CHE COSA HA DECISO LA BCE
Il meeting della Bce è stato caratterizzato da un livello di austerità più basso delle attese. Se da un lato vediamo un secondo “jumbo rate hike” di 75 punti base e la ricalibrazione dei piani di TLTRO, dall’altro una retorica più accomodante e la flessibilità sui reinvestimenti di APP e PEPP ha rappresentato una sorpresa espansiva.
LE PRIORITA’ DELLA BCE
Nonostante gran parte dell’inflazione sia attribuibile all’aumento dei prezzi energetici, con questa scelta la Bce continua a prediligere la prevenzione della spirale inflattiva a discapito della crescita economica, ma si lascia un certo grado di flessibilità per contenere il rischio di frammentazione.
LE PREVISIONI
In tal senso l’ultimo Bank Lending Survey della Bce mostra già segnali di trasmissione all’economia reale del ciclo restrittivo, con un calo significativo della propensione al rischio degli istituti creditizi. Considerando anche i fattori geopolitici e i costi per le imprese, la crescita reale del PIL dell’Eurozona è stata rivista fortemente al ribasso dal Fondo Monetario Internazionale, con Italia e Germania in recessione già nel 2023.
IL SENTIMENT DEI MERCATI
Nonostante questi segnali, ad oggi i mercati si aspettano un rialzo costante del tasso di interesse per tutto il 2023, ma il recente crollo dei prezzi del gas e gli effetti deleteri sull’economia potrebbero frenare il ciclo restrittivo, sorprendendo positivamente l’obbligazionario governativo, ma affossando ulteriormente la moneta unica.
Michele Morra, Portfolio Manager di Moneyfarm
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Moneyfarm
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