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Tronchetti Provera Pirelli

Parliamo delle cineserie di Pirelli, Brembo, Open Fiber e Wind?

Che rapporti commerciali hanno Pirelli, Brembo, Open Fiber e Wind con aziende cinesi come ad esempio Zte, Huawei e non solo? La lettera del professor Marco Mayer

Caro direttore,

ho appena letto Affari & Finanza di Repubblica e desidero segnalarti un paio di articoli che forniscono, a mio avviso, informazioni vere, ma di cui occorrerebbe approfondire il contesto.

Massimo Giannini ha scritto correttamente che tra il 2014 e il 2024 le acquisizioni estere di aziende italiane italiane sono state ben 2.948 per un valore di 203 miliardi. È volato altrove di tutto e la parte del leone la fanno Cina e Hong Kong  per 100 miliardi di euro.

Nel caso di Pirelli/Brembo aggiunge: “Non sto neanche ad indagare chi abbia sbagliato di più se Tiraboschi (Brembo ndr) o Tronchetti Provera”. Avrei preferito che Giannini avesse approfondito di più perché per l’Italia è importante sapere se la decisione di Tronchetti di cedere nel 2017 ai cinesi la maggioranza di Pirelli sia stato un errore o se ci sia qualcosa di sbagliato negli investimenti negli stabilimenti cinesi di Brembo.

Quello che è certo è che l’errore originario è stato dello Stato, quando il 31 luglio del 2014 il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan (insieme all’allora presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini) ha ceduto al colosso statale cinese il 35% di Cdp Reti. Secondo Padoan “una tappa molto importante, ma solo una tappa, del processo di integrazione economica tra Italia e Cina che si va rafforzando quotidianamente”.

Per inciso, l’apertura alla Cina del governo Renzi è poi proseguita (e si è notevolmente ampliata con i governi Conte 1 e Conte 2) coinvolgendo altri comparti strategici quali i porti (Cosco e Zpm), le telecomunicazioni e la mobilità elettrica (WindTre) il 5G (Huawei e Zte), la videosorveglianza (Hikvision) ed infine il settore automobilistico a partire da Dr in Molise, per subire qualche effettiva battuta di arresto solo con il Governo Draghi.

Il secondo articolo di Affari & Finanza su cui vorrei attrarre l’attenzione è quello di Giovanni Pons, che ipotizza la banda larga via satellite tra Starlink di Elon Musk e Open Fiber. Anche qui sarebbe giusto approfondire il contesto ponendosi due domande:

  1. se aziende cinesi quali Zte e Huawei operano come fornitori (e in caso affermativo quanto pesano) nella supply chain di Open Fiber;
  2. quali siano le attuali relazioni tra Elon Musk e la Cina e in particolare se stia proseguendo la storia d’amore tra il fondatore di Tesla e il Dragone, come segnalato recentemente da Spectator.

Quando si parla di satelliti e aerospazio una verifica in materia di sicurezza nazionale è in ogni caso imperativa: serve un parere del Cisr, presieduto dal Senatore Alfredo Mantovano, e del Copasir, guidato dall’on. Lorenzo Guerini.

Mi auguro, caro direttore, che questi brevi accenni agli articoli di tuoi illustri colleghi possano essere utili per approfondire codeste questioni.

Marco Mayer

Ps: Per chi avesse ancora dubbi sulla postura offensiva della Cina ricordo l’attacco del 5 ottobre alle maggiori telecom statunitensi tra cui At&t, Verizon e Lumen con possibili effetti sistemici ancora da verificare.

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