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Turchia Siria

Leonardo, cosa dicono Intesa Sanpaolo e Mediobanca sulle cose turche di Erdogan per l’ex Finmeccanica

Che cosa succede in Borsa al titolo Leonardo, e cosa dicono gli analisti, dopo le indiscrezioni di Repubblica sulla commessa di elicotteri dell'ex Finmeccanica sospesa dalla Turchia.

 

Deboluccio in Borsa il titolo Leonardo che ha chiuso registrando un meno 0,3%.

Perché Piazza Affari scruta il titolo dell’ex Finmeccanica? Nel fine settimana sono circolate indiscrezioni – pubblicate dal quotidiano Repubblica – su un allungamento dei tempi della commessa di 10 elicotteri d’addestramento in Turchia, dal valore di 70 milioni di euro.

LE NOTIZIE DI REPUBBLICA SULLA COMMESSA DI LEONARDO SOSPESA DALLA TURCHIA

Che cosa ha scritto il quotidiano diretto da Maurizio Molinari? La commessa di elicotteri di Leonardo per la Turchia è in sostanza sospesa. “Ad Ankara le parole di Mario Draghi, che ha definito «un dittatore» il presidente Erdogan, continuano a provocare dichiarazioni infuocate di ministri e leader politici – ha scritto Repubblica – Il governo turco pretende scuse ufficiali e non sembra disposto ad accontentarsi di un chiarimento attraverso i canali diplomatici. E poiché da Roma non arrivano risposte, le autorità turche hanno cominciato a lanciare segnali minacciosi, marchiando la disponibilità di alzare il livello del confronto. La prima a finire nel mirino è stata Leonardo, la holding tecnologica a controllo statale. Dopo due anni di trattative, proprio in questi giorni era prevista la firma del contratto per l’acquisto di dieci elicotteri d’addestramentoAW169. Una commessa del valore di oltre 70 milioni di euro, che doveva essere la prima trance di un accordo per sostituire i vecchi Agusta-Bell 206 della scuola delle forze armate turche: l’importo complessivo per l’azienda italiana potrebbe superare i 150 milioni. Dopo le parole di Draghi i turchi hanno fatto sapere che “al momento” l’operazione è sospesa”.

IL TWEET DI GERMANO DOTTORI SU TURCHIA E ITALIA

Tra gli analisti di esteri, la mossa non ha destato troppe sorprese. Significativo il tweet del professor Germano Dottori, membro del comitato scientifico di Limes:

IL VALORE DEL DITTATORE UTILE PER L’ITALIA SECONDO FORMICHE DI MESSA

Una testata specializzata in difesa e relazioni internazionali, come Formiche di Paola Messa (top manager di Leonardo) ha sottolineato “le ragioni per cui della Turchia “si ha bisogno”. Perché Erdogan è un leader pieno di controversie e negatività, ma per l’Ue (l’Italia) e gli Usa (e la Nato) è importante? Il “dittatore utile” contiene la Russia attraverso gli “Stati Uniti del mondo turco” e può fare da ostacolo alla via della Seta cinese”.

I NUMERI TRA ITALIA E TURCHIA

Quali numeri ci sono fra Italia e Turchia? L’interscambio commerciale che, prima del Covid, sfiorava i 18 miliardi di euro di valore, secondo le elaborazioni dell’Ice su base Istat, e che anche nel 2020, nonostante la frenata determinata dalla pandemia, aveva comunque un valore di oltre 15 miliardi. Tanto valgono, per l’industria italiana, i rapporti con la Turchia, ha sottolineato il Sole 24 Ore.

LE STIME ICE SU ITALIA-TURCHIA

La Turchia è infatti il 12° Paese nella graduatoria mondiale dell’interscambio con l’italia ed è tra i dieci Paesi in cui – sempre in base alle stime Ice – si prevede la crescita maggiore delle esportazioni nel prossimo biennio.

I RAPPORTI ECONOMICI ITALIA-TURCHIA SECONDO IL SOLE 24 ORE DI CONFINDUSTRIA

I settori più interessati dagli scambi commerciali con la Turchia – ha rimarcato il quotidiano di Confindustria – sono quello dei macchinari e delle apparecchiature (oltre 1,7 miliardi di euro di esportazioni nel 2020), che anche nell’anno del Covid ha visto crescere l’export dell’11,2% e vanta un saldo commerciale attivo di 1,2 miliardi di euro, seguito dagli autoveicoli (oltre un miliardo di export nel 2020, in crescita del 5,3%, ma con saldo negativo per 970 milioni), e dall’industria chimica (918 milioni nel 2020 e un saldo di 540 milioni).

IL COMMENTO DI PROMOS ITALIA

L’Italia è il quinto partner commerciale della Turchia a livello mondiale e il secondo tra i Paesi europei dietro la Germania – ha commentato Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia –. Il mercato turco è dunque uno sbocco importante per il business internazionale delle nostre imprese, in particolare in alcuni settori. Nel mercato turco sono attive oltre 1.500 imprese italiane, una presenza consistente. Al contempo, si registra una costante crescita di investimenti turchi nel nostro paese. L’Italia, infatti, rappresenta sempre più per la Turchia la porta d’accesso verso il mercato unico europeo che conta circa 500 milioni di consumatori».

IL REPORT DI INTESA SANPAOLO SU LEONARDO

“Pur considerando il problema come temporaneo e sebbene ci aspettiamo una soluzione positiva tra i due paesi, la notizia potrebbe essere negativa per il sentiment sull’azione nel breve termine”, ha commentato stamani Intesa Sanpaolo (rating buy e target price a 9,1 euro), evidenziando che, sulla base delle sue stime, il contratto per la fornitura degli elicotteri d’addestramento AW169 rappresenta circa l’1,1% della raccolta ordini totale di Leonardo prevista per quest’anno.

COSA DICE MEDIOBANCA

Più fiduciosa Mediobanca Securities (rating neutral e target price a 7,50 euro) secondo cui difficilmente questo incidente diplomatico porterà alla cancellazione dell’ordine da parte della Turchia. Peraltro, ha aggiunto la banca d’affari, “questo è un contratto relativamente piccolo per Leonardo: rappresenta lo 0,5% del target di order intake del gruppo per il 2021”, pari a circa 14 miliardi di euro. Gli ha fatto eco Equita Sim (buy e target price a 8,8 euro): “è improbabile che l’ordine venga cancellato” e in ogni caso “rappresenterebbe lo 0,2% del portafoglio ordini e se fosse interamente incluso nei numeri di quest’anno si tratterebbe dello 0,5% del fatturato e meno dell’1% dell’ebit”.

LE NOTIZIE DAGLI STATI UNITI

Buone notizie, sottolinea Mf/Milano Finanza, dall’altra parte dell’Oceano visto che non sono previsti tagli drastici alla Difesa americana per il 2022. Venerdì scorso, infatti, l’amministrazione statunitense ha fatto una richiesta di 753 miliardi di dollari di finanziamenti per la sicurezza nazionale nel 2022, in aumento dell’1,6%, cifra che include 715 miliardi di dollari per il Dipartimento della Difesa. La richiesta implica una leggera diminuzione per il Pentagono se adeguata all’inflazione ed è “più timida” rispetto alla richiesta prevista dall’amministrazione Trump di 722 miliardi di dollari per il 2022.

IL COMMENTO DI AKROS

“Il mercato statunitense è ritenuto strategico da Leonardo in quanto genera il 28/30% del fatturato del gruppo. Al contempo la società si aspetta che i ricavi e il margine della sua controllata Usa, Drs, crescano anche in uno scenario che implica un budget americano piatto. La notizia è positiva in quanto scioglie i timori di importanti tagli al bilancio della Difesa americana”, ha concluso Banca Akros.

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