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Antitrust Dr

La finta italianità delle auto Dr smascherata dall’Antitrust

L'Antitrust ha sanzionato per 6 milioni di euro Dr Automobiles che ha indicato l'Italia come origine e luogo di produzione delle auto commercializzate con i marchi Dr ed Evo ma si trattava di auto prodotte in Cina

Sanzione di 6 milioni da parte dell’Antitrust a DR Automobiles per pratiche commerciali scorrette. Il gruppo fondato dall’ex pilota e ora imprenditore Massimo Di Risio, che punta sull’italianità delle sue vetture commercializzate con i marchi DR ed EVO, in realtà produce auto in Cina. Inoltre, sempre secondo l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli, che aveva avviato l’istruttoria a scorso, non garantisce un adeguato rifornimento dei pezzi di ricambio né un’opportuna assistenza post-vendita.

LE SOCIETÀ DI DR AUTOMOBILES NEL MIRINO

Piazza Verdi ha sanzionato due società del gruppo, DR Automobiles S.r.l. e DR Service & Parts S.r.l. La prima, fondata nel 2006 da Di Risio, è attiva nella commercializzazione di autoveicoli, anche attraverso i marchi DR ed EVO. Nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 il fatturato è pari a 657.268.161 euro, con un MOL di 45.636.518 euro e un utile al netto delle imposte pari a 18.343.854 euro.

DR Service & Parts S.r.l., controllata da DR Automobiles S.r.l., è invece attiva nell’approvvigionamento e nella fornitura sul territorio nazionale dei pezzi di ricambio delle autovetture a marchio DR ed EVO. Il fatturato di DR S&P, sempre al 31 dicembre scorso, è pari a euro 14.440.601, con un MOL di 1.852.842 euro e un utile al netto delle imposte di 1.076.465 euro.

LE CONDOTTE CONTESTATE DALL’AGCM AD ADR

Durante l’istruttoria l’Agcm ha trovato conferma alle informazioni acquisite d’ufficio e alle segnalazioni arrivate: DR Automobiles S.r.l. ha attuato una pratica commerciale scorretta perché ha indicato l’Italia come luogo di produzione degli autoveicoli sia sui siti internet aziendali (drautomobiles.com/ e drautomobilesgroupe.com/), sia nelle campagne pubblicitarie online e sui mass-media iniziate almeno a dicembre 2021.

Occorre ricordare, come fa l’Antitrust nel provvedimento di chiusura, anche l’uso del tricolore come parte dei marchi DR ed EVO e il video promozionale che “ha veicolato ai consumatori in maniera diretta il messaggio, non corrispondente al vero, che le autovetture fossero fabbricate interamente in Italia”. E ancora: un comunicato stampa dal titolo “Una storia italiana. DR Automobiles Groupe lancia una campagna istituzionale con un 60” in cui enfatizzato il legame con il Molise e, più in generale, con l’Italia. Una strategia di marketing che ha ben funzionato visto che il gruppo nel 2021 ha venduto 8.362 vetture, nel 2022 ha venduto 24.481 vetture e nel 2023 ha venduto 32.657 vetture, facendo registrare un aumento nel 2022 del 192% rispetto al 2021 e nel 2023 del 52% rispetto al 2022.

Leggendo il documento pubblicato dall’Authority si apprende però che Di Risio, durante l’ispezione, ha riferito che tra il 2006 e il 2010 le vetture DR venivano effettivamente assemblate in Italia con meccanica, ricambi e motori derivati dalla Fiat Multipla ma che dal 2009 è iniziata “l’importazione di vetture ‘finite’ dalla Cina che tuttavia richiedevano sostanziali interventi nel sito di Macchia d’Isernia, in ragione della minore qualità e sviluppo dell’industria automotive cinese dell’epoca”. Col passare del tempo, però, “il problema si sarebbe notevolmente attenuato in virtù della migliore qualità dei veicoli prodotti in Cina, consentendo di ridurre significativamente gli interventi effettuati in territorio italiano”.

LE PROVE ANTITRUST CONTRO LE CINESERIE DI DR AUTOMOBILES

Grazie alla documentazione fotografica acquisita nell’area doganale privata della DR, l’Antitrust ha potuto constatare che i veicoli provenienti dal Paese asiatico “vengono consegnati alla DR Automobiles ‘completi’ e che gli ‘interventi di rifinitura e completamento’ incidono per una quota del tutto marginale e attengono alla mera rifinitura e re-branding di veicoli, già di per sé, ‘finiti’”. Inoltre, l’ispezione ha consentito di verificare che nel sito di Macchia di Isernia “non sono presenti strutture ed impianti per la fabbricazione delle autovetture, diversamente da quanto rappresentato nei video promozionali del dicembre 2021 e 2022 (in cui erano presenti immagini della fase iniziale della saldatura delle lamiere) e da quanto fatto intendere ancora nello spot promozionale del marzo 2024 relativo all’autovettura DR5 UNICA”.

DOSSIER PEZZI DI RICAMBIO PER DR

Per quanto riguarda invece l’altra pratica commerciale scorretta, ossia il non adeguato approvvigionamento dei pezzi di ricambio e la mancata assistenza post-vendita, la documentazione acquisita dall’Antitrust e le informazioni ricevute durante l’ispezione hanno evidenziato numerose lamentele, inviate direttamente dalle officine autorizzate facenti parte della rete di assistenza del gruppo, “con riferimento sia alla insostenibile mancanza e/o al gravissimo ritardo nella consegna dei pezzi di ricambio richiesti per far fronte alle esigenze dei consumatori di assistenza – in garanzia e non – delle relative autovetture, sia alla carenza di formazione tecnica”.

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