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Liquidità con garanzia: i timori delle banche e gli errori del governo

Caro governo, se si vuole che le banche fungano da mero canale di erogazione rapida di liquidità, non bisogna chiedere loro atti d’amore come ha fatto il premier, ma dare loro strumenti giuridici che consentano tali comportamenti. Ecco quali. Il post di Enrico Zanetti, tributarista ex ex viceministro alle Finanze

I numeri diramati ieri dal Mef, sui risultati ad oggi delle norme volte a favorire crediti e liquidità per famiglie e imprese, confermano che le misure messe in campo dal governo che consistono nel “sospendere” e nel “bloccare” (cosa su cui l’abilità dello Stato italiano non è mai mancata in ogni settore), come le moratorie, stanno funzionando; mentre quelle che presuppongono anche un “fare” ed “erogare”, stanno producendo risultati che, a distanza di un mese e più dagli annunci, scavano un solco incommentabile tra conferenze stampa e realtà.

Il governo ha scelto di affidare alle banche la gestione di un tassello fondamentale della sua strategia (giusta o sbagliata che sia) di sostegno alla liquidità delle imprese, ma, a tutt’oggi, chiede alle banche di affrontare una situazione straordinaria con norme straordinarie sul versante del rischio patrimoniale e però norme assolutamente ordinarie sugli altri versanti.

Se si vuole che le banche fungano da mero canale di erogazione rapida di liquidità, non bisogna chiedere loro atti d’amore, ma dare loro strumenti giuridici che consentano tali comportamenti.

Le norme che dispongono le garanzie sono un pezzo della soluzione, perché riducono in modo estremamente significativo il loro rischio patrimoniale.

Restano però i rischi legali e i conseguenti rischi anche reputazionali che possono insorgere in capo a una banca qualora il cliente cui presta soldi finisca in futuro a gambe all’aria e gli organi della procedura fallimentare chiedano conto alla banca del suo operato e delle sue valutazioni circa l’erogazione di un finanziamento che potrebbe venire giudicato incauto e cui potrebbe venire imputato l’effetto di aver concorso ad aggravare il dissesto.

Non serve essere geni per capire che, senza accorgimenti normativi in questo senso, #nonandràtuttobene.

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