Il Texas e altri dieci stati degli Stati Uniti governati dal Partito repubblicano hanno fatto causa ad alcune delle più grandi società di investimento al mondo – ovvero BlackRock, Vanguard e State Street, tutte americane – con l’accusa di aver portato avanti “un’agenda ambientale distruttiva e politicizzata” contro l’industria del carbone.
Secondo l’accusa, i tre gestori di fondi hanno utilizzato le loro partecipazioni nelle aziende produttrici di carbone per limitare le forniture di questo combustibile fossile (il più inquinante) e farne alzare i prezzi sul mercato in modo da favorire la transizione ecologica.
L’ACCUSA DEL TEXAS…
Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha dichiarato che il suo stato “non tollererà la militarizzazione illegale dell’industria finanziaria al servizio di un’agenda ambientale distruttiva e politicizzata”. La “cospirazione” di BlackRock, Vanguard e State Street “ha danneggiato la produzione energetica americana e ha danneggiato i consumatori. Si tratta di un’incredibile violazione delle leggi statali e federali”.
… E LA REPLICA DI BLACKROCK
Come riporta il Financial Times, la società guidata da Larry Fink ha replicato sostenendo che “l’idea che BlackRock abbia investito denaro in aziende con l’obiettivo di danneggiarle è priva di fondamento e sfida il buon senso. Questa causa mina la reputazione pro-business del Texas e scoraggia gli investimenti nelle aziende su cui i consumatori fanno affidamento”.
Vanguard e State Street, invece, non hanno rilasciato commenti, ma in passato avevano fatto sapere che la loro adesione alle politiche ambientali-climatiche rientra nell’obbligo legale nei confronti dei clienti di massimizzare i loro rendimenti a lungo termine.
I REPUBBLICANI CONTRO IL “CAPITALISMO WOKE”
Questa causa legale, partita mercoledì, rappresenta l’ultimo episodio di una sorta di guerra che gli stati americani più conservatori hanno lanciato circa tre anni fa al cosiddetto “capitalismo woke“, cioè un capitalismo influenzato dalle ideologie dell’estrema sinistra.
BlackRock, in particolare, è stata accusata di tenere una “linea” ostile nei confronti degli asset sul carbone, il petrolio e il gas. Diversi stati conservatori degli Stati Uniti – spesso molto legati all’industria fossile – hanno così imposto limitazioni nei confronti della società: la Virginia occidentale, ad esempio, le ha vietato di condurre affari con gli enti statali proprio per via della sua politica di sostenibilità; il Texas ha proibito ad agenzie e amministrazioni locali di stipularvi contratti; la Florida ha ritirato circa 2 miliardi di dollari dai fondi di BlackRock.
AZIONE CLIMATICA E CARBONE
Nella causa degli undici stati repubblicani contro BlackRock, Vanguard e State Street si insiste sul coinvolgimento delle tre società in alcune iniziative di sostenibilità, come Climate Action 100+ e Net Zero Asset Managers, che rappresenterebbe una prova dell’intenzione “di utilizzare le loro partecipazioni collettive in società carbonifere quotate in borsa per indurre riduzioni della produzione a livello industriale”.
Vanguard, in realtà, è uscita da Net Zero Asset Managers nel 2022, mentre le divisioni americane di State Street e BlackRock hanno lasciato Climate Action 100+ nei mesi scorsi. Ultimamente le tre società di investimento si sono fatte maggiormente scettiche sugli obblighi ambientali per le aziende per via dei possibili impatti sui risultati economici.
Secondo gli stati che formano l’accusa, poi, le partecipazioni di BlackRock, State Street e Vanguard nelle principali aziende carbonifere statunitensi – ad esempio in Peabody Energy, di cui possiedono tutte insieme il 30 per cento, oppure in Arch Resources, dove hanno il 34 per cento – conferiscono loro “un potere di coercizione sul management che è quasi irresistibile”. Nel 2023 le centrali a carbone hanno prodotto il 13 per cento dell’elettricità del Texas e altri stati che partecipano all’azione legale – come il Wyoming e la Virginia occidentale – sono ancora più dipendenti da questo combustibile.