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Anche Morgan Stanley molla l’alleanza sul clima. Effetto Trump sugli Esg?

Morgan Stanley ha deciso di lasciare la Net-Zero Banking Alliance, l'iniziativa per la riduzione delle emissioni del settore finanziario. Altre banche americane hanno fatto lo stesso: voglia di non inimicarsi Trump e i repubblicani?

La banca d’affari statunitense Morgan Stanley ha fatto sapere oggi di essere uscita dalla Net-Zero Banking Alliance, un raggruppamento di istituti di credito impegnati nell’azione climatica e nell’azzeramento netto delle emissioni di gas serra entro il 2050. L’iniziativa è promossa dalle Nazioni Unite.

NON SOLO MORGAN STANLEY: ANCHE BANK OF AMERICA E CITIGROUP ESCONO DALL’ALLEANZA NET-ZERO

Morgan Stanley non è l’unica banca statunitense ad aver lasciato la Net-Zero Banking Alliance: solo pochi giorni fa anche Citigroup e Bank of America hanno fatto lo stesso, precedute da Goldman Sachs e da Wells Fargo, tutte americane.

Morgan Stanley ha precisato che continuerà a diffondere dati sulla riduzione delle proprie emissioni.

LE CAUSE DEL RITIRO

Sul ritiro delle banche americane dall’alleanza per la sostenibilità ha influito probabilmente la vittoria di Donald Trump e del Partito repubblicano alle elezioni di novembre scorso.

Già da tempo, infatti, alcuni stati americani di orientamento conservatore e guidati da governatori repubblicani – come il Texas, la Florida e la Virginia occidentale – hanno lanciato una sorta di guerra al cosiddetto “capitalismo woke“, cioè quel capitalismo influenzato dalle ideologie dell’estrema sinistra che presterebbe più attenzione agli obiettivi climatici che ai guadagni.

BlackRock, in particolare – la più grande società di gestione degli investimenti al mondo -, è stata accusata di tenere una “linea” ostile nei confronti degli asset legati ai combustibili fossili.

I REPUBBLICANI CONTRO IL CAPITALISMO CLIMATICO

A fine novembre il Texas e altri dieci stati americani governati dal Partito repubblicano hanno fatto causa a BlackRock, Vanguard e State Street per aver portato avanti “un’agenda ambientale distruttiva e politicizzata” contro l’industria del carbone. Il procuratore generale del Texas aveva dichiarato che il suo stato “non tollererà la militarizzazione illegale dell’industria finanziaria al servizio di un’agenda ambientale distruttiva e politicizzata”.

Nella causa si insisteva proprio sul coinvolgimento delle tre società in alcune iniziative di sostenibilità, come Climate Action 100+ e Net Zero Asset Managers.

COSA C’ENTRA MICHAEL BLOOMBERG

La Net-Zero Banking Alliance – quella che Morgan Stanley e le altre banche americane hanno deciso di abbandonare – si coordina con la Glasgow Financial Alliance for Net Zero, una coalizione di istituti finanziari nata nell’ambito della conferenza sul clima Cop26 che ha lo scopo di accelerare la decarbonizzazione dell’economia.

Uno dei presidenti della Glasgow Financial Alliance for Net Zero è Michael Bloomberg, il miliardario americano proprietario dell’omonima società di servizi finanziari e di media. Bloomberg è stato sindaco di New York e fino al 2007 ha fatto parte del Partito repubblicano. È ostile a Donald Trump e nel 2016 ha sostenuto la candidatura di Hillary Clinton alla presidenza degli Stati Uniti (le elezioni furono però vinte da Trump); durante l’ultima campagna elettorale ha donato 50 milioni di dollari a Kamala Harris, ma anche lei è stata sconfitta dal candidato repubblicano.

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