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Macron

Tim, ecco le ultime bollorate di Vivendi su rete e Labriola

Che cosa succede in Tim. Le due offerte per la rete. Gli sbuffi di Vivendi (che pensa a un'Opa). Le attese del mercato. E i dubbi nel governo (diviso sullo scenario francese). Fatti, indiscrezioni e approfondimenti

In Tim spadroneggia da anni, nomina amministratori delegati, strattona e arronza gli inquilini di Palazzo Chigi, abbandona i cda pur rimanendo primo azionista dell’ex Telecom Italia e sbuffa nelle assemblee dei soci (solo per tirare per la giacchetta i vertici sul dossier rete, magari, chissà).

D’accordo, la solita grandeur dei francesi. Ma Vivendi in Tim sta forse esagerando con le bollorate.

Ecco le ultime novità.

CHE COSA È SUCCESSO NELL’ASSEMBLEA DI TIM

L’assemblea dei soci di Tim ha bocciato il pacchetto retributivo proposto per l’amministratore delegato della società, con Vivendi che ha preannunciato il voto contrario ma poi si è astenuto, contribuendo indirettamente ad affossare il pacchetto.

LE MOSSE E LE MOSSETTE DI VIVENDI

Vivendi (primo socio di Tim con il 23,75%) si è astenuta anche durante la votazione per la nomina del sostituto di Arnaud de Puyfontaine, e così sono state bocciate sia la nomina di Paola Bruno, candidata dai fondi, che di Franco Lombardi, il presidente di Asati (piccoli azionisti di Tim) che si era autocandidato.

GLI SCAZZI VIVENDI-LABRIOLA

Fonti vicine alla media company parigina hanno sottolineato come sia «evidente che si sono persi 20 mesi preziosi per discutere di offerte che sono state chiaramente rigettate dal mercato» dimostrando «la totale mancanza di una governance adeguata, fatto che da tempo viene sottolineato. È tempo di cambiare passo». I francesi spingono per la sostituzione del presidente Salvatore Rossi. Ma ora sarebbe a rischio anche il ceo, Pietro Labriola, secondo il Corriere della sera.

L’ANDAMENTO DI TIM IN BORSA

Nel frattempo, in borsa il titolo Tim, dopo il crollo della vigilia (-8,3%) per lo scetticismo del mercato sulle nuove offerte migliorative di Cdp-Macquarie e Kkr per la rete (19,3 miliardi di euro da Cdp, 21 miliardi compreso l’earnout da Kkr rispetto alla soglia minima di 20 miliardi fissata dal cda di Tim per valutare e convocare l’assemblea per approvare la cessione dell’asset), lontane dalla valutazione di Vivendi (31 miliardi ritenuta peraltro fantasmagorica da tutti gli analisti, perde un altro -1,57% a 0,2815 euro con volumi rilevanti: 217 milioni di pezzi già passati di mano, pari all’1,3% del capitale.

COSA SCRIVE MILANO FINANZA DI TIM

I commenti degli analisti si concentrano – rimarca Mf/Milano Finanza – più che sulla possibilità che Vivendi lanci un’Opa, con l’ausilio di fondi e banche, sul rischio percepito dal mercato che il processo di vendita della rete si interrompa con la possibilità di un aumento di capitale (c’è già chi ipotizza di 5 miliardi di euro) e che si debbano cercare soluzioni alternative al piano di deleverage portato avanti dall’ad Pietro Labriola.

In questo caso potrebbe essere presa in considerazione la vendita di Tim Brasil, opzione tuttavia più volte, esclusa dal management.

I REPORT DEGLI ANALISTI SU TIM

«La reazione di ieri, 19 aprile, del titolo è stata, a nostro avviso, eccessiva rispetto ai valori emersi con le due offerte per la rete che sono risultate migliorative e che, secondo noi, possono lasciare ancora spazio di upside nel processo competitivo in corso”, ha commentato Equita Sim, ribadendo, quindi, il rating buy e il target price a 0,41 euro su Tim.

Anche per un altro analista che preferisce mantenere l’anonimato il sell-off è «solo in parte giustificato, dal momento che entrambe le offerte potrebbero essere riviste al rialzo in una seconda fase per includere potenziali earnout, mentre riteniamo che sarà determinante il parere degli advisor del cda di Tim e dei consiglieri indipendenti».

LE OFFERTE SULLA RETE DI TIM

In vista del cda di Tim del 4 maggio, l’auspicio di molti addetti ai lavori è che il cda, anche con il supporto del governo, inviti gli offerenti a lavorare su un’offerta congiunta, operazione che eliminerebbe il rischio di veti incrociati (cessione NetCo subordinata al placet di Kkr per la cessione di FiberCop, rischio golden power da parte del governo sull’offerta di Kkr) e garantirebbe un maggior potere di fuoco per ulteriori rilanci.

LO SCENARIO FRANCESE E IL GOVERNO DIVISO

Ma davvero il governo Meloni, che fa dell’italianità degli asset strategici una priorità di politica industriale e non solo, potrà consegnare un asset come la rete di Tim (inclusa la controllata Sparkle che possiede i cavi sottomarini per le telecomunicazioni) ai francesi di Vivendi?

Nei palazzi romani si dice che il governo è in verità diviso su questo scenario, caldeggiato invece dal nuovo consulente di Vivendi che ha preso il posto di Andrea Pezzi, ossia Daniele Ruvinetti.

Chi è Ruvinetti?

“Dopo una lunga esperienza in Telecom, è stato amministratore delegato di alcune società, consigliere strategico per società del settore telecomunicazioni e poi consulente per diversi fondi d’investimento britannici e statunitensi. Senior Businessman and Strategic Consultant, si occupa da molti anni di politica libica. E’ Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”, si legge in un suo curriculum in rete,

Ora Ruvinetti – addentro ad ambienti dei Servizi – è anche senior fellow della Fondazione Med-Or (gruppo Leonardo-ex Finmeccanica) presieduta da Marco Minniti (ex Pd ed ex ministro dell’Interno) e scrive sulla rivista Formiche di Paolo Messa, top manager di Leonardo: nel cda della società che edita Formiche compare anche Cristiana Falcone, che è anche consigliere di amministrazione di Tim, ha notato di recente Dagospia.

Ruvinetti e Zizza, chi sono i consulenti di Vivendi e Rothschild su Tim

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