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Perché gli americani puntano alle squadre di calcio Roma, Fiorentina, Bologna, Parma e Spezia?

Ecco le vere mire economiche di gruppi stranieri, in primis americani e non solo, che acquistano la proprietà di società di calcio italiane come Inter, Milan, Roma, Fiorentina, Parma e Spezia

L’operazione che ha portato il Genoa nelle mani della 777Partners  fa arrivare a otto il numero di squadre italiane di Serie A di proprietà straniera. Investitori stranieri, soprattutto americani, stanno investendo ingenti capitali nel calcio italiano ed europeo. “Qui c’è un enorme potenziale, avete una passione e una tradizione calcistica che in America non c’è, ma noi sappiamo come far crescere le squadre e aumentare i ricavi”, ha detto dice Josh Wander, fondatore e managing partner del fondo americano che ha da poco acquistato il Genoa.

Le squadre italiane in mani straniere  

Otto dei 20 club italiani della serie A hanno proprietari stranieri. Tra questi ci sono Inter, di proprietà del cinese Suning Holdings Group, il Milan, della statunitense Elliott Management Corporation, il Bologna, della canadese Saputo Incorporated, la Fiorentina dello statunitense Rocco Commisso, lo Spezia dell’americano Robert Platek, l’AS Roma e il Venezia di proprietà degli statunitensi Friedkin Group e VFC Newco 2020 LLC. 

Gli americani che giocano a calcio 

Gli investitori americani stanno rivolgendo il loro interesse ai club del vecchio continente. In totale sono 45 i club europei di proprietà americana, di questi 16 militano in Premier League. Arsenal, Liverpool e Manchester United sono di proprietà, rispettivamente, della holding statunitense Kroenke Sports & Entertainment, della Fenway Sports Group e della famiglia Glazer.  Joel Glazer, co-presidente del Manchester United, è stato anche vicepresidente della Super League, l’effimero tentativo, capeggiato  in Italia da Andrea Agnelli, della scorsa primavere di fare le scarpe alla Champions League. È di proprietà americana anche la formazione svizzera del Lugano, venduto a una cordata Usa capeggiata dall’imprenditore Joe Mansueto (proprietario dei Chicago Fire di Mls). I concorrenti, perdenti, sarebbero stati i. finanzieri di Elliott e di Blue Skye, cioè gli attuali azionisti del Milan.

Le difficoltà economiche dei club europei 

Le condizioni di tanti club della Serie A come pure di numerose squadre europee è problematica: bilanci in affanno, vecchie proprietà che non riescono a tenere il passo del calcio moderno (un esempio su tutti il Milan di Berlusconi), debiti e perdite per centinaia di milioni già presenti prima della pandemia. Secondo la società di consulenza Deloitte, i ricavi aggregati delle 20 squadre di Serie nella stagione 2019/2020 sono calati del 18 per cento, perdendo 443 milioni, le società della massima serie hanno visto i loro ricavi ridursi a 2,1 miliardi di euro. Così per gli investitori Usa il calcio europeo è un business a buon mercato, rispetto ai prezzi dei club Usa nel football americano, nel baseball e nel basket. 

L’attrazione della finanza statunitense per la Serie A 

La Serie A risulta essere molto attraente per gli investitori stranieri. “Due i fattori – dice al Corriere della Sera Luigi Capitanio, partner di Monitor Deloitte -. Il primo elemento è il mercato potenzialmente aggredibile da un operatore di mercato, 30 milioni di appassionati, dunque di potenziali clienti. Molti di più se si considerano le dimensioni internazionali. Il secondo motivo è per la capacità di generare ricavi, calcoliamo 18 miliardi fra diretti e indiretti. Il calcio vale l’1% del Pil”.

Il futuro: la costruzione di nuovi stadi 

A ingolosire gli investitori sono anche le future prospettive di crescita legate alla costruzione di nuovi impianti. “Il calcio da noi è già un’industria, ma in ottica prospettica ha un potenziale ancora superiore. Soprattutto, se consideriamo il livello di arretratezza degli impianti sportivi in Italia, obsoleti rispetto agli standard europei – continua il consulente – .È questo il grande valore inespresso. Stimiamo infatti che nei prossimi 10 anni gli interventi di rinnovamento delle infrastrutture genereranno nuove fonti di ricavo per l’industria del calcio e per i settori collegati pari a circa 25 miliardi di ricavi”.

Gli investitori attratti dal valore dei diritti tv 

Secondo Jordan Gardner, presidente e co-proprietario dell’FC Helsingør (Danimarca), vi è l’attrazione dei diritti tv, oltre che al maggiore raggio d’azione per i brand che il calcio garantisce rispetto ad altri sport, specialmente a livello globale. Inoltre i fondi USA sono usciti dalla crisi godendo di una liquidità considerevole. Il calcio europeo ne ha un estremo bisogno e nei prossimi anni è destinato a crescere e a espandersi dopo il terreno perduto a causa della pandemia. 

A Genova biglietti in regalo dalla nuova società 

I nuovi arrivati a Genova hanno subito puntato a instaurare un buon rapporto con i tifosi. Hanno regalato ai propri tifosi 13mila biglietti (la capienza massima per le regole Covid) per la gara di contro il Verona. Per 777 Partners, come si legge su La Stampa, il perno dello sviluppo aziendale è lo stadio. Il modello sarà simile a quello dell’Atletico Madrid che gestisce più di 450 eventi all’anno. A dirlo è Andres Blazquez manager operativo del fondo in Europa. “È impossibile far quadrare i conti con uno stadio che non possa essere utilizzato tutti i giorni dell’anno – aggiunge il manager alla Stampa -. Vogliamo che sia aperto tutti i giorni ai tifosi e ai cittadini. È una componente strategica per la crescita di un club”.

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