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Mps, Tim, Pnrr, tasse, casa, Bot e non solo, cosa farà (e cosa non farà) il governo Meloni

Che cosa ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui principali temi economici e finanziari tra cui Mps, Tim, Pnrr, tasse, casa, Bot e non solo

 

Tim, Mps, Pnrr, tasse e non solo. Intervista a tutto campo sui principali temi economici e finanziari quella rilasciata dal premier Giorgia Meloni al settimanale Milano Finanza.

Ecco i punti essenziali toccati dall’intervista di Meloni.

MELONI SU TIM

“Sul dossier Tim, occorre attendere la conclusione delle procedure di valutazione delle offerte presentate da alcuni operatori finanziari, il governo non interviene, osserva che non ci siano situazioni che mettano a rischio l’interesse nazionale”. E’ quello che ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo che continuano gli sbuffi e le manovre del maggior azionista di Tim, il gruppo francese Vivendi, sul dossier rete e non solo (qui l’approfondimento di Start Magazine)

COSA FARA’ IL GOVERNO SU MPS

“Non dobbiamo ripetere gli errori del passato. Abbiamo confermato Lovaglio alla guida del Monte dei Paschi, l’amministratore delegato ha condotto in porto con successo l’ultimo aumento di capitale e adesso bisogna lavorare per riportare il Monte sul mercato privato”. Cosi’ il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al settimanale Milano Finanza del gruppo Class editori. “Vogliamo gestire in modo ordinato l’uscita dello Stato dal capitale di Mps per creare in Italia le condizioni perché ci siano più poli bancari”, ha aggiunto

DOSSIER PNRR

“Sul Pnrr sento e leggo cose che non esistono. Come il ministro Fitto ha già spiegato in diverse sedi istituzionali, governo e maggioranza stanno lavorando con la commissione europea per risolvere alcuni problemi strutturali del piano”, ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista a Milano Finanza. “Ma il Pnrr, sia chiaro, non è un problema, ma una grande opportunità che il governo non si lascerà sfuggire, nonostante errori e ritardi che ha ereditato. Per questo siamo al lavoro per rimodulare il piano e risolvere le criticità, puntando su quei progetti per i quali i finanziamenti possono essere spesi entro la scadenza del piano”, ha aggiunto.

CAPITOLO DEF

“Abbiamo presentato un Documento di Economia e Finanza serio, le previsioni della crescita del Pil sono riviste al rialzo con responsabilità, l’economia va meglio grazie agli interventi messi in campo sin dal suo insediamento dal governo, in primis la legge di bilancio, al calo del prezzo delle materie prime, al rallentamento dell’inflazione e alla ripresa dei consumi, dovuta anche al clima di fiducia che si registra in Italia da quando è in carica l’attuale esecutivo”, ha spiegato Meloni.

LE PREVISIONI

“Dall’ipotesi di recessione preventivata da molti o anche dalle previsioni di un timido +0,6% del Pil 2023 contenute nel Documento Programmatico di Bilancio dello scorso novembre, passare ad una crescita del Pil dell’1% non è un risultato di poco conto, considerando inoltre le basse percentuali di crescita che l’Italia ha fatto registrare negli ultimi 20 anni, escluso il biennio post pandemia”.

LE ATTESE

“Vorremmo poi ritrovarci a fine anno nella condizione di annunciare risultati migliori – ha aggiunto – rispetto a quanto attualmente previsto e non, come avvenuto molto spesso in passato, a dover rivedere al ribasso, anche in maniera marcata, le previsioni contenute nel Def”.

LA PRIMA CASA NON SI TOCCA

“Come ho avuto modo di dire in più occasioni, noi consideriamo la casa, in particolare la prima casa, un bene sacro e mai e poi mai questo governo potrà introdurre un aumento della tassazione”, ha assicurato il premier.

LA TASSAZIONE DEI REDDITI FINANZIARI

“In Italia i redditi finanziari vengono attualmente tassati per i soggetti Irpef con prelievo del 26% applicato direttamente dagli intermediari, tranne che per i titoli di Stato per i quali l’aliquota è del 12,5%”, aggiunge Meloni.

I NUMERI SULLA TASSAZIONE E I CONFRONTI

“La tassazione italiana dei titoli di Stato è inferiore rispetto a quella applicata dalla maggior parte dei Paesi Ue (12,5% contro il 17% circa della media) mentre è più alta per le obbligazioni societarie”, rileva. “Un’ulteriore riduzione non sembra al momento ipotizzabile senza creare sperequazioni di trattamento, come del resto indicato nella delega fiscale approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 16 marzo”.

SUPERBONUS

“Il governo ha avuto il coraggio di correggere un intervento che, per come era concepito, era sicuramente politicamente molto vantaggioso per pochi ma disastroso per i conti pubblici, che ha creato e rischiava di continuare a creare seri problemi alla finanza pubblica”, ha sottolineato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando, del superbonus edilizio al 110%.

I CREDITI FISCALI

“La nostra scelta di portare il credito fiscale al 90% e bloccare il meccanismo della cessione del credito per i nuovi interventi – ha spiegato – è stata una decisione doverosa e responsabile, preoccupandoci al contempo sempre di tutelare tutti i soggetti coinvolti, sia imprese sia cittadini, e di risolvere il problema dei crediti fiscali incagliati”.

TAGLIO AL CUNEO FISCALE

“Crediamo che i primi a dover dare l’esempio debbano essere quelli come noi che, in fondo, sono dei privilegiati, dunque ho deciso di tenere un Consiglio dei ministri in questa giornata dove tanti italiani saranno comunque sul posto di lavoro, tra le forze dell’ordine, tra chi si prende cura dei malati negli ospedali, nei trasporti, nei ristoranti, negli alberghi, nei luoghi della cultura, compresi i tecnici impegnati in Piazza San Giovanni nel Concertone del Primo Maggio. E una giornata importante che il governo dedicherà al lavoro, prendendo decisioni sul lavoro”.

CAPITOLO NOMINE

Parlano poi delle nomine del governo ai vertici delle società controllate o partecipate dallo Stato (qui l’approfondimento di Start Magazine) la Meloni si dice “soddisfatta, è stato un ottimo lavoro di squadra del governo che ne esce rafforzato. Abbiamo indicato i nuovi amministratori guardando alla competenza e non all’appartenenza. E per la prima volta nella storia delle grandi aziende quotate e partecipate dallo Stato abbiamo una donna amministratore delegato. Eni, Enel, Leonardo, Poste e Terna sono aziende diverse che hanno tutte un obiettivo comune: ottenere risultati economici solidi e duraturi nell’interesse della nazione che rappresentano in tutto il mondo”.

“Queste aziende e i loro amministratori hanno di fronte sfide enormi in uno scenario sempre più competitivo. La missione del governo – ha aggiunto – è quella di creare le condizioni migliori per favorirne la crescita, garantirne l’indipendenza, dare impulso agli investimenti in Italia e alla capacità di penetrazione nei mercati internazionali”.

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