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Bnl

Sciopero, perché i sindacati prendono a sportellate la Bnl

Tutti i motivi dello sciopero dei sindacati in Bnl, il primo dagli anni Novanta nella banca ora del gruppo francese Bnp Paribas

 

Lunedì 27 dicembre c’è stato il primo sciopero nella Bnl dagli anni ’90. La giornata di mobilitazione è stata proclamata ufficialmente il 15 dicembre da tutte le organizzazioni sindacali del settore: Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin.

I MOTIVI DELLO SCIOPERO

A finire nel mirino dei sindacati è stato il piano di riorganizzazione targato Bnp Paribas che prevede, tra l’altro, le esternalizzazioni di oltre 900 dipendenti dell’IT e del back-office, su un totale di 11.500 addetti distribuiti tra uffici centrali e oltre 700 agenzie sparse su tutto il territorio italiano. Esternalizzazioni che interessano circa l’8% della forza lavoro della banca.

I CASI AXEPTA, ACCENTURE E CAPGEMINI

Lo sciopero riguarda gli impatti occupazionali e le ricadute sul personale oggetto della procedura di cui alla lettera della Bnl datata 24 settembre 2021, la chiusura delle filiali e le ricadute in termini di mobilità funzionale e geografica, la cessione di pacchetto di controllo di una società-prodotto strategica come Axepta, la carenza di organico nelle filiali e le pressioni commerciali ai dipendenti, il modello di presenza sul territorio, il ritardo nel numero di assunzioni concordate negli accordi sindacali relativi alla cosiddetta Quota 100.

LA CRONISTORIA DELLE PROTESTE IN BNL

Lo scorso 18 dicembre i sindacati avevano denunciato un “boicottaggio dello sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori. Nel dettaglio, erano state segnalate “difficoltà nel far pervenire il link per la partecipazione alle assemblee a distanza”, “task force di lavoratori interinali in forza presso alcuni uffici per sostituire gli scioperanti” e “l’impedimento di revocare le ferie” a chi le aveva già prese per quella giornata. Il 9 dicembre era stata stata espletata e completata, con esito negativo, la procedura obbligatoria di conciliazione datata 24 settembre 2021; chiusura delle filiali e ricadute in termini di mobilità funzionale e geografica; cessione di pacchetto di controllo di società prodotto strategico come Axepta; carenza di organico nelle filiali e pressioni commerciali. E ancora: modello di presenza sul territorio; ritardo nel numero di assunzioni concordate negli accordi sindacali relativi alla cosiddetta Quota 100.

LE TENSIONI FRA SINDACATI E BNL

Successivamente, il 23 dicembre le sigle hanno comunicato formalmente lo stop al confronto con l’azienda: “Alla luce della vostra indisponibilità ad un confronto finalizzato alla ricerca di condivisibili soluzioni complessive, non sussistono le per proseguire il confronto” si legge in uno dei tanti volantini pubblicati in questi giorni.

IL MOTIVO DELLO SCIOPERO IN BNL

Il tavolo è saltato, nel dettaglio, a causa della clausola di rientro di 20 anni, “applicabile solo in casi eccezionali e realisticamente accettabili”, e che è “subordinata all’inaccettabile condizione di rinuncia da parte dei lavori oggetto cessione al diritto di ricorrere in giudizio e tutelare i propri interessi. Ciò significherebbe un accordo contra legem che il sindacato non firmerà mai”, hanno spiegato i sindacati in una nota del 24 dicembre in riferimento alla chiusura della procedura di cessione di ramo d’ azienda del Banking Service Platform (It) che riguarda 270 lavoratori.

CHE COSA DICONO I SINDACATI

“Questo – i sindacati – è un inaccettabile attacco al diritto e alla dignità del lavoro oltre che al buon senso e all’intelligenza dei lavoratori e del Sindacato. La gravità di questa pretesa da parte della Bnl risulta ancor più evidente di fronte al rischio di illegittimità dell’intera operazione. È evidente che l’intenzione dell’azienda è solo quella di liberarsi di 900 lavoratori: infatti hanno rifiutato di confrontarsi su soluzioni complessive”.

LA PORCATA DI BNL SECONDO SILEONI (FABI)

La rottura è quindi la “logica conclusione della sorda arroganza con cui questa azienda si è presentata ad ogni incontro e si evince in modo chiaro dalla comunicazione di chiusura in alle istanze sindacali”, ha commentato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Nel corso di una tavola rotonda con i sindacati dei bancari durante il 126esimo Consiglio nazionale della Fabi a Milano, il 13 dicembre, Sileoni aveva detto: “Abbiamo i invitato rappresentanti di tutte le banche, non abbiamo invitato i rappresentanti di Bnl per la porcata che stanno cercando di realizzare all’interno del gruppo”.

COME E’ ANDATO LO SCIOPERO IN BNL

Massiccia adesione allo sciopero indetto in Bnl da Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin. In attesa dei dati ufficiali, si è riscontrata in tutta Italia la chiusura degli uffici interni della banca, completamente deserti, come pure della maggior parte delle filiali che hanno tenuto le serrande abbassate. “La lotta non si ferma, il sindacato non arretra di un passo, siamo compatti al fianco dei lavoratori che, stufi di essere vessati da un’azienda con ben pochi scrupoli, hanno aderito pressoche’ totalmente allo sciopero. La banca ci ripensi e fermi questo piano scellerato che creera’ problemi non solo ai lavoratori ma anche allo stesso Istituto”, dichiarano le segreterie nazionali dei sindacati.

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