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Moretti (Psc) e Regina (Next) puntano su Selta (che lavora per Leonardo, Terna e Snam)

Selta è stata assegnata provvisoriamente a Digital (controllata da una finanziaria lussemburghese). L'altro contendente è una cordata formata da Psc (dove Moretti, ex Leonardo, sarà capo azienda) e Next presieduta da Regina (Confindustria). Fatti, nomi, numeri e indiscrezioni

 

Il futuro di Selta Spa (e dei suoi 180 dipendenti) sta per essere deciso.

Selta si occupa di tecnologia che abilita l’automazione e le comunicazioni in rete e garantisce la sicurezza delle principali infrastrutture critiche nazionali.

Sottoposta ad amministrazione straordinaria da giugno 2019, la procedura sta per concludersi con il Mise che, su proposta dei commissari straordinari, ha aggiudicato provvisoriamente la società piacentina alla Digital platforms S.p.A.

L’altro soggetto che aveva manifestato interesse è una cordata formata da PSC SpA e Ingegneria Sistemi S.p.A. Entrambe le proposte garantiscono, anche quella che ha avuto l’aggiudicazione provvisoria, il 100% dell’assunzione dei dipendenti.

“Come ammesso dagli stessi commissari nella istanza di autorizzazione alla vendita inviata al Mise il 16 aprile scorso, entrambe le proposte hanno presentato pro e contro. Alla fine i commissari hanno optato per Digital Platforms che ha offerto 6,6 milioni”, ha scritto oggi il Sole 24 Ore.

Selta rappresenta un asset strategico è sottoposta anche a golden power. Pertanto il governo Draghi potrebbe esercitare quei poteri speciali (golden power) quali: la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni. (Qui l’approfondimento di Start su chi controllerà Selta che lavora per Leonardo, Terna e Snam).

La proposta è ora al vaglio della presidenza del Consiglio che ha 45 giorni per esprimersi.

Tutti i dettagli sulle due società che potrebbero controllare Selta Spa.

LA SOCIETÀ AGGIUDICATRICE DIGITAL PLATFORMS SPA

DigitalPlatforms Spa è una società per azioni di recente costituzione (2016)  con capitale sociale pari ad euro 2.255.000, detenuto interamente dalla società di diritto lussemburghese La Cambre SCA SICAV RAIF, con sede legale in Lussemburgo. “Il capitale sociale del socio unico LaCambre SCA SICAV RAIF – dice a Start un analista esperto del comparto – risulta così suddiviso: 99,99% detenuto dalla società Weghsteen Capital Advice SA., 0,01% detenuto dalla società di diritto lussemburghese LaCambre Asset Management Luxembourg Sàrl”.

Lacambre Asset Management Luxembourg Sàrl è gestita da quattro direttori: Marco Ricci, Marco Mennella, Nabil Dahdah e Cluadio Contini. La società è controllata al 100% da La Cambre Invest Sarl, i cui soci sono Marco Mannella (99,9%) e Marco Ricci (o,1%).

Pertanto, puntualizza a Start un osservatore al corrente del dossier, “la struttura proprietaria di Digital Platforms consente alla società LaCambre Asset Management Luxembourg Sàrl, di detenere la gestione dell’intero gruppo cui appartiene, con soltanto lo 0,01% del fondo LaCambre SCA e — cosa ancora più grave —con la possibilità di una cessione incondizionata, per intero, o di singoli rami di azienda, a soggetti ad oggi non individuabili”.

LA POSIZIONE FINANZIARIA DI DIGITAL PLATOFORMS SPA

“Inoltre, come sottolineato più volte dagli stessi commissari straordinari — come si legge su Infosec.news — dalla visura camerale aggiornata di Digital Platforms emerge l’assoggettamento dell’intero pacchetto azionario, rappresentativo del 100% del capitale sociale di Digital Platforms, a pegno, iscritto in favore di RiverRock Italian Hybrid 10 Capital Fund, fondo di investimento alternativo gestito dalla società di gestione di diritto inglese Alternative Investment Fund Manager RiverRock European Capital Partners LLP. Inoltre, ad ulteriore aggravio della situazione, da verifiche condotte con riferimento alla capacità finanziaria e alla solvibilità di Digital Platforms, le società di assicurazione dei crediti sostengono che la stessa Digital Platforms non risulti essere meritevole di merito creditizio”.

DALL’ALTRA PARTE NEXT INGEGNERIA DEI SISTEMI SPA

Dall’altro lato troviamo invece la Next Ingegneria dei Sistemi SpA, azienda di proprietà interamente italiana, da sempre impegnata nei settori della Difesa, dello Spazio e della Cyber Security.

Guidata dai due ad Emilio Gisondi e Baldassarre Favara, a presiedere il cda è Aurelio Regina (delegato dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, alla testa del gruppo tecnico Energia).

Nel settore della Difesa Next collabora con le maggiori realtà industriali, nazionali e internazionali per la realizzazione di sistemi complessi in ambito Navale, Missilistico, Avionico, Terrestre e Radar. Anche in ambito aerospaziale la Next vanta una esperienza pluridecennale. Ha collaborato con player quali: Telespazio, Thales Alenia Space Italia, Esa, Asi e Serco.

IN CORDATA CON PSC GROUP SPA

In cordata con Next Ingegneria dei Sistemi Spa, troviamo Psc Group SpA. Il gruppo industriale di impiantistica conta 4000 dipendenti e oltre 350 milioni di euro di ricavi nel 2019.

Come si legge sul sito web, Psc è controllata direttamente ed indirettamente – tramite la holding Psc partecipazioni S.p.A. – dalla famiglia Pesce, di cui il capostipite Emidio Pesce, padre di Umberto (oggi il presidente), Angelo e Annalisa, ne è stato il fondatore.

Nel 2014 Simest S.p.A. – società controllata da Cassa depositi e prestiti – ha acquisito una quota del capitale sociale di Psc incrementando la propria partecipazione nel 2016 attraverso un ulteriore aumento di capitale riservato. Ad oggi detiene il 9,64%.

Nel 2018 Fincantieri – controllata da Cdp Industria – ha acquisito una quota del 10% del capitale sociale del Gruppo Psc mediante un aumento di capitale riservato.

GIÀ PROTAGONISTA DI DUE ACQUISIZIONI

Il gruppo Psc si è già mostrato particolarmente attivo in campo acquisizioni. Nel 2019 Psc ha acquisito Alpitel, azienda piemontese specializzata in alta tecnologia per impianti e reti di telecomunicazioni con presenza diretta anche in Brasile. Fondata nel 1950, la società progetta, sviluppa e realizza anche impianti di segnalamento e sicurezza ferroviari e autostradali, soluzioni IoT.

La seconda risale proprio a un mese fa, ovvero il rilancio di Italtel. Attraverso una newco, controllata al 75% dal gruppo Psc e partecipata al 25% da Tim, la società di Umberto Pesce rileverà Italtel per consolidare il mercato dell’impiantistico.

CLIENTI DI PSC GROUP

Come si legge sul sito aziendale, storici clienti di Psc sono la gran parte delle aziende a controllo pubblico come Ferrovie dello Stato, tramite la sua controllata Rfi. Psc ha curato una buona parte di impiantistica della navi da crociera di Fincantieri.

Inoltre, tra i clienti troviamo anche Enel, OpenFiber, Trenitalia, Fastweb, Wind3, Carnival, Rai, Msc, Ferrari, Leonardo, Cisco, Ericsson, Royal Carrabean, Sea, Italferr e Cociv.

MAURO MORETTI NEL CDA

Nel frattempo, lo scorso 9 aprile il consiglio di amministrazione di Psc ha cooptato in qualità di consigliere non esecutivo, Mauro Moretti. Proprio Moretti ha guidato due grandi aziende clienti del gruppo industriale: Ferrovie dello Stato e Leonardo.

Mauro Moretti ha ricoperto il ruolo di ad di Fs dal 2006 al 2014, per poi guidare Leonardo dal 2014 al 2017. Secondo L‘Espresso, proprio Moretti dovrebbe diventare il prossimo amministratore delegato di Psg Group ed è qui che sorge un potenziale conflitto d’interessi. Per Psc Group “resta da risolvere solo una grana milionaria” sottolinea L’Espresso. “Una vertenza con Leonardo (ancora una società pubblica) nata da un appalto per la costruzione di uno stadio in Qatar in vista dei mondiali di calcio del 2022. Psc accusa la controparte di una serie di inadempienze e ha chiesto 360 milioni di risarcimento. La causa è in cordo. Destino vuole che quando fu siglato quel contratto al vertice di Leonardo c’era Moretti, che ora guida Psc. Caso più unico che raro di un manager in conflitto con sé stesso”.

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LA LETTERA DI DIGITAL PLATFORMS A STARTMAG

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