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Selta

Golden power, chi controllerà Selta che lavora per Leonardo, Terna e Snam?

Selta, azienda italiana che opera nel mercato delle infrastrutture critiche e della sicurezza, ed è sottoposta a golden power, rischia di finire nelle mani di una scatola lussemburghese dai proprietari non noti

 

Richiamata l’attenzione del governo Draghi sulla vendita di Selta Spa.

Si tratta del vendor italiano hi-tech che opera nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni e della sicurezza informatica, sottoposto alla procedura di Amministrazione Straordinaria da giugno 2019.

Dopo circa due anni la procedura sta per concludersi con il Mise che, su proposta dei Commissari Straordinari, ha aggiudicato provvisoriamente alla società Digitalplatforms S.p.A.

“La Regione Emilia-Romagna solleciti il Governo affinché convochi un tavolo nazionale per un confronto sul piano industriale e sull’occupazione prima di procedere all’assegnazione della azienda Selta”. È la richiesta giunta dalla consigliera regionale Pd Katia Tarasconi durante l’Assemblea dell’Emilia-Romagna dello scorso 27 aprile.

L’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla ha risposto spiegando che “c’è stata l’aggiudicazione provvisoria alla società Digital platforms (il cui socio unico è una finanziaria lussemburghese) e che c’è un’altra società, la Engineering, che garantisce il 100% dell’occupazione. La proposta è al vaglio della presidenza del Consiglio che ha 45 giorni per esprimersi”.

Ma Selta è sottoposta anche a golden power. Pertanto l’esecutivo potrebbe esercitare quei poteri speciali (golden power) quali: la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni.

Tutti i dettagli.

COSA FA SELTA SPA

Fondata nel 1972, Selta S.p.A. è attiva nei settori dell’automazione, tlc e cyber security. L’azienda conta 180 dipendenti.

La società piacentina è leader nella progettazione di soluzioni per l’automazione delle reti in ambito energia e trasporti, per le reti di telecomunicazioni pubbliche e private, per la sicurezza in ambito difesa e la cybersecurity.

Rappresenta dunque un asset strategico nazionale in settore altamente tecnologici quali: prodotti per automazione delle reti elettriche; sistemi di telecontrollo per la gestione di reti geograficamente distribuite (elettricità, acqua, gas); piattaforme di comunicazione e apparati per soluzioni di accesso a banda larga; progettazione di reti e soluzioni di cyber security; progettazione e realizzazione di apparatiinformatici per il trattamento di informazioni classificate.

GLI STABILIMENTI

L’azienda ha stabilimenti a Cadeo (PC), Tortoreto (TE), Roma e Prata di Principato Ultra (AV). Gestisce in Italia anche la commercializzazione e l’assistenza tecnica.

ENTI GOVERNATIVI, DIFESA MA ANCHE LEONARDO, TERNA E SNAM TRA I CLIENTI

I clienti di riferimento di Selta, sia in Italia che all’estero, sono società elettriche di produzione, trasporto o distribuzione, società di gestione di reti idriche, gasdotti, società di gestione delle infrastrutture ferroviarie, metropolitane o autostradali, pubbliche amministrazioni e privati.

Tra questi spiccano banche, assicurazioni, utilities, Enti Governativi, Difesa e ministero dell’Interno ma anche Leonardo, Terna e Snam.

IN AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA DAL 2019

Dal 2019, la società è in amministrazione straordinaria. Il 27 giugno 2019 il Mise ha nominato Giovanni Fiori, Francesco Grieco e Stefano Crespi commissari straordinari di Selta.

Il complesso aziendale di Selta, oggetto di vendita, si compone di tre rami d’azienda: Energy&Automation (attraverso cui l’azienda sviluppa sistemi di automazione e controllo, apparati di protezione, tecnologie di trasmissione a favore degli attori del mercato energy), Telecommunication (interventi nell’infrastruttura di tlc (reti banda larga) e vendita di prodotti integrati per reti di tlc private come centralini e servizi cloud) e Cyber-security.

Attraverso quest’ultimo, Selta progetta, realizza e gestisce soluzioni ad hoc per le telecomunicazioni e sicurezza informatica per clienti privati e pubblici tra cui i già citati ministeri della Difesa e dell’Interno.

Secondo il decreto governativo, la procedura privilegerà le offerte di acquisto aventi ad oggetto l’intero complesso aziendale di Selta comprensivo anche degli immobili.

SOTTO LA DISCIPLINA DEL GOLDEN POWER

Inoltre, proprio l’attività svolta da Selta attraverso il ramo Cyber-securiry, rientra tra quelle di “rilevanza strategica per il sistema di difesa e la sicurezza nazionale” ai sensi degli articoli 1 e 2 del Decreto Legge n.21 del 15 marzo 2012 convertito con modificazioni dalla legge n. 56 dell’11 maggio 2012.

Pertanto, in applicazione della disciplina del suddetto decreto, al presidente del Consiglio sono attribuiti i poteri speciali (golden power) in relazione all’operazione di vendita di Selta.

IN ATTESA DELLA VENDITA

Lo scorso 27 aprile la questione della vendita di Selta è stata anche discussa dall’assemblea della Regione Emilia Romagna.

“La Regione solleciti il governo affinché convochi un tavolo nazionale per un confronto sul piano industriale e sull’occupazione prima di procedere all’assegnazione della azienda Selta“ è la richiesta  nell’interrogazione della consigliera Pd Katia Tarasconi.

Nell’occasione l’assessore regionale Vincenzo Colla ha annunciato – come si legge su Piacenzasera – che Selta è stata aggiudicata a una delle due imprese partecipanti al bando. “Dal Mise c’è stata l’aggiudicazione provvisoria alla società Digital platform srl (il cui socio unico è una finanziaria lussemburghese) e che c’è un’altra società, la Engineering Spa, che garantisce il 100% dell’occupazione. La proposta è al vaglio della Presidenza del consiglio che ha 45 giorni per esprimersi”.

LA SOCIETÀ AGGIUDICATRICE DIGITAL PLATFORMS SPA

DigitalPlatforms Spa è una società per azioni di recente costituzione (2016)  con capitale sociale pari ad euro 2.255.000, detenuto interamente dalla società di diritto lussemburghese La Cambre SCA SICAV RAIF, con sede legale in Lussemburgo. “Il capitale sociale del socio unico LaCambre SCA SICAV RAIF – dice a Start un analista esperto del comparto – risulta così suddiviso: 99,99% detenuto dalla società Weghsteen Capital Advice SA., 0,01% detenuto dalla società di diritto lussemburghese LaCambre Asset Management Luxembourg Sàrl”.

PERCHÉ IL GOVERNO DRAGHI DOVREBBE INTERVENIRE

Pertanto, puntualizza a Start un osservatore al corrente del dossier, “la struttura proprietaria di Digital Platforms consente alla società LaCambre Asset Management Luxembourg Sàrl, di detenere la gestione dell’intero gruppo cui appartiene, con soltanto lo 0,01% del fondo LaCambre SCA e — cosa ancora più grave —con la possibilità di una cessione incondizionata, per intero, o di singoli rami di azienda, a soggetti ad oggi non individuabili”.

“L’auspicio è che la Presidenza del Consiglio (tramite l’esercizio della Golden power) eserciti il suo potere di veto per evitare che la Selta, vista la sua strategicità, vada a finire sotto il controllo di aziende o nazioni non note”, auspica l’osservatore.

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