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Mediobanca

Del Vecchio azzoppa Nagel ma per i giornali in Mediobanca cambia nulla. Gulp!

Che cosa è successo davvero nell'assemblea di Mediobanca? Fatti e nomi nel corsivo di Michele Arnese, direttore di Start

“Se un astronauta dovesse leggere i giornali di oggi, scoprirebbe che Nagel ha fatto il pieno di voti e nulla cambia in Mediobanca. Certo manca il 10% del suo primo socio ma sono sciocchezze forse per voi giornalisti”.

Così sbotta un analista finanziario che compulsa le cronache di economia dei quotidiani italiani.

“Nuovo consiglio, in continuità, per Mediobanca: tutto come prima”, scrive infatti oggi il maggior giornale di economia e finanza in Italia, il Sole 24 Ore, descrivendo l’assemblea della banca d’affari tenuta ieri l’elezione del nuovo consiglio di amministrazione dell’istituto di Piazzetta Cuccia.

Tutto come prima, certo: ha vinto Nagel, bravo Nagel, evviva Nagel, quanto è bello e bravo Nagel.

“La lista presentata per la prima volta dal consiglio uscente ha ottenuto il voto del 44,16% del capitale, pari al 67,6% del capitale presente (65,35%), a prova di minoranza di blocco anche nelle assemblee straordinarie. La lista – che implicitamente riconferma l’assetto di vertice con il presidente Renato Pagliaro, l’ad Alberto Nagel e il direttore generale Saverio Vinci – si aggiudica così i 13 posti di maggioranza. Assogestioni, che ha riproposto i due consiglieri di minoranza uscenti, ha avuto il sostegno del 19,06% del capitale, pari al 29,17% del capitale presente, raccogliendo anche il voto della Delfin di Leonardo Del Vecchio che non ha arrotondato la sua quota rispetto al 10,162%”, si legge anche sul Sole 24 Ore.

“È il trionfo dei due manager che nel 2023 compiranno il ventennale o è la «vittoria di Pirro», come l’ha definita Bluebell? Forse sarà una terza via”, ha scritto Repubblica. Un indizio è che Del Vecchio ieri ha votato contro i compensi dati nel 2020 ai vertici (qui l’approfondimento di Start Magazine sulla base delle critiche del fondo attivista Bluebell), approvando invece gli incentivi 2021, ben mitigati, sottolinea Repubblica.

Tutto bene, dunque? E che sarà mai se il maggior azionista di Mediobanca non vota la lista orchestrata dal vertice di Mediobanca, dunque preferisce altri candidati al consiglio di amministrazione (e non Alberto Nagel e Renato Pagliaro, rispettivamente amministratore delegato e presidente) e per di più critica remunerazione e prebende dei vertici.

Bazzecole, pinzillacchere.

L’importante è che tutto sia come prima: viva Nagel, viva viva.

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