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Intesa Sanpaolo

Opas Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, tutte le ultime novità

Il punto aggiornato sull'Opas di Intesa lanciata su Ubi. Numeri, decisioni e scenari

Le adesioni all’Opas lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi sono salite al 71,91% del capitale della banca guidata da Victor Massiah. Lo rende noto Borsa Italiana. A due giorni dalla chiusura del conferimento l’operazione ha già superato la quota di successo che era fissata al 66,67%.

L’adesione dei soci-imprenditori di Ubi membri del patto Car, che segue quella delle due fondazioni (Cassa risparmio di Cuneo e Monte di Lombardia) presenti nel patto, ha proiettato l’Opas lanciata da Intesa Sanpaolo sul gruppo sopra il 50%.

Ad annunciare l’adesione dei pattisti (che fino a giorni erano divisi), che a febbraio avevano bollato come “irricevibile l’offerta”, è una nota che spiega come il cambio di rotta sia avvenuto anche a seguito del “parziale riconoscimento del valore economico di Ubi Banca” ma soprattutto dopo “aver ricevuto ampie rassicurazioni riguardo alla tutela e valorizzazione del personale di Ubi, alle aspettative del territorio, anche attraverso la continuità degli enti finalizzati localmente ad attività di solidarietà sociale, con disponibilità ad incrementare le erogazioni attuali, alla continuità nello sviluppo dei progetti in corso con attenzione ai valori della banca e al rapporto di collaborazione con gli imprenditori azionisti”.

Dai soci del Car sono state presentate espresse “gratitudine e riconoscenza a tutta la governance e al personale di Ubi, alla presidente Letizia Moratti e all’amministratore delegato Victor Massiah, che hanno saputo creare una solida e redditizia banca divenuta molto ambita dalla prima banca nazionale”.

Ma l’ultima parola l’avranno comunque i fondi istituzionali, che con circa il 50% di Ubi sono in grado di decidere la partita. E sono due soprattutto i fondi sotto i riflettori: Silchester e Parvus, entrambi all’8%. E il primo si è detto pronto a consegnare le azioni, portando le adesioni sopra il 50%. I fondi in genere attendono sempre l’ultimo momento utile per muoversi.

Comunque il fondo Silchester ha rotto gli indugi e, secondo fonti finanziarie vicine all’operazione che hanno parlato con l’Ansa, ha aderito all’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca.

Con la quota dell’8,5% detenuta da Silchester e le adesioni di ieri al 43,48, l’operazione supera di gran lunga la quota del 50% più una azione. La Consob, intanto, ieri sera ha disposto la proroga d’ufficio del periodo di adesione per ulteriori due giorni di negoziazione e quindi fino al 30 luglio.

La decisione della Consob arriva dopo i chiarimenti ai rilievi sulla tabella inerente al “Valore del titolo Ubi Banca in base all’offerta di Intesa Sanpaolo” pubblicata sul sito internet dell’ex popolare. Dopo il comunicato stampa di Ubi diffuso oggi e considerato che la pubblicazione è “avvenuta – è scritto nella delibera Consob – in prossimità della conclusione del periodo di adesione (28 luglio 2020) e che, pertanto, appare necessario consentire agli azionisti di Ubi Banca di disporre di un’informativa completa e corretta per un adeguato periodo di tempo”, la Cosob ha deciso d’ufficio ad una proroga del periodo di adesione dell’Offerta.

Negli ambienti finanziari, intanto, si ritiene “molto probabile” che l’offerta raggiunga il 66,67% di adesioni – scrive l’Ansa – e, probabilmente, di andare anche oltre. Una quota che consentirà a Intesa Sanpaolo di garantirsi il controllo dell’assemblea straordinaria e procedere alla fusione con Ubi e alla vendita degli sportelli a Bper.

L’offerta sarà comunque efficace con le adesioni al 50% più una azione del capitale di Ubi. Come accade in questo tipo di operazioni i giochi sulle adesioni si chiuderanno all’ultimo minuto. Gli investitori istituzionali, ad esempio, probabilmente consegneranno il loro pacchetto di azioni il 30 luglio mattina, in modo da non perdersi eventuali opportunità dell’ultima ora.

L’offerta ha già incassato – come detto – l’adesione dei grandi soci come le Fondazioni Crc (5,9%) e Banca del Monte di Lombardia (3,9%), di Cattolica (1%) e del patto dei soci bresciani (8%) mentre quello degli azionisti bergamaschi ha deciso di lasciare libertà di scelta.

C’è infine l’incognita del fondo Parvus che detiene il 7,9% del capitale di Ubi e che non si è mai sbilanciato sulla decisione da prendere. Per coloro che hanno deciso di restare fedeli a Ubi, invece, ci sarà un concambio che non incorpora nessun premio di maggioranza e nemmeno la componente in denaro.

(articolo aggiornato alle ore 18.30)

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