Skip to content

merlyn

Perché Tim ruzzola in Borsa?

L'andamento del titolo Tim in Borsa. I commenti degli analisti sul piano del gruppo di tlc. E le rassicurazioni del vertice, a partire dal capo azienda Labriola, sulla sostenibilità del piano. Fatti, numeri e approfondimenti

Giornata di passione in Borsa per Tim: il prossimo board dell’azienda di tlc senza alcun rappresentante del maggiori azionista, Vivendi, è vissuto sul mercato come il proseguimento di una contesa legale e societaria senza sbocchi e gli analisti sono rimasti sorpresi dalla scarsa tendenza del piano alla riduzione del debito nonostante la vendita della rete.

Ecco tutto i dettagli.

Alla fine della giornata borsistica, il titolo Tim ha chiuso con meno 23%.

Ieri il cda di Tim ha approvato ieri il bilancio 2023 confermando i conti preliminari da cui emerge una perdita di 1,441 miliardi di euro, più che dimezzata rispetto al rosso di 2,925 miliardi dell’anno precedente.

Tutti i dettagli.

LA BORSA NON APPLAUDE AL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DI TIM

Il mercato mostra preoccupazione riguardo al nuovo piano al 2026 “Free tu run” presentato oggi dal ceo di Tim Pietro Labriola in occasione del Capital market Day 2024.

Le quotazioni del gruppo delle tlc registrano la peggiore prestazione del Ftse Mib perdendo il 6,23% a 0,2606 euro, ai minimi dal 14 dicembre 2023. Consistenti i volumi, con 278 milioni di titoli già passati di mano a fronte di una media di 161,8 in un’intera seduta dell’ultimo mese.

COSA PREVEDE IL PIANO 2024-2026 TARGATO LABRIOLA

La cessione della rete Tim al fondo Kkr del valore di 22 miliardi di euro è l’asse portante della strategia di Labriola per ridurre il debito di 14 miliardi di euro dell’operatore tlc e spostare gran parte della sua forza lavoro sulla rete.

Il nuovo piano industriale 2024-2026, che considera la cessione di NetCo e Sparkle dentro al perimetro, vede ricavi in crescita del 3% medio annuo, ebitda after lease previsto in aumento dell’8% ed ebitda after lease-capex di gruppo stimato in crescita a circa 2,2 miliardi al 2026. Il piano prevede inoltre un equity free cash flow after lease positivo sia in Italia sia in Brasile nell’orizzonte di piano. È previsto, in seguito alla cessione della rete, un debito sostenibile e in ulteriore riduzione: al 2026 attesa una leva pari a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,85 volte dei pro-forma al 2023.

Ieri il cda di Tim ha approvato i conti del 2023, confermando i dati preliminari diffusi in precedenza: l’anno chiude con una perdita a 1,4 miliardi, circa la metà di quanto perso l’anno precedente (2,9 miliardi).

Il mercato, spiegano dalle sale operative, appare confuso dal diverso perimetro considerato dal piano (che è tornato a includere Sparkle), rileva ancora Radiocor.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

In ogni caso, sottolineano gli analisti di Intermonte, i nuovi obiettivi previsti dal piano “Free-to-run” «sono in larga misura coerenti con le indicazioni fornite lo scorso novembre e nascondono una elevata fiducia del management nel rilancio di Tim Consumer, principalmente attraverso un piano di trasformazione con risparmi per 400 milioni entro il 2026». «Malgrado le nostre stime siano più conservative – aggiungono gli esperti -, riteniamo che questi obiettivi siano realizzabili, considerando anche il trackrecord di successo del management nell’attuare piani di riduzione dei costi di dimensioni simili».

Di conseguenza, mette in chiaro Intermonte, «la riconferma del management è un aspetto cruciale per il successo di questo piano». Ieri il board di Tim ha anche approvato la lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione che vede Alberta Figari indicata come presidente e Pietro Labriola confermato come amministratore delegato. Del board esistente sono confermati inoltre Giovanni Gorno Tempini, Paola Camagni, Federico Ferro Luzzi, Maurizio Carli. I nuovi candidati sono invece Domitilla Benigni, Jeffrey Hedberg, già ceo di WindTre, Paola Tagliavini, Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali e Luca Rossi. Nessun futuro membro del board di Tim sarà espressione del maggiore azionista, ossia della francese Vivendi.

Secondo l’analista Domenico Ghilotti di Equita, il livello del debito superiore alle attese potrebbe essere legato alle uscite di cassa legate alla rete prima del closing e alla politica dei dividendi dell’azienda brasiliana, nonché a oneri finanziari e costi di ristrutturazione, riporta Reuters.

LE PAROLE DEL NUMERO UNO DI TIM DOPO LE PERDITE IN BORSA

Ma la perdita a doppia cifra delle azioni è giudicata come reazione ingiusta del mercato da Labriola.

“Non tutti comprendono le nostre strategie e non ci sono le giuste reazioni del mercato”, però “capirete che manterremo le promesse”, ha detto l’amministratore delegato, Pietro Labriola, all’inizio della presentazione agli analisti del Piano stesso.

“Con la cessione di Netco riusciremo a essere di nuovo un’azienda in grado di operare liberamente sul mercato”, grazie alla forte riduzione del livello di indebitamento ha ribadito Labriola, durante il Capital Market Day.

LE RASSICURAZIONI DI LABRIOLA

Per il numero uno di Tim i target presentati sono “un traguardo raggiungibile”.

Il piano di Tim prevede “che i ricavi cresceranno con una media del 3%, l’Italia riprende a crescere del 2%: è un traguardo raggiungibile” ha sottolineato l’ad Pietro Labriola. La ServiceCo con 16mila dipendenti “è sostenibile, 5 mila in Enterprise e 11 mila in Consumer” aggiunge e precisa che “trasformare la base costi è un elemento chiave” del piano che “si impernia sugli efficentamenti” e sul taglio del debito.

Durante il Capital market day di Tim, l’ad Labriola ha ribadito che i target proposti per il prossimo triennio sono sostenibili, Andrea Rossini ed Elio Schiavo hanno spiegato rispettivamente come pensano di raggiungere la stabilizzazione delle attività Consumer andando oltre la connettività e come ‘cavalcare I’onda’ del mercato del Cloud in espansione ma gli analisti sono ancora confusi, il percorso di riduzione del debito non è chiaro perchè Tim non ha presentato il pro-forma da cui parte e mancano i dettagli del flusso di cassa che la porteranno a raggiungere gli obiettivi di riduzione della leva al 2026. Tim dichiara di aspettarsi 14,2 miliardi di euro dalla vendita di NetCo ma non fornisce alcun debito netto iniziale, solo un obiettivo di leva finanziaria per il 2026 di 1,6-1,7 volte, fanno notare gli analisti.

LE PAROLE DEL DIRETTORE FINANZIARIO

“Non è un piano aggressivo, è un piano sfidante ma se faremo gli sforzi che dobbiamo fare ce la faremo”. Così il direttore finanziario di Tim Adrian Calaza ha provato a rassicurare il mercato, secondo l’Ansa. “Non siamo qui a darvi numeri migliori di quelli che possiamo fare: come ha detto l’ad Labriola per noi è importante confermare la vostra fiducia, dobbiamo mantenere le nostre promesse”. “L’azienda genererà liquidità? Semplicemente sì” aggiunge, mostrando che nel triennio ci sarà un assorbimento di capitale nel 2024, prima del closing della cessione di Netco, “un flusso altamente negativo nel 2024, con una positività nel 2025 e 2026”. “Anche il settore domestico sarà positivo nell’arco del piano: dobbiamo tenere il passo anche sul domestico perchè il Brasile sta già facendo tutto quello che deve”.

IPOTESI DIVIDENDO NEL 2026 CON IL TAGLIO DEL DEBITO

Infine, Tim vede, al termine del prossimo triennio, “opportunità di remunerazione degli azionisti”. Lo sottolineano i manager nelle slide che accompagnano la presentazione del nuovo piano al Capital Market Day, riporta Agi. I target finanziari vedono ricavi a fine piano per 15,7 miliardi, un ebitda after leas di 4,4 miliardi, e con un taglio del debito e una riduzione della leva (il rapporto posizione finanziaria netta/ebitda) a 1,6-1,7 volte l’aprirsi di “opportunità per la remunerazione dei soci dal 2026”.

Torna su