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Mps, Enrico Marchi scalerà il Monte con l’ok del centrodestra

Il finanziere e imprenditore veneto Enrico Marchi, vicino anche alla Lega, punta su Mps. Ecco come e con chi. Fatti, nomi, indiscrezioni e commenti

Si scorge un lato anche politico nelle mire del finanziere veneto Enrico Marchi su Mps (Monte dei Paschi di Siena).

Ecco fatti, numeri, indiscrezioni e commenti.

EFFETTO BORSA PER MPS DOPO LE NOTIZIE DEL QUOTIDIANO LA STAMPA

L’ipotesi di una cordata italiana per rilevare una quota di Banca Monte Paschi Siena ha spinto stamattina il titolo della banca senese a Piazza Affari. Le quotazioni mettono a segno la migliore prestazione del Ftse Mib. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano La Stampa, il numero uno di Banca Finint e Save, Enrico Marchi, starebbe sondando il terreno per mettere assieme un nocciolo duro di imprenditori, raccogliere 500-750 milioni e rilevare così dal Mef tra il 7,5% e l’11,5% del capitale dell’istituto senese ora controllato dal ministero dell’Economia con il 26,7%. Opzione che consentirebbe al Ministero di confermare il percorso di privatizzazione e rispettare gli impegni presi con la Ue, “rassicurando al tempo stesso chi nella maggioranza, e in particolare nella Lega, preferirebbe continuare ad avere voce in capitolo nella gestione di Mps”, rimarca Radiocor, l’agenzia del gruppo Il Sole 24 ore.

OK DELLA LEGA AL PIANO DI MARCHI SU MPS?

In effetti il cuore economico del partito retto da Matteo Salvini non vede di buon grado un acquisto da parte di gruppi stranieri di Mps. Così come una fusione per incorporazione in una banca più grande. Mentre un imprenditore e finanziere come il veneto Marchi, che ha ottimi rapporti con esponenti della Lega come i governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, può essere accolto con favore dalla Lega, che peraltro esprime il titolare del dicastero dell’Economia.

I DETTAGLI SUL PIANO

L’idea, aggiunge il quotidiano La Stampa, «sarebbe quella di replicare uno schema simile a quello di F2i-Rete Digitale, il veicolo che all’inizio di quest’anno ha raccolto 1 miliardo di euro da investire in Netco, lo spin off della rete Tim, a fianco di Kkr e del Mef». Tra i primi soggetti contattati da Marchi ci sarebbe l’Enpam (“Smentisco qualsiasi coinvolgimento in questa cordata”, ha però detto il presidente della cassa previdenziale dei medici, Alberto Oliveti), oltre al numero uno di Msc Gianluigi Aponte.

IL RUOLO DI UNIPOL

Il progetto vedrebbe poi l’ingresso di un partner commerciale senza ambizioni di governance, identikit in cui è facile riconoscere Unipol, che per bocca del presidente Carlo Cimbri si è già detta interessata a una partnership bancassicurativa nell’ambito della quale potrebbe rilevare una quota inferiore al 10% del capitale. «Il nodo dell’operazione – ricorda il quotidiano – riguarda l’accordo che Siena ha in essere con Axa proprio sulle assicurazioni: l’intesa è valida fino al 2027, ma i legali stanno già studiando come sciogliere il patto in caso di necessità». Comunque, anche dal punto di vista politico, la presenza di Unipol non desta più clamore nel centrodestra, dove da tempo il numero uno del colosso assicurativo bolognese, Carlo Cimbri, ha intessuto relazioni di primo piano, come si evince anche da come la stampa vicina alla maggioranza di governo segue – a differenza del passato – la compagnia che fa capo alla coop (basti vedere il diverso atteggiamento del quotidiano Il Giornale).

COSA DICONO GLI ANALISTI SUL PIANO MARCHI PER MPS

«Le indiscrezioni rimangono da verificare, così come l’effettiva concretezza del progetto», rimarcano gli analisti di Equita, notando che «l’eventuale ingresso in Mps attraverso l’acquisto di una quota rilevante darebbe chiaramente supporto alle valutazioni, permettendo di digerire l’overhang per la cessione di un’ulteriore quota da parte del Governo, mentre invece rimarrebbero da valutare gli scenari di lungo termine, con l’opzione stand-alone che riteniamo sia quella attualmente più probabile». Gli esperti ricordano infatti che «anche una eventuale partnership con Unipol non prevedrebbe che quest’ultima acquisisca il pieno controllo della banca».

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