aziende del settore difesa e aerospazio, Guido Crosetto, su Twitter:

I TRAVAGLI DELLA POPOLARE DI BARI

Intanto, come sottolineato nei giorni scorsi da Start Magazine, va avanti il lavoro dei commissari della Popolare di Bari che hanno preparato, insieme al consulente Oliver Wyman, un piano industriale da 1,4 miliardi: l’obiettivo è quello di tornare all’utile nel 2022. Come deciso dall’assemblea che ha varato la ricapitalizzazione, l’accordo quadro con Mediocredito centrale (Invitalia) e con il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) prevede un esborso da parte del Fitd di 700 milioni – di cui 310 milioni già versati – e di altri 700 milioni da parte di Mediocredito Centrale dopo che Popolare Bari sarà stata trasformata in spa (con relativo placet del nuovo statuto) e che saranno giunte le approvazioni delle varie Autorità tra cui quella – che sarà piuttosto dibattuta a causa dell’impiego di risorse pubbliche – della DgComp di Bruxelles.

LA QUESTIONE DELLE GARANZIE

Per quanto riguarda i tempi, se l’emergenza coronavirus non si frapporrà, l’assemblea della banca per la trasformazione in Spa – secondo le indicazioni dell’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri – dovrebbe svolgersi entro giugno. A settembre o comunque entro  il 2020 è prevista l’entrata in scena definitiva di Mcc.

LE TENSIONI TRA ABI E SINDACATI

Non mancano comunque i subbugli tra banche e sindacati sul decreto liquidità per la mole dei documenti chiesti dagli istituti di credito nell’ambito delle operazioni di finanziamento garantite da Sace; qui l’approfondimento di Start.

CHE COSA HA DETTO L’ABI

Oggi ha parlato l’Abi. “E’ necessario definire soluzioni che dando certezza ai profili di responsabilità della banca possano accelerare l’erogazione della liquidita’” in base alle misure previste dal Dl imprese. Lo ha detto il dg Abi, Giovanni Sabatini, nell’audizione sulla task force liquidita’ convocata dalla commissione d’inchiesta sul sistema bancario. “In particolare – ha osservato – per ridurre i tempi delle istruttorie, nei casi diversi da quello previsto dal decreto”, per finanziamenti fino a 25.000 euro, “occorre tutelare sotto il profilo penale l’attività di erogazione di credito durante la crisi. Occorre, in altri termini, evitare che sulle banche e sugli esponenti siano trasferiti rischi che non possono in alcun caso essere riconosciuti come loro propri laddove le misure di sostegno offerte alle imprese in attuazione dei provvedimenti normativi non sortissero gli sperati effetti e le imprese cadessero in stato di insolvenza con possibili conseguenze rispetto alle procedure fallimentari”.

“Purtroppo l’incertezza sulle prospettive future dell’andamento delle aziende – ha osservato riferendosi alle erogazioni superiori ai 25mila euro – non possono fare escludere che in un momento successivo la crisi diventi irreversibile e quindi si attivino le procedure fallimentari e in quest’ambito la nuova legge fallimentare”. Secondo Sabatini si potrebbe ampliare “temporaneamente” l’applicazione dell’esenzione dai reati di bancarotta prevista per le soluzioni negoziali delle crisi d’impresa, “alla nuova finanza immessa nelle imprese in attuazione dei provvedimenti legislativi con garanzia dello Stato”. In questo modo, ha concluso al riguardo, si darebbe “certezza al comportamento delle banche che potrebbero accelerare le procedure dei finanziamenti nei casi in cui e’ rimasta la valutazione del merito di credito”.

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