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Goldman Sachs

Perché la Sec multa Goldman Sachs sugli Esg

La Sec (l'equivalente statunitense della Consob) ha multato per 4 milioni di dollari la banca Goldman Sachs per mancato rispetto delle politiche Esg. L'autorità sta puntando molto sul controllo della veridicità degli investimenti "sostenibili". Ecco dettagli e precedenti.

La Securities and Exchange Commission (SEC), l’ente federale statunitense che vigila sulla borsa, ha multato per 4 milioni di dollari una divisione della banca d’affari americana Goldman Sachs per non aver rispettato le sue politiche sugli ESG: la sigla sta per Environmental, Social and Governance e indica quei fattori che “misurano” la sostenibilità ambientale, sociale e di gestione di un investimento.

In un comunicato, la SEC ha spiegato che le accuse riguardano le “carenze nelle politiche e nelle procedure relative a due fondi comuni di investimento e a un conto gestito separatamente, commercializzati come investimenti ambientali, sociali e di governance (ESG)” dalla società di gestione investimenti Goldman Sachs Asset Management, che ha accettato di pagare la multa senza esprimersi sulle argomentazioni dell’autorità.

LA RISPOSTA DI GOLDMAN SACHS

La società si è limitata a dichiarare di essere “lieta di aver risolto questa questione, che riguardava politiche e procedure storiche relative a tre portafogli di investimento del gruppo Goldman Sachs Asset Management Fundamental Equity”.

COSA HA SCOPERTO LA SEC

La SEC ha evidenziato come, dall’aprile 2017 al febbraio 2020, Goldman Sachs Asset Management abbia commesso diversi inadempimenti nelle sue politiche e procedure per la selezione degli investimenti secondo i fattori ESG.

“Da aprile 2017 a giugno 2018”, ha scritto ad esempio l’autorità, “la società non si è dotata di politiche e procedure scritte per la ricerca ESG in un prodotto, e una volta che le politiche e le procedure sono state stabilite, non le ha seguite in modo coerente prima di febbraio 2020”.

LA POPOLARITÀ DEGLI ESG

I princìpi di sostenibilità degli investimenti sono diventati estremamente popolari, vista la maggiore sensibilità delle opinioni pubbliche – e degli investitori, di riflesso – verso le questioni climatica e ambientale. Gli ESG non sono tuttavia ancora ben regolamentati, né negli Stati Uniti né in Europa.

Le autorità di regolazione americane stanno tuttavia intensificando i controlli sui cosiddetti “veicoli di investimento sostenibile”, spesso opachi: non è detto, cioè, che i parametri ESG vengano poi davvero rispettati dalle aziende in cui si investe, né è semplice stabilirlo proprio per mancanza di metriche comuni.

LA SPINTA NORMATIVA DELLA SEC

La regolazione degli ESG è una questione prioritaria per l’attuale presidente della SEC, Gary Gensler. Sotto di lui, la commissione ha proposto delle modifiche normative che obblighino le aziende a fornire agli investitori più informazioni sui rischi per i propri business causati dai cambiamenti climatici e dalle politiche governative di contenimento delle emissioni.

La SEC ha inoltre istituito una task force dedicata proprio agli ESG, con il compito di verificare se le imprese e le società di investimento stiano ingannando i clienti con false valutazioni delle “credenziali di sostenibilità” di un’attività o di un fondo.

– Leggi anche: Una lettera alla Sec svela gli altarini di BlackRock su Cina e investimenti Esg

I CASI BNY MELLON E DEUTSCHE BANK

Lo scorso maggio il ramo di Bank of New York Mellon che si occupa di consulenza sugli investimenti ha pagato 1 milione di dollari per chiudere un’indagine della SEC, che riguardava le accuse mosse alla società di servizi finanziari di aver ingannato i suoi clienti in merito alle credenziali ESG di alcuni investimenti.

La SEC ha indagato anche sulla banca tedesca Deutsche Bank, accusata di comunicazione ingannevole sui criteri di sostenibilità degli investimenti. A fine maggio gli ispettori della BaFin, l’autorità di regolazione finanziaria tedesca, hanno fatto irruzione nelle sedi di Deutsche Bank e della sua controllata DWS (una società di gestione patrimoniale), accusate di aver ingannato i loro clienti in merito alla sostenibilità di alcuni prodotti di investimento.

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