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Marelli TECNOMECCANICA NICHE FUSINA

Marelli, cosa succede al contratto integrativo

Il passaggio al Ccnl deve garantire per Marelli tutti gli aspetti di miglior favore del Ccsl. L'intervento di Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl

 

Abbiamo aperto ieri presso la sede di Confindustria a Roma l’importante negoziato per la definizione del passaggio contrattuale attualmente applicato in Marelli, presente nelle società dell’ex gruppo Fiat (Ccsl) a quello del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl).

La trattativa in questo senso dovrà garantire attraverso la costruzione di uno specifico contratto di secondo livello, tutti gli elementi di miglior favore economici e normativi presenti nel Ccsl.

Gli aspetti di natura economica come ad esempio: minimi tabellari, le varie voci retributive (Indennità di Funzione direttiva, incentivo produttività, elemento retributivo di efficienza, incentivo rendimento, elemento specifico competitività ciclo continuo, indennità prestazione collegate alla presenza), aumenti periodici di anzianità (6 scatti) ecc. a cui si aggiungono quelli di natura normativa, come ad esempio la flessibilità in ingresso, par, diritto allo studio e formazione, congedi parentali, part-time, orario, ecc.

Dentro questo quadro è indispensabile poi definire altri aspetti che riguardano, lavoro straordinario e festivo, i recuperi produttivi, ferie, welfare, sanità e previdenza integrativa, incentivi di produttività e PDR, diritti e relazioni sindacali, smart-working e esigibilità accordo integrativo.

Il Ccsl porta con sé due livelli di contrattazione, quello nazionale e quello aziendale/gruppo, mentre il Ccnl ha solo la copertura del primo livello di contrattazione.

È pertanto necessario individuare soluzioni che tutelino e garantiscano il singolo lavoratore, ma nello stesso tempo prevedere gli istituti normativi ed economici migliorativi, che inseriti nella contrattazione di secondo livello rimarranno a disposizione anche per i futuri lavoratori di Marelli.

Nell’incontro odierno abbiamo inoltre ribadito a Marelli che dovremo anche operare l’incrementando dei minimi tabellari già dall’inizio del 2023, per il recupero inflattivo del 2022, senza aspettare la scadenza di giugno 2023 prevista dal Ccnl.  Contemporaneamente  dobbiamo considerare che oltre al processo di armonizzazione, è necessario considerare nella trattativa la necessità di intervenire con il rinnovo economico e normativo delle parti contrattuali che sarebbero state oggetto della piattaforma di rinnovo del Ccsl in scadenza al 31 dicembre 2022.

Inoltre abbiamo la necessità di approfondire con Marelli gli aspetti di garanzia delle prospettive industriali e occupazionali degli stabilimenti italiani, anche attivandoci direttamente nei confronti delle istituzioni sia a livello governativo, che territoriale. Ci sono molte realtà di Marelli che hanno rapporti commerciali di fornitura molto significativi con il Gruppo Stellantis, che necessitano di risposte precise e concrete per assicurare continuità industriale e garanzie occupazionali per tutte le realtà del Gruppo Marelli.

La direzione Marelli ha dato pertanto la disponibilità ad esaminare, già a partire dai prossimi incontri fissati il 23 novembre e il 14 dicembre, tutti gli aspetti di natura contrattuale al fine di non determinare alcuna perdita ai lavoratori nel passaggio dal Ccsl al Ccnl e ad individuare, gli elementi che comporranno la contrattazione di secondo livello.

Per gli altri aspetti di natura industriale e occupazionale si è resa disponibile ad aggiornamenti di verifica su andamento dei diversi stabilimenti e di attivarsi insieme alle organizzazioni sindacali nei tavoli istituzionali.

 

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