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Mediobanca

Mediobanca, ecco gli stipendi di Nagel e Pagliaro bocciati da Del Vecchio

Tutti gli emolumenti del vertice di Mediobanca criticati da Del Vecchio. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Rinnovato il consiglio d’amministrazione, a Piazzetta Cuccia non si dormono comunque sonni tranquilli visto che il maggiore azionista di Mediobanca, la Delfin di Leonardo Del Vecchio, si è schierato con Assogestioni, che capitanava una delle due liste rivali a quella orchestrata dai vertici dell’istituto.

Una delle critiche rivolta dal patron di Essilor-Luxottica ai vertici dell’istituto di credito guidato da Alberto Nagel, poco dopo aver varcato la soglia di Palazzo Visconti-Ajmi, riguarda proprio il board e ha a che fare con una questione che riservata non è ma personale sì: la retribuzione.

Del Vecchio ha votato contro i compensi dati nel 2020 ai vertici, approvando invece gli incentivi 2021, ben mitigati, hanno raccontato le cronache giornalistiche.

Una questione, peraltro, evidenziata anche da uno dei proxy chiamati a dare indicazioni di voto agli investitori istituzionali in vista dell’assemblea del 28 ottobre scorso. Nella sua nota Frontis, schierato a favore dell’altro outsider, Bluebell, ha infatti evidenziato che sebbene “la qualità dell’informativa” sia “buona (tutti i termini e le condizioni sono divulgati e gli obiettivi di lungo termine sono quantificati)” e la remunerazione variabile sia “strutturata in modo efficace per allineare gli interessi di dirigenti e azionisti nel lungo termine”, tuttavia “nutriamo perplessità sulla possibilità di corrispondere una remunerazione variabile straordinaria al presidente non esecutivo e riteniamo eccessivo lo stipendio base dell’ad (1.900.000 euro), che viene utilizzato per definire l’ammontare della variabile compenso”.

Ma quanto guadagnano effettivamente i vertici di Mediobanca?

RETRIBUZIONI 2019

Secondo quanto si evince dalla relazione sulla remunerazione relativa allo scorso anno, l’amministratore delegato Alberto Nagel ha portato a casa un compenso totale di 3 milioni e 208.804 euro composto da 100mila per la carica, da 1,8 milioni di retribuzione fissa, da 854mila euro per bonus e altri incentivi e da 454.804 euro per benefici non monetari.

Minori entrate, come atteso, per il presidente Renato Pagliaro che si è fermato a 2 milioni e 250.336 euro, cifra formata anche in questo caso da 100mila euro di compenso per la carica e da 1,8 milioni di retribuzione fissa cui si aggiungono 350.336 euro di benefici non monetari (di cui 346.413 euro al fondo pensione integrativo).

Si sale un po’, invece, per un’altra carica operativa, quella del direttore generale Francesco Saverio Vinci che nel 2019 ha ricevuto 2 milioni e 597.445 euro così suddivisi: 100mila euro di compenso per la carica, 1,5 milioni di retribuzione fissa, 628.400 euro di bonus e altri incentivi, 369.045 euro di benefici non monetari (di cui 362.517 euro al fondo pensione integrativo).

I tre pesi massimi di Mediobanca vengono anche pagati con azioni dell’istituto di credito. Al 30 giugno 2019 Nagel aveva in tasca 2.786.050 azioni, Pagliaro 2,1 milioni e Vinci 1 milione e 65mila.

Dalla relazione sulla remunerazione 2019 si evince che azioni sono possedute anche da tre consiglieri: al 30 giugno dello scorso anno ne avevano Maurizio Carfagna (61.000), Alberto Pecci (4.677.500), Vittorio Pignatti-Morano (90.000).

C’è da dire che non si tratta di un exploit improvviso visto che nel 2015, quando l’allora amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, guadagnava oltre 54 milioni, Nagel, Pagliaro e Vinci guadagnavano non tanto meno rispetto a oggi: rispettivamente 2,789 milioni Nagel, 2,25 milioni Pagliaro e poco più di 2,35 milioni Vinci.

RETRIBUZIONI 2020

E quest’anno cosa sta accadendo? In realtà la pandemia si è fatta sentire anche a Piazzetta Cuccia che proprio a causa dell’emergenza da Covid-19 ha deciso di abbassare le retribuzioni dei top manager. E così Nagel si dovrà accontentare, si fa per dire, di oltre 3,01 milioni (3.017.534 euro) e Pagliaro di oltre 2,15 milioni (2.155.475 euro). Per entrambi è stato tagliato il compenso per la carica, che è pari a 100 mila euro come abbiamo visto. Stesso discorso per Vinci il cui stipendio scende a 2 milioni e 605.537 euro.

In dettaglio, lo stipendio di Nagel sarà composto da 1,8 milioni di retribuzione fissa, da 828.380 euro di bonus e da 389.154 euro di benefici non monetari di cui 384.205 al fondo pensione integrativo, e quello di Pagliaro da 1,8 milioni di componente fissa e da 355.475 euro di benefici non monetari di cui 351.569 al fondo pensione integrativo. Per quanto riguarda Vinci, il suo stipendio verrà suddiviso in 1,5 milioni di parte fissa, in 763.900 euro di bonus e altri incentivi e in 341.637 euro di cui 334.383 euro al fondo pensione integrativo.

Nella relazione Mediobanca ricorda che per i consiglieri l’emolumento per la carica viene ridotto invece del 20%. In totale si tratta di un taglio pari a 540mila euro che è stato devoluto a enti e onlus; inoltre si legge che ad, presidente e dg si impegnano a ridurre del 30% la remunerazione fissa per il periodo maggio-dicembre 2020 e a donare le risorse per iniziative legate alla lotta alla pandemia.

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