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Abi Sindacati

Liquidità, chi frena sui documenti: banche o decreto? Duello Abi-sindacati

Cosa prevede il decreto liquidità sulle garanzie per i prestiti alle imprese e il peso della documentazione da fornire. La posizione dell'Abi di Patuelli (che scarica sulla norme) e le parole della Fabi di Sileoni (ci sono responsabilità anche di direzioni di alcune banche). 

 

“Un forte snellimento delle procedure burocratiche” per accedere al Fondo di Garanzia PMI: questo dovrebbe garantire il decreto liquidità alle imprese che chiedono un prestito perché colpite dall’emergenza coronavirus secondo il ministero dello Sviluppo economico.

Peccato che non paiano così convinti coloro che da lunedì 20 aprile possono andare in banca per accedere a un finanziamento e che lamentano la mole di “carte” da produrre. Dal canto loro, gli istituti di credito si discolpano rimandando il problema al dl varato dal governo mentre i sindacati di categoria puntano il dito sia contro la normativa “troppo farraginosa” sia contro l’“eccessiva quantità di documenti richiesti dalle direzioni generali di alcune banche”.

COSA PREVEDE IL DL LIQUIDITA’ PER I PRESTITI

Il decreto legge n. 23 dell’8 aprile 2020 è stato ideato per aiutare imprese e professionisti in difficoltà economica a causa della pandemia da Covid-19. In particolare prevede la garanzia al 100% per i prestiti non superiori al 25% dei ricavi fino a un massimo di 25 mila euro, senza alcuna valutazione del merito di credito; garanzia al 100% (di cui 90% Stato e 10% Confidi) per i prestiti non superiori al 25% dei ricavi fino a un massimo di 800mila euro; garanzia al 90% per i prestiti fino a 5 milioni di euro, senza valutazione andamentale.

Il primo step per i finanziamenti fino a 25mila euro è quello di compilare (e inviare poi per mail) il modulo per la richiesta di garanzia disponibile sul sito del Fondo di Garanzia PMI – operativo già dal 2000 – che grazie al dl Liquidità ha una dotazione di 7 miliardi.

LE LAMENTELE AL SOLE 24 ORE

L’altro grande accusato del decreto liquidità – scrive oggi il Sole 24 Ore – è l’Allegato 4, il modulo da compilare per accedere ai finanziamenti fino a 25mila euro: “Pare chiaro a tutti gli imprenditori che da soli non ce la possono fare: senza un commercialista o un consulente esterno, è la costante delle mail, non saremo in grado di inoltrare la domanda. Anche perché gli sportelli delle banche sono inondati da richieste e se non si ha un rapporto preferenziale con la propria agenzia i tempi diventano biblici”, scrive il quotidiano economico-finanziario sulla base delle lettere ricevute da imprenditori.

CHE COSA HA DETTO SABATINI IN PARLAMENTO

“E’ opportuno semplificare ulteriormente le modalità` di accesso alla garanzia del Fondo, soprattutto in relazione alle operazioni di finanziamento di minore dimensione. In questa logica, si propone l’estensione della procedura facilitata senza valutazione del merito di credito per le domande di garanzie relative a finanziamenti fino a 100 mila euro (dagli attuali 25 mila euro)”, ha detto oggi il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini in audizione presso la commissione di inchiesta sul sistema bancario.

IL PUNTO DI VISTA DELL’ABI

Ieri inoltre l’Abi – per bocca del presidente, Antonio Patuelli – ha chiarito che “a seconda della tipologia di garanzie è la legge che dispone i documenti necessari” per chiedere i prestiti alle banche: non sono queste ultime “che inventano le leggi, noi dobbiamo applicare sia il decreto legge dell’8 aprile che tutte le altre che non sono state abrogate”. Intervenuto alla trasmissione di Rai3 “Piazza Affari”, Patuelli ha precisato: “Non è che pesa la burocrazia ma la legislazione complicata. Questa legge di aprile è giuridicamente molto complessa”.

Il presidente dell’Associazione bancaria ha poi spiegato che gli istituti di credito stanno applicando ai prestiti un tasso che non supera il 2%, il massimo previsto dalla legge, e che anzi “si stanno facendo la concorrenza al ribassa”: alcune banche, ha aggiunto, “hanno parlato pubblicamente di tassi all’1 e allo zero virgola per cento. La concorrenza velocizza e tiene bassi i prezzi”.

L’ACCUSA DELLA FABI

Ma la Fabi, il maggiore sindacato dei circa 300mila bancari, non ci sta: “Le lavoratrici e i lavoratori bancari sono costretti, oggi, a convivere sia con un’eccessiva burocrazia di un decreto legge troppo farraginoso sia con un’eccessiva quantità di documenti richiesti dalle direzioni generali di alcune banche”, ha detto il segretario generale, Lando Maria Sileoni, intervistato dal Tg3 proprio riguardo alle richieste di finanziamenti, garantiti dallo Stato, fino a 25mila euro previsti dal decreto liquidità.

CHE COSA HA DETTO SABATINI IN PARLAMENTO

Se ci sono comportamenti scorretti” da parte delle banche nella richiesta alle imprese della documentazione per la pratica di erogazione dei finanziamenti fino a 25mila euro “è opportuno individuarli e, dove siano confermati, sanzionati dalle autorità competenti. Abbiamo sempre sostenuto la massima correttezza, perché i comportamenti dei singoli poi vengono attribuiti a tutto il settore, con un danno complessivo”, ha detto Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, in audizione davanti alla Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario

LA PREOCCUPAZIONE DI FIRST E UILCA

E’ da qualche giorno che le organizzazioni sindacali di settore sono in fibrillazione per le tensioni che il provvedimento può generare, stante soprattutto una situazione di forte preoccupazione e di tensione quale quella attuale. Peraltro dall’adozione del dl ad oggi – denunciano – l’attesa è stata caricata di enormi aspettative che rischiano di ricadere su chi in banca ci lavora.

“I lavoratori non possono pagare per le inefficienze di alcune banche. Se si dovessero verificare ritardi nella gestione delle pratiche per i finanziamenti fino a 25mila euro previsti dal decreto Liquidità e garantiti da Fondo centrale, ciò non potrà essere in alcun modo imputato al personale, che ha già dimostrato la sua professionalità nel gestire gli adempimenti connessi ai precedenti provvedimenti varati dal governo” ha avvertito Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl.

“Registriamo, purtroppo, una diversità e una difficoltà di applicazione delle norme da parte delle banche – gli ha fatto eco Massimo Masi, segretario generale Uilca -. Alcune chiedono documenti ulteriori non indicati nel Decreto Liquidità; altre hanno messo online moduli che poi non si sono rilevati esatti; spesso le Direzioni Generali forniscono disposizioni errate. Va detto, per l’amore della verità, che negli istituti di credito che hanno costituito task force con migliaia di persone le cose funzionano meglio”.

L’INTERLOCUZIONE DEI SINDACATI DI CATEGORIA CON IL VIMINALE

Già sabato mattina le organizzazioni sindacali hanno inviato una lettera al Viminale e ai prefetti di tutto il Paese per chiedere un aumento della vigilanza e della sicurezza. “Secondo le informazioni in nostro possesso – si legge nella missiva firmata Fabi, Fisac-Cgil, Uilca, First Cisl e Unisin – alcune banche non sono ancora pronte, poiché non hanno predisposto le circolari interne né hanno modificato le procedure per poter accogliere le richieste da parte della clientela. Tale situazione potrebbe generare tensione fra i clienti che si recheranno nelle filiali bancari, sfociando in fenomeni di violenza che già sono stati registrati, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, in queste ultime settimane. Monitoreremo costantemente la situazione sull’intero territorio nazionale e denunceremo prontamente situazioni critiche e pericolose così come faremo i nomi delle banche che effettivamente si riveleranno impreparate”.

Il ministero dell’Interno ha fatto sapere che c’è “massima attenzione” sui rischi di “violenze” sollevati dai sindacati dei bancari e che i prefetti sono stati da tempo allertati per garantire adeguata sicurezza agli istituti in un momento molto delicato.

“Coloro che lavorano in banca stanno facendo un superlavoro, quindi, invece di criticarli in anticipo bisognerebbe ringraziarli” ha detto Patuelli durante un’intervista a Radio Radicale notando che “quando c’è un incendio non bisogna discutere ma correre con i secchi a spegnerlo e il coronavirus è peggio di un incendio. Bisogna constatare però che i pompieri e i volontari vengono ringraziati, i bancari invece criticati”.

GLI ATTACCHI NELLE FILIALI

Ad alimentare un clima nient’affatto facile le attenzioni poco benevole di cui sono state oggetto ieri due filiali bancarie, una a Sassari – dove è stato ritrovato un pacco sospetto contenente proiettili – l’altra a Catania – dove c’è stato un falso allarme per un pacco poi rivelatosi non pericoloso . “Nel continuare a ringraziare il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e i Prefetti d’Italia oltre che le Forze dell’ordine, chiediamo di continuare a presidiare e vigilare tutto il territorio nazionale, al fine di garantire la massima tutela e sicurezza sia dei dipendenti delle banche sia della clientela” hanno evidenziato in una nota congiunta i segretari generali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Lando Maria Sileoni, Riccardo Colombani, Giuliano Calcagni, Massimo Masi ed Emilio Contrasto.

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