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Perché Leonardo punzecchia l’Antitrust Ue

Che cosa ha detto il capo azienda di Leonardo, Roberto Cingolani, su ruolo e approccio dell'Antitrust Ue anche sulla difesa

L’Antitrust Ue deve consentire alle aziende della difesa di fondersi liberamente, esorta il numero uno di Leonardo.

I funzionari antitrust dell’Unione europea devono restare fuori dal settore della difesa e consentire alle aziende di fondersi, integrarsi e costruire una massa critica per affrontare la concorrenza globale, ha avvertito l’amministratore delegato dell’italiana Leonardo, Roberto Cingolani, ripreso da Defense News.

Da tempo il vertice del gruppo ex Finmeccanica punta al consolidamento dell’industria della difesa europea.

“Stiamo lavorando su alcune alleanze che devono creare dei poli europei. Abbiamo in corso due diligence con banche internazionali che ci aiutano a capire cosa vendere e cosa comprare. Stiamo meditando su joint venture di natura gigantesca perché vogliamo essere uno dei motori della creazione dello spazio europeo della sicurezza” aveva annunciato proprio Cingolani lo scorso ottobre.

E ora, a distanza di qualche mese, Cingolani torna a ribadire gli appelli alle aziende europee della difesa a collaborare – senza attendere istruzioni da parte dei governi – in modo che il Vecchio continente possa competere ad armi pari in tutto il mondo.

Tutti i dettagli.

APPROCCIO ANTITRUST UE “TROPPO GIURIDICO”

“L’antitrust è stato concepito come un modo per garantire la libera concorrenza in Europa, ma stiamo parlando di un’Europa che compete con Cina, India, Giappone e Stati Uniti”, ha spiegato Cingolani alla stampa in settimana, riporta Defense News. “In quel caso l’antitrust ci indebolisce, non ci aiuta. Il concetto ha un senso in molti settori, ma dobbiamo identificare settori come la sicurezza e l’energia in cui la concorrenza è globale”, ha aggiunto evidenziando che bloccare le fusioni nel settore della difesa condannerebbe il settore a rimanere “marginale”.

Sempre in merito all’antitrust, “abbiamo una Commissione europea che ha fatto diversi lavori regolatori basati su un approccio giuridico, con il rischio di fare il codice della strada prima di avere l’automobile” ha sottolineato ancora il ceo di Leonardo, parlando in audizione alla Commissione Attività produttive della Camera nell’ambito di una indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale il 14 febbraio.

“Negli Stati Uniti c’è stato un approccio tecnologico — ha proseguito Cingolani — forse troppo permissivo e se la sono cavata dicendo ‘l’etica ce la dà la trasparenza’. La Società di ingegneria internazionale è stato un esempio intermedio e dal 2017 ha lavorato sul tema dei diritti umani, del benessere dell’umano, della responsabilità, della trasparenza e dell’abuso”.

“Abbiamo un dovere tecnico industriale, cioé capire chi vogliamo essere e dove vogliamo andare; un dovere regolatorio ma non da mettere prima di aver scelto; poi dobbiamo educare il cittadino che deve consapevole dell’abuso e dell’errore” ha concluso.

INTEGRAZIONE DELL’INDUSTRIA EUROPEA

Quindi il numero uno di Leonardo è tornato a insistere sulla necessità di stringere alleanze in Europa.

Una maggiore integrazione in Europa significherà più denaro concentrato su meno programmi, secondo Cingolani. “L’Europa spende per la difesa poco meno della metà di quanto spendono gli Stati Uniti. E l’Ue lo spende per 30 programmi e gli Stati Uniti per dieci”, ha aggiunto il ceo di Leonardo, ripreso da Defense News.

I COLLOQUI CON THALES

E il colosso della difesa e aerospazio italiano non è rimasto a guardare, ma da tempo si è mosso per mettere a punto o ridefinire nuove alleanze.

Di recente Leonardo sta lavorando a un aumento del peso nella joint-venture Thales Alenia Space della produzione dei satelliti e per questo aveva avviato colloqui con la francese Thales. Al momento la joint-venture è composta al 67% di Thales e al 33% di Leonardo.

L’ALLEANZA CON KNDS

Oltre all’ambito spaziale, la società di Piazza Monte Grappa si è mossa anche nel campo terrestre: lo scorso dicembre Leonardo e Knds –  il consorzio che unisce la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann – hanno annunciato che stavano formando una “alleanza strategica” per costruire carri armati.

“Il memorandum — ha spiegato Cingolani a margine della audizione alla Camera — stabiliva che ci davamo un certo tempo, 12+12 mesi, per studiare tutte le possibili combinazioni di collaborazione: dalla collaborazione solo commerciale ma strutturata, alle joint-venture e fusioni. L’importante è essersi parlati dopodiché bisogna capire quali sono i prodotti e le tecnologiche con cui contribuire a una piattaforma comune e poi vedere se mettendo le cose insieme quello che ne risulta è cost-effective, cioè se è sostenibile in termine di costi, supply chain, margini di sviluppo e marginalità finale”.

L’accordo Leonardo-Knds punta a implementare programmi di collaborazione attraverso il rafforzamento delle basi industriali. Oltre allo sviluppo della nuova generazione di piattaforme per i veicoli blindati, tra cui il Main Ground Combat System. Secondo Cingolani “Un’idea potrebbe essere un’alleanza tipo Mbda, un consorzio in cui ciascun partner ne abbia un terzo”.

“Tra cinque settimane – ha detto a Radiocor il ceo di Leonardo  – avremo un incontro per vedere lo stato di avanzamento dei numeri e che direzione prendere”.

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