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Cina

Perché le azioni di Alibaba vanno sulle montagne russe per Ant

A Hong Kong le azioni di Alibaba hanno recuperato dai cali iniziali e sono rialzo, nonostante l’affiliata Ant Group abbia smentito le indiscrezioni circa l’Ipo in vista Azioni di Alibaba sulle montagne russe per colpa del braccio fintech Ant group. Giovedì le azioni del colosso cinese fondato da Jack Ma hanno perso l’8% a Hong…

Azioni di Alibaba sulle montagne russe per colpa del braccio fintech Ant group.

Giovedì le azioni del colosso cinese fondato da Jack Ma hanno perso l’8% a Hong Kong dopo che Ant Group ha smentito le indiscrezioni circa i piani di un’offerta pubblica iniziale (Ipo). Secondo alcuni rapporti, le autorità di regolamentazione cinesi stavano lavorando per rilanciare il debutto sul mercato di Ant Group avevano fatto balzare le azioni di Alibaba.

Ma oltre alla smentita della società, anche la China Securities Regulatory Commission (Csrc) ha affermato di non aver condotto “lavoro di valutazione e ricerca” in merito alla potenziale Ipo di Ant Group.

A novembre 2020 che i regolatori cinesi hanno interrotto l’offerta pubblica iniziale record di 35 miliardi di dollari di Ant Group e hanno ordinato all’unità fintech della società fondata dal miliardario Jack Ma di rivedere le sue operazioni. La doppia quotazione a Hong Kong e Shanghai sarebbe stata la più grande Ipo della storia.

Il via libera a una potenziale Ipo di Ant sarebbe un segno che Pechino sta allentando la repressione del settore tecnologico avviato negli ultimi anni. Lo stop alla quotazione di Ant ha segnato l’inizio di una repressione normativa per tenere a freno l’enorme settore tecnologico locale della Cina, che si è diffuso ad altri settori, tra cui la proprietà e l’istruzione privata, cancellando miliardi di capitalizzazioni di mercato.

Tutti i dettagli.

LE INDISCREZIONI SULL’IPO DI ANT

Giovedì, Bloomberg ha riferito che i regolatori finanziari cinesi hanno avviato discussioni sul rilancio dell’Ipo di Ant Group. citando persone che hanno familiarità con la questione. Reuters ha riferito che la leadership cinese aveva dato il via libera alla quotazione.

Ricordiamo che nel 2020 la società fintech controllata dal colosso dell’e-commerce Alibaba puntava a raccogliere 35 miliardi di dollari.

Da lì il balzo sulla piazza di Hong Hong delle azioni di Alibaba che controlla Ant Group al 33%.

LA POSIZIONE DELLA SOCIETÀ

Ma a far sbandare il titolo del gigante cinese ci ha pensato la smentita della società Ant Group.

“Sotto la guida delle autorità di regolamentazione, siamo concentrati sul portare avanti costantemente il nostro lavoro di rettifica e non abbiamo alcun piano per avviare un’Ipo”, ha dichiarato Ant sul suo account WeChat giovedì.

LA DICHIARAZIONE DELLA CSRC

Stessa smentita giunta anche dall’authority di Pechino che dà il via libera alle quotazioni.

Ieri la  China Securities Regulatory Commission (Csrc) ha dichiarato di non aver condotto “lavoro di valutazione e ricerca” in merito a una potenziale Ipo di Ant Group. Tuttavia, ha aggiunto che sostiene le società di piattaforme idonee che diventano pubbliche in patria e all’estero.

ALLENTAMENTI NELLA REPRESSIONE DI PECHINO

Nonostante la smentita sull’Ipo in vista per Ant, ci sono comunque altri segnali di allentamento della repressione di Pechino sul settore tecnologico cinese.

In settimana infatti il Wall Street Journal ha riferito che le autorità cinesi sono vicine a porre fine alle indagini sul colosso dei trasporti, Didi.

Al debutto al Nasdaq lo scorso giugno la società di ride hailing aveva raccolto 4,4 miliardi di dollari. Si è trattato della più grande offerta pubblica iniziale statunitense di una società cinese dal debutto di Alibaba nel 2014. Tuttavia, il titolo è crollato pochi giorno dopo a causa delle rivelazioni di un’indagine cinese sull’app Didi riguardo la sicurezza dei dati.

“Quell’indagine ha reso l’azienda un manifesto per la repressione di Pechino sulle società tecnologiche” commentava la Cnn. Dall’Ipo, le azioni di Didi hanno perso il 90%, polverizzando 60 miliardi di dollari dal suo valore di mercato.

Ma ora sembra che Pechino stia rivedendo la sua politica repressiva nei confronti del settore tech. Cnbc ricorda che il mese scorso il vicepremier cinese Liu He ha promesso di sostenere il settore tecnologico, prevedendo quotazioni per le società Internet.

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